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Recovery Fund, dalla fase dei ristori alla ricostruzione. Chi e come se ne parla

Di Annalisa Ferretti e Pietro Raffa

Fb&Associati ha analizzato, da giugno ad oggi, dimensioni e contenuti delle conversazioni on-line sul Recovery Fund confrontandole con la trattazione dello stesso, a livello parlamentare, tra le varie forze politiche. La ricerca spiegata da Annalisa Ferretti, partner FB&Associati e responsabile FB Bubbles e Pietro Raffa, digital strategist FB Bubbles

Mentre la politica si scontra su cabina di regia e contrappesi istituzionali, il dibattito online, che inizia a decollare dopo la notizia dell’arrivo del vaccino, evidenzia priorità e sensibilità molto chiare tra sanità, transizione energetica, parità di genere, innovazione digitale e sociale, con punte di rilievo per quanto riguarda il tema istruzione. Diversi i rappresentanti istituzionali che trattano il tema sui social, da Paola Taverna, attenta al tema transizione energetica, a Di Maio, che punta invece su innovazione digitale. La Lega, attraverso il suo leader Matteo Salvini, punta sulla sanità, destinataria – a suo dire – di troppe poche risorse. Quasi opposte le dinamiche di trattazione parlamentare, dove si registrano oltre 100 atti di sindacato ispettivo. Il dato più rilevante? La quasi totale assenza di attenzione su quella che oggi appare una delle priorità del paese: scuola e istruzione.

Questa è, in sintesi, la fotografia di come viene trattato nelle istituzioni e sui social il tema Recovery Fund, tracciata da Fb Bubbles la divisione di FB&Associati specializzata in analisi del dibattito pubblico e sviluppo di campagne di advocacy.
FB Bubbles, ha esaminato dimensioni e contenuti delle conversazioni on-line su questo argomento confrontandole con la trattazione dello stesso, a livello parlamentare, tra le varie forze politiche.
Se lo scontro politico ruota attorno alle soluzioni organizzative e ai contrappesi negli schemi decisionali i cittadini guardano alla sostanza della strategia adottata dal governo e a tutta una serie di priorità in cui primeggia in particolare la questione ecologica, i temi della parità di genere e della coesione sociale, con la partita sanitaria a farla da padrone.

Il dibattito on-line

Dal mese di giugno ad oggi (dicembre 2020) la discussione sul Recovery Fund ha registrato 338.300 menzioni per un totale di 6.2 milioni di interazioni, considerevole in termini assoluti, meno rilevante considerando l’arco temporale. Il Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), grazie al quale sarà possibile accedere ai fondi, individua sei macro-missioni per rilanciare il paese: rivoluzione verde e transizione ecologica; parità di genere, coesione sociale; sanità; digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; mobilità sostenibile; istruzione e ricerca.

Il primo tema è la transizione ecologica che negli ultimi mesi ha generato on-line circa 93.4 mila interazioni registrando un evidente picco di salienza attorno a metà settembre, a seguito della decisione della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen di vincolare il 37% delle risorse complessive del Recovery Fund in azioni compatibili al patto verde per l’Europa. In linea con questa indicazione, infatti, il governo italiano è intenzionato a destinare a questa voce 74,3 miliardi di euro. A livello governativo il dibattito non è stato particolarmente acceso, tuttavia emerge una netta spaccatura tra maggioranza e opposizione. Il centrodestra con toni polemici sostiene che “l’ambientalismo ideologico del governo rischia di ostacolare la transizione ecologica”, mentre, dall’altro, Pd e M5s sono legati. Tra i politici, Paola Taverna (M5s), monopolizza la discussione ricordando alla propria community che la riconversione green, pilastro fondamentale del Pnrr, è da sempre punto programmatico del Movimento.

Per quanto attiene parità di genere e coesione sociale, nonostante sia stato menzionato 31.100 volte negli ultimi sei mesi, il suo volume di interazioni (73 mila) ci consegna una fotografia più realistica di quella che è stata l’accesa discussione nel merito. Un picco nell’andamento del dibattito emerge a metà ottobre in corrispondenza della decisione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte di accogliere la risoluzione bipartisan promossa da Elena Bonetti (Iv) e Mara Carfagna (Fi) e destinare una parte significativa del Recovery Fund all’occupazione femminile. I gruppi politici più attivi sono Pd e Lega che, tuttavia, si attestano su posizioni diametralmente opposte. Per il partito di Nicola Zingaretti “la parità di genere deve essere un obiettivo centrale del Recovery Fund”, mentre il sentimento diffuso tra le fila del Carroccio è ben espresso da Susanna Ceccardi che commenta: “l’utilizzo strumentale di 17.1 miliardi di risorse pubbliche per portare avanti battaglie ideologiche è assurdo, le priorità ora sono altre”.

Il tema più discusso è la sanità con oltre 22 mila menzioni per un volume di 711.9 mila interazioni. Un significativo picco di salienza tra le discussioni online e le ricerche degli utenti su Google si registra in occasione della pubblicazione della bozza del Pnrr con cui si conferma la cifra di 9 miliardi assegnata a questa voce. La maggior parte dei contenuti social sull’argomento tende a sottolineare che la scelta di destinare una porzione così limitata di risorse del Recovery Fund alla sanità pubblica possa rimandare ad una volontà del governo di voler accedere ai fondi del Mes. Lo evidenziano anche stakeholder istituzionali e influencer socio-culturali, come si evince dal post dell’economista Vladimiro Giacchè. Tra gli scranni parlamentari il gruppo politico che si è esposto maggiormente e con toni più critici è la Lega: tra tutti spicca il contenuto (31.230 interazioni) con cui Matteo Salvini comunica il proprio sdegno circa la decisione di destinare solo 9 miliardi alla sanità durante un’emergenza pandemica.

