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Una schizofrenia d’opposizione. E una di governo

Messaggi contraddittori sono arrivati dal governo. La scelta di avvisare i cittadini sulla pericolosità degli assembramenti che però è lui stesso a favorire è molto simile a un ossimoro di Stato. Il commento di Chiara Buoncristiani, giornalista e psicoterapeuta

Che sia un Natale di zone rosse, di spostamenti tra piccoli comuni o di assembramenti, l’unica cosa certa è che questo periodo di Avvento rischia di essere ricordato per la sua schizofrenia.

Che significa che l’opposizione prima piange perché il governo ha “chiuso tutto” e “non difende” abbastanza gli esercenti e poi lo accusi di non vigilare sui contagi? Cosa comunica un governo che da una parte rimborsa gli acquisti con il cashback e dall’altra accusa i cittadini di fare shopping sfrenato e soprattutto “assembrato”?

Un vecchio adagio della psichiatria riguardava la cosiddetta “madre schizofrenogena”. La madre schizofrenogena è quel genitore che con il suo comportamento, più o meno “inconsapevole”, sottilmente produce nel proprio figlio quella stessa patologia che tanto la preoccupa (e dalla quale è affetta in maniera criptata). È una madre che costruisce con i suoi messaggi contraddittori quel figlio schizofrenico, ufficialmente “pazzo”, che altri non è se non un paziente da lei stessa designato.

Il modo in cui qualcuno può essere reso pazzo è stato spiegato attraverso il meccanisimo del doppio legame: il doppio legame indica l’incongruenza tra il livello verbale e non verbale nella comunicazione tra due persone coinvolte in una relazione emotivamente significativa.

In un certo senso – proprio in questi giorni – è possibile parlare dell’esistenza di un doppio legame nel rapporto dello Stato assistenziale (ma anche dei vari esponenti dell’opposizione) con i noi cittadini. Il cittadino rischia di impazzire perché qualunque comportamento assuma sarà comunque sbagliato.

Vediamo un po’ più nel dettaglio il doppio legame. Si tratta di un concetto elaborato dallo psicologo di Palo Alto Gregory Bateson. Ecco come viene illustrato da un esempio: un ragazzo con disturbi mentali torna a casa dopo un ricovero e in uno slancio d’affetto cerca l’abbraccio con la mamma, ma questa si irrigidisce facendo ritirare il figlio. A questo punto la madre dice al figlio: “Non devi aver paura ad esprimere i tuoi sentimenti”. Vi ricorda qualche cosa rispetto agli eventi di questi ultimi giorni dell’Avvento?

Risulta chiara la bizzarria della modalità relazionale della madre che se al livello non verbale esprime rifiuto (attraverso l’irrigidimento fisico), a livello verbale nega di essere la responsabile della reazione di allontanamento del figlio, attribuendo a questi la scelta e dunque la responsabilità. La comunicazione incoerente della madre non lascia spazio al figlio. Non c’è verso di dare una risposta adeguata. Alla lunga messaggi contraddittori di questo tipo rendono il figlio incapace di comprendere correttamente i livelli della comunicazione. Diventa impossibile distinguere i contenuti che devono passare dalle “cornici” della comunicazione.

Ecco quindi il paradosso di questi giorni dell’Avvento tra un governo “sconnesso” con se stesso, che da un lato sosteneva un ammorbidimento delle restrizioni, con l’apertura dei negozi nel fine settimana e l’incentivo del cashback, dall’altro ha subito gridato all’irresponsabilità di chi ha affollato le vie dei centri cittadini. Un comportamento che – come nel caso della madre che allontana il figlio e poi lo sanziona per un comportamento da lei provocato – ha a che fare con la scelta del governo stesso di avvisare i cittadini sulla pericolosità degli assembramenti che però è lui stesso a favorire… qualcosa come un ossimoro di Stato.

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