F.F., fiorentino di 34 anni, è stato individuato dalla Polizia postale come il responsabile del “più grande attacco cyber-finanziario in Italia”. Un buco da 120 milioni con 230.000 di risparmiatori truffati. Ecco perché la difesa cyber in materia finanziaria è urgente
È un fiorentino di 34 anni il responsabile di quello che la Polizia postale ha identificato come il “più grande attacco cyber-finanziario in Italia, uno dei più grandi mai realizzati nel mondo nel settore delle cryptovalute”. Un “buco” pari a 120 milioni di euro sulla piattaforma informatica hackerata Bitgrail, oltre 230.000 risparmiatori truffati. La polizia postale italiana pone così “una pietra miliare a livello mondiale nel settore delle indagini sulle cryptovalute, con un’indagine unica nel suo genere ad alto impatto tecnologico”.
IL RESPONSABILE
Gli investigatori della Polizia postale di Firenze e della sezione crimini finanziari del Servizio centrale della Polizia postale in Roma, e con l’ausilio del personale della Guardia di finanza della Sezione di Polizia giudiziaria della Procura della Repubblica di Firenze, stanno eseguendo la misura cautelare del divieto di esercitare attività d’impresa e di ricoprire uffici direttivi di imprese, emessa dal giudice per le indagini preliminari dottor Gianluca Mancuso, nei confronti di F.F., residente della provincia di Firenze, amministratore unico di una società italiana che gestisce una piattaforma di scambio di cryptovalute (exchange), ritenuto responsabile di una frode informatica di 120 milioni di euro, di bancarotta fraudolenta e di auto riciclaggio.
LE INDAGINI
Dalle indagini — svolte con il coordinamento del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma ed il supporto dell’Fbi americana, anche con attività tecniche di intercettazione e complesse attività di analisi informatiche dei database della piattaforma di exchange — è emerso il coinvolgimento dell’uomo nei delitti contestati. Le indagini svolte hanno infatti dimostrato che le illecite sottrazioni di cryptovaluta sono avvenute in più volte, a partire da giugno 2017, e che F.F. consapevolmente non le ha impedite omettendo di implementare la sicurezza della piattaforma con uno dei metodi disponibili resi noti dal Team Nano Developers (società americana creatrice della cryptovaluta), così procurando agli hackers, non ancora individuati, un enorme ingiusto profitto, per l’ammontare di circa 11.500.000 XRB, equivalenti a circa 120. milioni di euro (peraltro con l’aggravante di aver commesso i fatti con abuso della qualità di operatore del sistema).
IL QUINTO DOMINIO
L’attività testimonia l’elevata competenza e professionalità, nonché l’impegno costante della Polizia postale a tutela della cyber economia e delle infrastrutture critiche, informatiche e finanziarie, unitamente all’apporto della Guardia di Finanza nel suo ruolo di polizia economico-finanziaria, attività sempre più importante anche alla luce del difficile momento causato dall’emergenza epidemiologica in corso. L’online non viene, infatti, più percepito come un momento accessorio, ma come un momento sostanziale della vita delle persone, che non potendo usufruire dei normali strumenti di operatività finanziaria hanno deciso di investire nel trading online e nelle monete digitali, in maniera tale da diversificare in maniera adeguata i propri investimenti, ma al tempo stesso esponendosi ai rischi delle frodi informatiche.
LE PAROLE DI ARMANDO (UNIGE)
Alcune settimane fa Alessandro Armando, docente presso il Dipartimento di Informatica e Bioingegneria, Robotica e Ingegneria dei sistemi presso l’Università di Genova, invitava, in un’intervista a Formiche.net, l’Unione europea ad agire in maniera compatta. “Pensiamo al Dora (il regolamento proposto dalla Commissione europea che mira a garantire che tutti i partecipanti al sistema finanziario dispongano delle necessarie salvaguardie per mitigare gli attacchi informatici e altri rischi, ndr) che impone nuovi meccanismi. Non è una sfida questa? Tutto il comparto finanziario alza l’asticella degli attacchi cyber, non dimentichiamocelo. E allora ecco che però l’Europa e l’Italia devono muoversi in questa direzione, magari a cominciare dall’Unione dei capitali e dei mercati a livello comunitario che può aiutare”, spiegava il docente.