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Il ballo (virale) dei robot di Boston Dynamics. Ma quanto valgono?

C’è Atlas l’umanoide, Spot più simile a un cagnolino e Handle, il “robot da magazzino”. Sono i protagonisti del video virale di auguri di Boston Dynamics, l’azienda americana specializzata in robotica. Alcuni sono già disponibili in commercio (si parte da 74.500 dollari) con applicazioni svariate

È già virale il biglietto di auguri per il nuovo anno di Boston Dynamics: un ballo al ritmo di “Do you love me?” dei The Contours con protagonisti quattro robot più che agili. Sono i prodotti più evoluti dell’azienda americana (da poco acquistata dalla coreana Hyundai), frutto di trent’anni di lavoro tra commesse militari e una forte interrelazione tra mondo dell’industria e della ricerca.

I DUE UMANOIDI

La danza è avviata da “Atlas”, il robot umanoide nella sua ultima versione, più agile e leggero. È definito dall’azienda “una piattaforma di ricerca progettata per superare i limiti della mobilità del suo corpo”. Non commercializzato, Atlas è usato per capire quanto si può spingere la robotica in termini di mobilità. Oltre la meccanica (ci sono ben 28 giunti idraulici) e il lavoro sui materiali (molti stampati in 3D), c’è la parte software per dare equilibro e agilità al robot. In altri video lo si vede fare parkour, saltare un tronco ed eseguire diverse acrobazie. Ricorda chiaramente gli umani: è altro 1,5 metri per 80 chilogrammi di peso, capace di muoversi fino a 1,5 metri al secondo. Nel video di auguri di Altas ce ne sono due, spesso impegnati a eseguire le stesse mosse.

“SPOT”, IL ROBOT DA ISPEZIONE

Il ballo dei due umanoidi è accompagnato da quello che pare il loro animale da compagnia. Quattro zampe, giallo, collo lungo e quello che sembra a tutti gli effetti un becco. È “Spot”, il robot mobile progettato per operazioni di rilevamento, ispezione e monitoraggio. È già in commercio, disponibile nella versione base (“explorer”) a 74.500 dollari, sebbene la cifra salga esponenzialmente con i vari accessori. Capace di portare 14 chilogrammi di carico aggiuntivo è controllabile da remoto tramite tablet, oppure programmabile per eseguire missioni in modo autonomo, per lo più dirette all’acquisizione di dati su aree di interesse. Anche lui dimostra grande agilità. Secondo l’azienda “può acquisire grandi quantità di dati”, automatizzando “le attività di ispezione di routine e l’acquisizione dei dati in modo sicuro, accurato e frequente”.

SOGNI SPAZIALI

Le applicazioni sono anche per lui innumerevoli, dal controllo dei territori per il settore delle costruzioni a impieghi di sicurezza pubblica, fino al campo energetico, visto l’interesse per questo tipo di sistemi manifestato da tante aziende petrolifere, desiderose di verificare in modo più agevole lo stato di linee e infrastrutture. Tra i clienti del sistema c’è il celebre Jet Propulsion Laboratory del California Institute of Technology, tra i maggiori centri di ricerca della Nasa con sede a Pasadena. D’altra parte, robot di questo tipo sono già stati immaginati per l’esplorazione di pianeti e satelliti, a iniziare dalla Luna. Non è un caso che il motto della Boston Dynamics sia più che altro un suggerimento: “Cambiate la vostra idea su ciò che i robot possono fare”.

IL ROBOT DA MAGAZZINO

Ambizioni apparentemente minori le ha “Handle”, il terzo protagonista del video per gli auguri. Meno appetibile nella linea, è immaginato soprattutto per l’impiego in magazzini e presso strutture di distribuzione. Ha un braccio di tre metri per “acchiappare” le scatole più distanti, capace di caricare fino a 15 chilogrammi. Si muove su due ruote a una velocità massima di 4 metri al secondo. È “il robot mobile per lo spostamento di scatole all’interno del magazzino”, spiega l’azienda. “L’ingombro ridotto, il lungo raggio d’azione e il sistema di visione della maniglia consentono di scaricare camion, caricare pallet e spostare scatole in tutta la struttura”. Dovrebbe essere disponibile in commercio a partire dal 2022. È invece già disponibile il quarto prodotto robotico, non presente nel video: “Pick”, un grosso braccio che in modo autonomo (tramite algoritmi di deep learning) identifica e svuota scatoloni.

E L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE?

L’azienda non parla mai di intelligenza artificiale. Nella maggior parte dei casi i robot sono guidati dagli operatori, mentre altre volte eseguono operazioni in maniera autonoma. Boston Dynamics ammette che ciò non significa proprio “intelligenza artificiale”. Per Spot si parla ad esempio di “intelligenza atletica”, in quando il robot è in grado di seguire un percorso pre-stabilito in modo autonomo di fronte agli ostacoli, salendo ad esempio le scale o modificando l’andatura rispetto al terreno. “Applicazioni come l’arresto di una missione autonoma quando una persona è nelle vicinanze o la risposta ai comandi vocali possono essere aggiunte al robot”, ma la comprensione del mondo esterno rimane “limitata”.

L’AZIENDA

Il video di auguri riassume lo sviluppo trentennale dell’azienda, nata nel 1992 come spin-off del Massachusetts Institute of Technology da un gruppo di ricercatori guidati da Marc Raibert. La svolta nei primi anni 2000 grazie al lavoro su “BigDog”, il robot quadrupede commissionato dalla Darpa, agenzia del Pentagono che si occupa della ricerca avanzata in campo militare. Nel 2013 viene acquistata da Google. Quattro anni dopo dalla holding giapponese SoftBank Group e, molto più di recente (solo qualche settimana fa) dalla coreana Hyundai Motor Company. Il quartier generale resta a Waltham, in Massachusetts.


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