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E-commerce e digitalizzazione: il doppio jolly per uscire all’impasse

Se l’incertezza regna sovrana in questo periodo, il mondo del commercio ha dovuto attrezzarsi per rimanere competitivo. Molti retailer hanno trovato la forza per fare il grande e necessario passo: approdare online, iniziare a vendere su internet. Altri hanno cercato e adottato strategie puntuali per risultare più attrattivi. Spesso in tutti questi progetti sono state coinvolte startup innovative che offrono servizi per i negozi, in grado di aiutarli a mettere in campo più risorse per digitalizzarsi e irrobustire la presenza sul web.

E proprio flessibilità, rapidità di decisione e di azione sono le caratteristiche tipiche delle startup, che hanno permesso di creare in breve tempo delle soluzioni concrete, pensate appositamente per fronteggiare l’emergenza e adattarsi alle nuove condizioni di mercato abbracciando l’innovazione e la sostenibilità. Tra i trend maggiormente in crescita quello dell’intelligenza artificiale, internet of things, blockchain, agritech e agrifood. Tecnologie abilitanti che rientrano poi nel programma promosso dal Mise su Impresa 4.0 Plus legata ad incentivi su ricerche e sviluppo a sostegno delle imprese e del territorio, in particolare del mezzogiorno.

Tra i casi di maggiore interesse sicuramente quello della startup triestina Italian Districts che ha creato un nuovo sistema di business in base al quale si propone quale unico collettore a livello nazionale per un numero potenzialmente infinito di associazioni sportive, culturali e sociali, ognuna delle quali può decidere di finanziare parte delle proprie attività grazie ai consumi dei propri portatori di interesse. Nulla a che vedere coi noti programmi di cashback o multilevel, il sistema creato da Italian Districts parte da un caso di successo nato nel 2019 a supporto della principale squadra di basket giuliana della quale è diventata fra i maggiori sponsors in pochi mesi. Una soluzione innovativa in cui le istituzioni hanno creduto e hanno partecipato in primis il MISE, Ministero dello Sviluppo Economico, ritenendola un modello da diffondere nei territori.

La vision di Italian Districts è quella di un sistema economico win-win in cui tutti i partecipanti hanno un proprio utile: i commercianti, che vedono un incremento del proprio fatturato, le associazioni che trovano un nuovo canale di finanziamento ed i privati che possono ora partecipare ad un programma fidelity in cui la “causa” lo ringrazia per il suo supporto, remunerandolo attraverso degli sconti parziali o totali su abbonamenti, biglietti, merchandising od altri servizi erogati dall’associazione stessa. Un progetto territoriale circolare ed inclusivo, quindi, che focalizza l’attenzione sulle persone e sui negozi fisici a cui vengono dati visibilità e supporto digitale.

La visione di abbracciare per il mondo delle imprese la digitalizzazione al fine di restare competitivi è fondamentale e nonostante il covid infatti, la domanda è rimasta stabile e si prospetta in aumento per il prossimo biennio. I dati mostrano come la domanda dei servizi regge l’impatto della pandemia e il settore Ict limita il calo al 2% nel 2020, interessanti anche le buone prospettive nel 2021 e 2022, grazie ai fondi di Next Generation Eu. Grazie al relativo recupero nella seconda metà dell’anno, è atteso chiudere in calo per non più del 2% rispetto all’anno scorso, a 70,5 miliardi di euro, per poi crescere del 3,4% nel 2021 e del 3,3% nel 2022.

E in attesa di conosce lo scenario con le risorse del Recovery Fund, anche qui le prospettive presentano uno scenario piuttosto ottimistico: per il mercato digitale italiano si prevede una crescita complessiva del 3,4%, nel 2021, a circa 73 miliardi di euro, e del 3,3% nel 2022, a più di 75 miliardi, con tutti i comparti tecnologici dell’IT in crescita. Un’opportunità senza precedenti che potrebbero portare ad una vera e propria rivoluzione digitale per il paese all’insegna dell’innovazione e della trasformazione tecnologica.

 


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