Approvata in prima lettura dalla Duma una legge che punisce chiunque riceva sostegno dall’estero, che limita riunioni pubbliche e pubblicazioni online. Una normativa che potrebbe reprimere ulteriormente il dissenso e aumentare la pressione sull’opposizione in Russia
È stato approvato in prima lettura dalla Duma, il Parlamento russo, il progetto di legge che offre ampi poteri alle autorità per dichiarare qualsiasi individuo come “agente straniero”, inclusi giornalisti accreditati in Russia, e limitare le riunioni pubbliche e le pubblicazioni in rete.
La normativa, presentata da un gruppo parlamentare composto da 11 deputati e 4 senatori, punisce le persone che svolgono attività politiche, o che raccolgono informazioni tecnico-militari, così come chi riceve denaro o altri aiuti dall’estero.
C’era già una legge sugli agenti stranieri, approvata nel 2012, ma riguardava soltanto le ong e altre organizzazioni con finanziamenti stranieri. In seguito a questa normativa, il Gruppo Helsinki-Mosca, operativo dal 1976, decise di rinunciare al sostegno economico per non essere qualificato come nemico dello Stato russo.
Nel 2017, è stata introdotta una riforma che permette di catalogare e sorvegliare anche i media stranieri, in risposta alla normativa americana imposta alla statale RT per essere registrata negli Stati Uniti; e nel 2019 anche blogger e giornalisti e chiunque collabori con i media stranieri.
Secondo The Moscow Times, alcuni critici sostengono che questa legge ha lo scopo di “reprimere ulteriormente il dissenso e aumentare la pressione sull’opposizione, in vista delle elezioni parlamentari del prossimo anno”.
La legge, inoltre, vieterebbe anche agli “agenti stranieri” di ricoprire incarichi di governo municipale. “Gli esperti dicono che il linguaggio della normativa è così ampio che il sostegno dall’estero potrebbe significare semplicemente partecipare a un evento organizzato da un gruppo con finanziamenti esteri”, si legge sul Moscow Times.
Per essere approvato completamente, il progetto di legge deve passare tre letture da parte della Duma e un voto del Consiglio della federazione della Camera alta. E poi, finalmente, essere firmato del presidente Vladimir Putin.