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Gli errori del governo sulla Libia. Scrive Perego di Cremnago (FI)

Di Matteo Perego di Cremnago

“Abbiamo assistito, con la liberazione dei 18 pescatori, alla pagina più bassa della recente storia repubblicana”. L’intervento di Matteo Perego di Cremnago, deputato di Forza Italia e membro della commissione Difesa della Camera

Credo che da politico sia doveroso e primario il rispetto delle istituzioni, in particolare della Repubblica, quella casa posta a fondamento della società ovvero quell’insieme di cittadini che tutti noi siamo, con la nostra vita, i nostri diritti e doveri.

Accettiamo la limitazione delle nostre libertà individuali, in nome di un bene maggiore, la salute; è banale dirlo ma è bene ricordarlo dopo un anno così.

Abbiamo subito, poi reagito come Paese e mai, lo posso dire con orgoglio, abbiamo perso il senso di civiltà, il rispetto delle regole.

Ora, mi sorge un dubbio, se il popolo italiano sia capace di reagire e capace di comprendere o incapace di una coscienza propria, di un’autonomia di giudizio, se l’opinione pubblica non sia ormai informata dall’onnipotente strumento della comunicazione di massa.

Faccio questa lunga premessa, perché a mio umilissimo modo di vedere, abbiamo assistito, con la “liberazione” dei 18 pescatori, alla pagina più bassa della recente storia repubblicana, mi spiego.

Il presidente del Consiglio dei ministri della settima potenza mondiale, accompagnato dal ministro degli Affari esteri e dal portavoce del presidente del Consiglio (basta omettere i nomi e la narrazione assume una veste molto più qualificata), si sono recati a Bengasi, in Libia, sede dell’autorità politica della Cirenaica, non riconosciuta dall’Onu e dalla Comunità internazionale, per richiedere il rilascio di 18 cittadini italiani in stato di fermo illegittimo per non aver commesso un reato, con la conseguenza di aver posto l’Italia, con i suoi massimi vertici, al pari di un generale, autoproclamatosi leader di una regione di un Paese sottoposto a embargo e in conflitto dal 2011, contro ogni ragionevole codice diplomatico, a due gravi conseguenze: i cittadini italiani si possono prendere in custodia, dopo tre mesi, per uno show pre natalizio, verrà a riprenderli il presidente del Consiglio, con un ministro e un portavoce, probabilmente dopo aver negoziato un prezzo economico e politico per chi vi ha preso in custodia.

Dimenticatevi dell’Italia del Rinascimento, della sua storia millenaria, del suo genio e potrei andare avanti per ore, perché ora abbiamo un professore di media statura, un giovane diplomato al liceo classico di Pomigliano d’arco con alcuni piccoli lavoretti e un signore del brindisino che dichiara di aver fatto un Mba in un’università che nega di averlo avuto come studente, bene questi tre signori verranno con un aereo di stato a prendervi, dovete solo aspettare 108 giorni.

State tranquilli, 108 giorni, la Repubblica è salva.



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