Tra gli altri temi al centro del dibattito per la redistribuzione dei fondi del Recovery Fund troviamo anche digitalizzazione e innovazione, menzionati rispettivamente 10.9K e 13.5K volte online negli ultimi 6 mesi, con picchi il 21 luglio in corrispondenza del vertice UE e il 16 settembre con la presentazione al parlamento da parte del Governo del Pnrr. Sui temi dell’innovazione e della digitalizzazione M5s, Pd e Iv sono i più attivi a livello social. In particolare è Di Maio su Facebook a inserire “digitalizzazione e innovazione” tra le priorità del governo per “rendere l’Italia sempre più moderna e competitiva”, così come Paola Taverna che in occasione dell’approvazione in Senato delle linee guida per la gestione del Rf afferma: “Transizione ecologica, (..), innovazione e digitalizzazione, inclusione sociale, nostri fari da sempre, sono i punti programmatici che già stiamo realizzando e che avremo la possibilità di portare avanti per il bene di tutti”. Anche per Zingaretti “Innovazione (…), digitalizzazione del paese e drastico ammodernamento della pubblica amministrazione” rientrano tra le priorità dell’agenda politica della maggioranza.

Infine c’è il tema dell’istruzione, che è stato menzionato 11.4K volte online negli ultimi sei mesi, generando 574.8K interazioni, una cifra considerevole che ci fornisce un’idea precisa del peso di questo tema nel dibattito pubblico e istituzionale. Proprio tra gli articoli online che hanno ottenuto più interazioni, troviamo un’Ansa che riassume l’intervento della ministra Azzolina in commissione Istruzione e cultura alla Camera, in cui viene ribadita la necessità di destinare una parte consistente del RF al capitolo istruzione, concetto ribadito dalla ministra anche sui propri canali social. Nicola Zingaretti su Facebook propone di portare l’investimento sull’istruzione dal 3,6% al 5% del PIL nei prossimi 4 anni, sottolineando che “la priorità assoluta deve essere data ai giovani. Scuola, università e ricerca al centro della rinascita italiana per creare lavoro”. Sul tema sono intervenuti anche membri dell’opposizione, tra cui Rossano Sasso, che sottolinea la disponibilità a collaborare da parte della Lega, e il senatore di Forza Italia Andrea Cangini, che afferma: “avremmo voluto esprimere un parere condiviso con la maggioranza sull’utilizzo delle risorse che proverranno dal Recovery Fund in ambiti essenziali per il futuro alla nazione come istruzione e cultura. Lette le linee guida del governo, ci siamo resi conto che non era possibile”.

Il dibattito parlamentare

Nel dibattito parlamentare, tra gennaio e dicembre 2020 si registrano quasi 100 atti parlamentari sul Recovery Fund, soprattutto in casa Fi (17), M5s (15) e Pd, con prevalenza su digitalizzazione e rivoluzione green, quasi ignorato invece il tema scuola.

Per quanto riguarda le tematiche, il maggior numero di atti riguarda la digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura (34) assieme a rivoluzione verde e transazione ecologica (16) e salute (13). Sono risultate quasi inesistenti le infrastrutture per una mobilità sostenibile (7), Parità di genere, coesione sociale e territoriale (7) ed istruzione e ricerca (6).

In dettaglio, il Partito democratico risulta “attivo” sulla missione numero 1, digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura e numero 3, infrastrutture per una mobilità sostenibile.

Al contrario, Italia viva è l’unico partito a non aver presentato alcun atto relativo alla missione di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, ma si è concentrato sulla missione numero 2, rivoluzione verde e transazione ecologica e una sulla missione 6 Salute.

Forza Italia è uno dei partiti che ha presentato il maggior numero di atti “toccando” tutte le tematiche. In dettaglio, ha presentato sette atti di sindacato ispettivo in merito alla prima missione (Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura), uno su rivoluzione verde e transazione ecologica, tre sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile, due su istruzione e ricerca, nessuno su parità di genere, coesione sociale e territoriale e quattro sulla salute.

Anche la Lega ha presentato un numero rilevato di atti sulla prima missione (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura). Per quanto riguarda le altre tematiche due su rivoluzione verde e transazione ecologica, uno sulle infrastrutture, nessuno sulla scuola, uno sulla parità di genere e due sulla salute, quest’ultimo protagonista nei temi trattati dal partito a livello social.

Fratelli d’Italia ha dimostrato un particolare interesse per la prima missione (digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura) presentando sette atti di sindacato ispettivo. Ha presentato poi tre atti sulla rivoluzione verde transazione ecologica, uno su parità di genere, coesione sociale e territoriale e nessuno su infrastrutture per una mobilità sostenibile, istruzione e ricerca e salute.

Il gruppo misto ha presentato atti in maniera uniforme su tutte le tematiche eccetto istruzione e ricerca.

Infine, Liberi e uguali ha presentato un atto su digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura, uno su rivoluzione verde e transazione ecologica, nessuno su infrastrutture per una mobilità sostenibile, uno su istruzione e ricerca, uno su parità di genere, coesione sociale e territoriale e nessuno sulla salute.

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