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Niente egoismi ma alleanze globali. Mattarella detta la linea

Nell’anno che volge al termine, alle drammatiche sofferenze patite, si è affiancata la percezione che la pandemia ha unito il destino dei popoli, ha reso ancor più espliciti i legami e gli equilibri che innervano il pianeta e l’intera umanità. L’auspicio è che il 2021 porti a maturazione ulteriore queste aspettative e questi intendimenti. Le parole del Presidente della Repubblica in occasione dello scambio di auguri di fine anno con il Corpo diplomatico

Eccellentissimo Decano,

Signor Ministro,

Signore e Signori Ambasciatori,

desidero ringraziare l’Eccellentissimo Decano per le sue riflessioni e per gli auguri davvero molto graditi che, a nome di tutto il Corpo Diplomatico accreditato presso il Quirinale, ha voluto rivolgere all’Italia e a me personalmente.

Li ricambio sentitamente, Eccellentissimo Decano, pregandoLa di estenderli all’intero Corpo Diplomatico che purtroppo oggi ci può seguire soltanto da lontano, alla luce delle particolarissime condizioni che tutti stiamo vivendo.

Auspico che i segnali di speranza che giungono sul fronte dei vaccini ci possano presto consentire di superare le difficoltà per tornare a incontri in presenza diretta.

Desidero, con ancora maggiore vicinanza in queste circostanze, porgere agli Stati e ai popoli che voi rappresentate i miei auguri più sentiti per le prossime festività e per l’anno che sta per iniziare.

L’anno che va chiudendosi, profondamente e drammaticamente segnato dalla pandemia, impone a tutti noi severe riflessioni.

La diffusione del Covid-19 ha mostrato che le sfide non sono contenibili in un singolo angolo del mondo, e dunque ci riguardano tutti, ci impongono di non chiuderci ciascuno in se stesso, di non volgere il nostro sguardo illusoriamente altrove.

Dalla prova che stiamo dolorosamente vivendo scaturisce, con forza ancora più intensa, l’esigenza di una collaborazione internazionale senza riserve, conseguenza diretta di un mondo sempre più interconnesso. Sfide globali devono essere fronteggiate da una “governance” effettivamente ed efficacemente globale.

Il tema della lotta per la salute dei popoli e dell’ambiente appartengono, a buon titolo, a questa categoria.

È ora, anzitutto, imperativo comune arginare tutte le conseguenze della pandemia e non soltanto sul piano sanitario, compresa la necessità di garantire l’accesso di tutti i popoli alle iniziative di immunizzazione, per dovere di solidarietà e per sicurezza comune.

Le diseguaglianze si sono drammaticamente acuite, le tensioni rischiano di aumentare in maniera evidente, le regole che presiedono alla pacifica convivenza appaiono troppo spesso violate.

La comunità internazionale deve trovare maggiore compattezza e solidarietà.

Non ci possiamo permettere che la volatilità divenga una componente strutturale del sistema delle relazioni internazionali.

Lo dobbiamo, fra l’altro, ai milioni di cittadini che in tutto il mondo sono stati colpiti dal Covid-19.

Lo dobbiamo al futuro di questo pianeta: il futuro o è per tutti o non è per nessuno, come l’anno trascorso ci ha dimostrato.

La diffusione e la distribuzione del vaccino – e delle migliori cure che la scienza va elaborando – richiedono alleanze globali, non egoismi, esigono politiche che realizzino l’accesso equo e tempestivo ai farmaci, basato sulla condivisione e non guidato da logiche di profitto.

Coerentemente con questa visione, l’Italia è stata fra i principali promotori della risposta multilaterale alla pandemia, contribuendo anche finanziariamente alla Covax Facility, che garantirà una vaccinazione di massa, inclusi i cittadini dei Paesi a reddito medio e basso.

La ricerca scientifica, gli straordinari progressi della tecnica permettono di continuare a guardare con ottimismo a un futuro ricco di opportunità a beneficio di tutti, purché si coltivi comune senso di responsabilità.

Eccellentissimo Decano,

in primo luogo il mio pensiero non può che andare al Mediterraneo, un’area che molti popoli possono chiamare casa. Un’area, tuttavia, che durante l’ultimo decennio, è gradualmente diventata teatro di drammatiche crisi.

La condizione della Libia e le altre situazioni conflittuali – spesso anche tragicamente accantonate – producono non soltanto una dolorosa scia di lutti e tante umane sofferenze, ma sono moltiplicatrici di minacce transnazionali, di terrorismo, di radicalizzazione.

