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Così il caso dei pescatori liberati da Haftar finisce al Copasir

Urso, vicepresidente del Copasir, ha chiesto l’audizione del premier Conte, del ministro Di Maio e del capo dell’Aise Caravelli per chiarire le modalità della liberazione dei 18 marittimi. Se ne parlerà martedì

Com’è avvenuta la liberazione dei pescatori sequestrati lo scorso settembre in Libia dalle milizie del maresciallo Khalifa Haftar? Il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir, è intenzionato a chiederlo al presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, e al direttore dell’Aise, Giovanni Caravelli. Il numero due del Comitato di raccordo tra Parlamento e intelligence ha chiesto un’audizione dei tre “al fine di chiarire nelle sedi competenti quali siano state le modalità della liberazione”. Dopo la richiesta, il presidente del Copasir, il leghista Raffaele Volpi, ha convocato un ufficio presidenza per martedì prossimo al fine di decidere in merito.

LA NOTA DI URSO…

La nota del senatore Urso è molto dura — e neppure tiene in considerazione le indiscrezione della stampa libica pro Haftar secondo cui il maresciallo avrebbe chiesto uno scambio di prigionieri con i quattro “calciatori” che in realtà sono scafisti condannati in Italia. “Ora è evidente quel che il governo ha sempre smentito”, si legge: “Si è trattato di un rapimento politico che ha raggiunto il suo obiettivo, la sottomissione dell’Italia”. E ancora: “Il prezzo politico (altissimo) che l’Italia ha pagato per ottenere finalmente la liberazione, dopo 108 giorni, dei nostri pescatori, dimostra senza ombra di dubbio che il sequestro è stato effettuato solo al fine di costringere l’Italia a consacrare Haftar come unico interlocutore della Cirenaica conferendo a lui quel ruolo centrale nelle trattative di pace in corso, che ormai tutti gli negavano. L’Italia ne esce umiliata, relegata a comparsa laddove era sempre stata protagonista”.

…QUELLA DI VOLPI…

Un comunicato che fa il paio con quello di ieri del presidente Volpi, che aveva scelto di ringraziare “unicamente” l’intelligence per aver liberato i pescatori. Non il premier che la presiede, come raccontavamo ieri su Formiche.net: a Palazzo San Macuto non è piaciuta affatto la decisione di Palazzo Chigi di prendere l’iniziativa senza preavvisare (come vorrebbe il galateo istituzionale) il Comitato. Non è la prima volta che Volpi striglia Conte su questioni delicate. Era capitato anche in occasione del rientro di Silvia Romano, accolto con grandi fanfare sui social del governo.

…E LE PREOCCUPAZIONI DEM

L’approccio personalistico del premier agli 007 non convince l’intelligence, l’opposizione ma anche la sua stessa maggioranza. Ieri, intervistato da Formiche.net, Carmelo Miceli, responsabile Sicurezza del Partito democratico, dichiarava: “Che l’intelligence non possa e non debba mai diventare un affare personale lo sa per primo il presidente del Consiglio. Ciò che in questi giorni abbiamo detto è quello che sosteniamo da sempre: le questioni legate a vario titolo alla sicurezza obbligano ad un costante confronto, coordinamento e coinvolgimento di tutti quei soggetti istituzionali a vario titolo coinvolti”. Una questione che potrebbe avere ripercussioni anche su altri dossier caldi: dall’Autorità delegata all’Istituto italiano di cybersicurezza fino alla nomina dei tre vicedirettori delle agenzie nonché dei vertici dei Carabinieri.


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