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Professionisti per la Space economy. Ecco l’intesa tra Sapienza e Bocconi

A palazzo Chigi, con il sottosegretario Riccardo Fraccaro, il dipartimento di Ingegneria meccanica della Sapienza e il laboratorio per la Space economy della Bocconi hanno siglato un accordo di collaborazione. L’obiettivo è formare i professionisti della nuova economia spaziale, tra i grandi programmi per la Luna e le ricadute sulla Terra

Un nuovo filo “spaziale” unisce Roma e Milano, all’insegna delle opportunità derivanti dalla New space economy. Il dipartimento di Ingegneria meccanica e aerospaziale (Dima) dell’Università La Sapienza e il laboratorio Space economy evolution (See Lab) della Sda Bocconi hanno varato un accordo di collaborazione in tema di economia spaziale per nuovi percorsi interdisciplinari. Lo hanno fatto a palazzo Chigi, insieme al sottosegretario Riccardo Fraccaro, al presidente dell’Agenzia spaziale italiana (Asi) Giorgio Saccoccia, alla rettrice della Sapienza Antonella Polimeni e al dean della Sda milanese Giuseppe Soda. A firmare l’intesa i direttori dei due istituti, i professori Paolo Gaudenzi e Andrea Sommariva.

ESSERE COMPETITIVI

“Lo Spazio sarà uno degli elementi strategici e trainanti dell’economia, della società e della geopolitica per i prossimi decenni”, ha spiegato Fraccaro. Più che in passato, il settore spingerà l’innovazione con ritorni finora impensabili sulla Terra. È la “nuova era dello Spazio”, che “va in due direzioni”, secondo il sottosegretario. La prima è la New space economy, cioè “l’apertura di un mercato prima inaccessibile”, con l’ingresso di nuovi attori privati. La seconda è la nuova ondata esplorativa che punta a Luna e Marte, con l’Italia già a bordo del programma americano Artemis. Per il Paese, la sfida è “capire come possiamo essere competitivi e protagonisti di questa nuova avventura”, ha notato Fraccaro. Di sicuro “avremo bisogno di capitale umano competitivo”, ha aggiunto accogliendo “con soddisfazione” la firma dell’accordo.

LA FORMAZIONE CHE SERVE AL PAESE

L’iniziativa dei due istituti, gli ha fatto eco Saccoccia, è “indice della direzione che deve prendere la formazione italiana quando parliamo di spazio”. Si tratta di “porre la giusta attenzione agli aspetti economici sin dall’inizio dello sviluppo di sistemi spaziali”. Non farlo, ha avvertito il presidente dell’Asi, rischia di portare a “errori clamorosi”, come la “bolla delle mega costellazioni” nella metà degli anni 90, quando imprese enormi furono avviate senza che poi si potessero dimostrare sostenibili economicamente. Per il futuro, “la chiave è la formazione mista, poiché permettere di diffondere tra i giovani la mentalità adatta a massimizzare i ritorni che lo Spazio può fornire alla società”.

L’ACCORDO

Le attività congiunte Dima-See Lab potrebbero partire già l’anno prossimo con apposite proposte formative. L’intesa permetterà alle due istituzioni di cooperare sul piano dello sviluppo culturale e degli approcci metodologici, con l’obiettivo di garantire nuove opportunità di formazione avanzata. Si punta all’integrazione multidisciplinare tra percorsi formativi di natura ingegneristica, scientifica, ed economica. È la conferma dell’incontro tra due culture, aziendale e spaziale, da cui si attende la capacità di cogliere al meglio le sfide extra-atmosferiche, riuscendo così a generare maggiori benefici economici dalle attività in orbita (e non solo). Tra esplorazione della Luna, stazioni commerciali e viaggi interplanetari, anche l’Università si apre alla nuova Space economy.

UN CAMBIO DI PARADIGMA

“Assistiamo oggi ad una prorompente evoluzione del settore spaziale a livello globale”, ha spiegato il professor Gaudenzi, direttore del Dima (il bando per il master in satelliti è aperto). “Si tratta di un processo in forte accelerazione e caratterizzato da cambiamenti profondi nei processi tecnologici e nella concezione stessa delle attività spaziali”. Difatti, ha aggiunto, “la dirompente scesa in campo di attori privati, lo sviluppo di costellazioni satellitari di elevata complessità, il ritorno al massimo interesse politico e militare per lo spazio ed il rilancio di missioni di esplorazione umana sulla Luna e su Marte sono elementi evidenti di un passaggio epocale in atto”. Occhi puntati dunque sul ritorno dell’uomo sul satellite naturale.

PROFESSIONISTI DELLA SPACE ECONOMY

L’esplorazione di lungo periodo della superficie lunare apre difatti opportunità sterminate, ha spiegato il professor Sommariva, dall’estrazione dell’acqua alla stampa 3D, dai pannelli solari ai veicoli autonomi che dovranno supportare gli astronauti. Per realizzare tutto questo serviranno nuove competenze, nonché innovative forme di dialogo tra aziende spaziali e realtà che con lo spazio hanno finora avuto poco a che fare. L’accordo tra Dima e See Lab punta a fornire le competenze (con annessa spinta a start up e Pmi), “per dotare il Paese di un capitale umano che sappia comprendere le opportunità commerciali che derivano dallo Spazio”. D’altra parte, ha concluso Sommariva, “la scienza e la tecnologia definiscono ciò che è possibile, ma la sua realizzazione in campo spaziale dipende dai benefici economici e sociali che ne derivano qui sulla Terra”. Bocconi e Sapienza formeranno i professionisti in grado di capirlo in anticipo.


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