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Contro gli Accordi di Abramo, Hamas schiera anche le cyber-armi

Gaza Cybergang, gruppo di hacker legato ad Hamas, ha messo in piedi una campagna di cyber-spionaggio senza precedenti per l’organizzazione. Nel mirino gli Stati arabi che hanno normalizzato i rapporti con Israele

Un salto di qualità per Hamas. Così Cybereason, società di sicurezza informatica fondata a Boston da ex ufficiali della Unit 8200 (l’élite della cyber warfare delle forze armate israeliane), ha descritto una complessa campagna di cyber-spionaggio orchestrata da un gruppo di hacker noto come Molerats o Gaza Cybergang ai danni di funzionali e leader arabi in tutto il Medio Oriente (tra cui emiratini, turchi ed egiziani). Il collettivo è noto dal 2012 per aver messo nel mirino non soltanto Israele ma anche l’Autorità palestinese, in linea con le politiche di Hamas.

GLI ATTACCHI

Gli attacchi sono stati compiuti attraverso spyware su piattaforme come Facebook, Dropbox e Google Docs. Iniziati a settembre, hanno raggiunto il loro apice a ottobre e novembre, in “chiara correlazione con i colloqui di normalizzazione tra Israele e gli Stati del Golfo”, hanno spiegato gli esperti al quotidiano israeliano Haaretz.

LE NOVITÀ

La correlazione con le dinamiche geopolitica, la sofisticazione raggiunta in questo attacco — tra i file infetti anche un presunto verbale segreto dell’incontro del primo ministro israeliano Benjamin Netanyau con il principe ereditario saudita Mohammed Bin Salman — e quello che i ricercatori chiamano utilizzo di “piattaforme legittime a scopi malevoli” dimostrano il cambio di passo da parte di Hamas, capace di schierare in campo tecniche avanzate “precedentemente associate agli Stati” soltanto. Nel maggio del 2019 le forze armate israeliane, Idf, distrussero una palazzina a Gaza da cui Hamas conduceva i suoi cyber-attacchi contro lo Stato ebraico.

GLI ASPETTI GEOPOLITICI

Haaretz ricorda come negli ultimi mesi si sia registrato un aumento degli attacchi informatici a opera dell’Iran, che di Hamas è sostenitore. È interessante notare che pochi giorni fa gli Emirati Arabi Uniti avevano lamentato un incremento dei cyber-attacchi proprio dopo la normalizzazione dei rapporti con Israele. E avevano puntato il dito contro l’Iran. Come raccontato su queste pagine, il quinto dominio è uno dei settori su cui Israele ed Emirati Arabi Uniti più puntano per rafforzare la loro cooperazione e garantire la stabilità nella regione. E gli ultimi attacchi — dell’Iran e di Hezbollah — sembrano testimoniare l’insofferenza degli “esclusi” dagli Accordi di Abramo verso Israele, ma anche e soprattutto verso gli Stati arabi del Golfo.

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