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La filosofia si interessa di te e del petrolio

Se vi chiedono che cos’è la filosofia? sapete dare una risposta? Non vi aggrappate alla definizione etimologica “amore del sapere” perché non è certo  illuminante, in quanto troppo ampia e generica. Amore del sapere può essere anche riferito alla passione per la lettura o per l’osservazione della natura. Il problema è che, se consultiamo tre fonti diverse come Wikipedia, Treccani e Devoto-Oli, troviamo tre diverse definizioni. Quello che capiamo, però, è che la filosofia ha a che fare con l’interpretazione e la definizione dei modi del pensare, del conoscere e dell’agire. Ci troviamo dunque davanti a un panorama sterminato, che non sappiamo come possa applicarsi alla nostra vita quotidiana.

In realtà, tutti noi facciamo filosofia tutti i giorni. Per esempio, in epoca di pandemia di Covid-19, ci confrontiamo con l’eterno dilemma tra il ragionamento morale utilitaristico e quello categorico. Vacilliamo tra Jeremy Bentham e Immanuel Kant, anche se non sappiamo nulla di loro. Da una parte pensiamo che sia inevitabile che qualcuno debba pagare un prezzo per far stare tutti meglio: “Il massimo della felicità per il massimo numero di persone”. Dall’altra siamo portati anche a osservare che esistono valori, come la vita umana, che non possono essere messi sul piatto di una bilancia. Non è pura teoria per accademici, è politica: chiusura totale a Natale oppure no? Scuole aperte o didattica a distanza? E così via.

Anche le aziende si trovano di fronte ai dilemmi filosofici. Ce lo ricorda Cosimo Pacciolla, dirigente della direzione legale della Kuwait Petroleum Italia, che abbiamo intervistato per la rubrica di Telos A&S Lobby Non Olet. Guarda il video. Pacciolla ci ricorda come i giganti dell’energia si debbano porre il tema etico, così come si pongono il tema commerciale. “Le aziende petrolifere hanno innovato e cambiato molto negli ultimi 20 anni. Probabilmente sono il settore con la maggior dimensione di investimenti in materia ambientale” ricorda Pacciolla. E qui si apre uno spazio per l’attività di lobby, oggetto della nostra rubrica. La politica, occupandosi del bene comune, dovrebbe trovare un equilibrio tra la reperibilità e i vantaggi di un prodotto e la salvaguardia della salute delle persone. Non è facile trovarlo, perché il punto di equilibrio cambia sempre, sulla base di vari fattori di contesto. Il lobbista dovrebbe essere un alleato di questa speculazione, proprio per il fatto che il suo mestiere non è il marketing, ma la ricerca di un bilanciamento tra l’interesse particolare di un’azienda o di un gruppo e l’interesse generale dei cittadini. Non ti interessa la filosofia? Sarà la filosofia interessarsi di te.

 


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