Occorre intervenire sulle radici profonde che alimentano questi fenomeni. Accanto alle misure di contrasto servono azioni che vadano a incidere sulla crescita e lo sviluppo secondo modelli inclusivi e sostenibili, a partire da investimenti adeguati nell’istruzione, nella salute, nella cultura, per i giovani.

Sono sfide comuni a molte aree del mondo e, per affrontarle, non vi è altra scelta che infondere nuovo vigore al multilateralismo, contro resistenze che, mascherate con il rilancio di polverose parole d’ordine nazionalistiche, sono inevitabilmente causa di tensioni, di crisi e di povertà.

I rapporti internazionali possono essere fondati soltanto su condivisione della responsabilità, su trasparenza, sulla centralità della persona e dei diritti umani, e l’Italia, con i valori di libertà, democrazia e pace che caratterizzano la sua Costituzione, intende contribuirvi.

Il multilateralismo, diversamente, rischierebbe di tradursi in mera tecnica negoziale utile, talvolta, ad attenuare le tensioni, ma non certo in grado di orientare solide scelte di valore.

La Repubblica italiana, nell’anno che sta per iniziare, ha la straordinaria occasione di svolgere un ruolo da protagonista attraverso la Presidenza del G20 e la co-presidenza della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici COP26.

Tre le dimensioni chiave che l’Italia ha deciso di porre al centro del dibattito: la persona, il pianeta e la ripresa economica (people, planet, prosperity).

Il proposito è di legare tra loro questi tre pilastri per superare anzitutto la drammatica condizione sanitaria che attraversa l’intero pianeta.

In secondo luogo sanare le ferite inferte al tessuto sociale, ponendo rimedio a una crisi economica senza precedenti. Infine, e soprattutto, gettare le fondamenta per il domani, in cui una gestione moderna e sostenibile dell’ambiente sia al centro, se vogliamo che le prossime generazioni abbiano ancora a disposizione lo stesso pianeta ricco di risorse e di meraviglie naturali di cui noi abbiamo potuto godere.

Responsabilità non più procrastinabili in un mondo che sta mostrando tutta la sua vulnerabilità economico-sanitaria, alimentare, ambientale con drammatiche conseguenze per l’essere umano a partire dal dramma delle migrazioni di necessità.

Nessun Paese, da solo, si è dimostrato in grado di proporre risposte efficaci alle crisi.

Serve un’azione decisa e coordinata, condotta da tutti i principali attori della scena internazionale, in cui l’Europa può essere qualificato attore, giovandosi della naturale complementarietà esistente fra le due sponde dell’Atlantico e di un sempre più articolato e consapevole rapporto con l’Africa.

Eccellentissimo Decano,

l’Unione Europea ha dimostrato nelle difficoltà rinnovato vigore, varando un’azione a largo raggio che ha coinvolto ambiti sinora dominio esclusivo dei Paesi membri, come quello della salute pubblica.

Inoltre, sul tema dei cambiamenti climatici – rispetto ai quali si stanno manifestando incoraggianti segnali di ritorno sul campo di significativi protagonisti – l’Unione Europea ha saputo, nelle scorse settimane, assumere un ruolo trainante assumendo l’obiettivo di un taglio delle emissioni pari al 55% entro il 2030, puntando alla neutralità per il 2050.

L’Italia ospiterà nell’ambito della Presidenza del G20 il Vertice mondiale della salute. Un’occasione unica per lanciare un messaggio di coesione, di unità, di fattiva collaborazione.

Eccellentissimo Decano,

Signor Ministro,

Signore e Signori Ambasciatori,

l’aspirazione di gran parte dell’umanità è quello di poter, nel 2021, realizzare una svolta.

Un desiderio che i Governi di tutto il mondo debbono saper raccogliere, arricchendo ancor di più la rete di collaborazione internazionale.

Perché, nell’anno che volge al termine, alle drammatiche sofferenze patite, si è affiancata la percezione che la pandemia ha unito il destino dei popoli, ha reso ancor più espliciti i legami e gli equilibri che innervano il pianeta e l’intera umanità.

L’auspicio è che il 2021 porti a maturazione ulteriore queste aspettative e questi intendimenti, e che il mondo, finalmente libero dalla pandemia, sappia apprezzare sempre di più i benefici della pace, della cooperazione e del rispetto reciproco fra tutte le nazioni.

Auguri.


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