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Ecco gli ultrà di Trump pronti a terremotare la ratifica di Biden

Il 6 gennaio il nuovo Congresso si riunirà in sessione plenaria per contare i voti e, quindi, ufficializzare la vittoria di Biden. Ma Trump ha trovato almeno un senatore repubblicano pronto a sollevare obiezioni su presunte irregolarità

Il 6 gennaio, quando il nuovo Congresso si riunirà sul Campidoglio in sessione plenaria per contare e certificare i voti espressi dal Collegio elettorale il 14 dicembre e, quindi, ufficializzare la vittoria di Joe Biden nelle presidenziali del 3 novembre (306 Grandi elettori contro 232), non filerà tutto liscio: Donald Trump ha trovato almeno un senatore repubblicano, Josh Hawley, del Missouri, pronto a sollevare obiezioni su presunte – mai provate – irregolarità del voto, come aveva già detto che intende fare un deputato repubblicano del Texas, Louie Gohmert.

Ogni membro della Camera, purché sostenuto da almeno un membro del Senato, può farlo, innescando un dibattito seguito da un voto in ciascun ramo del Congresso. I media Usa prevedono che la procedura non ribalterà il risultato delle elezioni, ma rallenterà la conferma formale e definitiva dell’elezione di Biden e ‘spaccherà’ nel voto i repubblicani.

Proprio per questo il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell, aveva auspicato che nessun senatore appoggiasse la contestazione dei deputati ‘pro Trump’. La mossa di Hawley è probabilmente collegata alle voci di un rientro anticipato di Trump a Washington da Mar-a-lago, dove passa le feste e dove staserà celebrerà il nuovo anno con un ricevimento con 500 persone, nonostante l’epidemia di coronavirus in atto. I media parlano d’un magnate d’umore nero, perché non avrebbe apprezzato la ristrutturazione della residenza in Florida fatta dalla moglie Melania.

Più che a battersi contro il coronavirus, Trump è impegnato, in queste ore, in un ‘braccio di ferro’ con il Congresso, che vuole ‘bypassare’ il veto sui finanziamenti alla difesa, mentre i repubblicani gli negano l’aumento da 600 a 2000 dollari degli aiuti diretti ai cittadini americani con reddito sotto i 75mila dollari annui – favorevoli, invece, Biden e i democratici. Il magnate definisce l’atteggiamento dei repubblicani “un vergognoso atto di vigliaccheria”.

Negli ultimi giorni, Trump ha inasprito nei toni e nei fatti la sua riluttanza al passaggio di consegne al suo successore. Biden ha denunciato l’”irresponsabilità” del magnate, che ostacola la transizione al Pentagono e tiene celate al team del presidente eletto notizie essenziali per la sicurezza nazionale, anche economiche e finanziarie. “Al momento non stiamo ricevendo tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno”, per esempio sulla dislocazione all’estero delle truppe Usa, dice Biden. C’è allarme perché i nemici dell’America potrebbero profittare del caos nell’amministrazione.

Ma un sondaggio ringalluzzisce il magnate quasi ex presidente: per la prima volta, la Gallup gli assegna il titolo di uomo più ammirato dagli americani (18% di nomination), dopo 12 anni d’ininterrotto dominio di Barack Obama (15%), che cede una fetta dei suoi fan a Joe Biden (6%). Nella classifica, molto frammentata, ci sono pure il virologo Anthony Fauci al 3% e papa Francesco al 2%. Il risultato testimonia che Trump, nonostante la sconfitta elettorale, ha uno zoccolo duro d’irriducibili sostenitori.

È su di loro che punta per provare a dare una spallata al risultato delle elezioni il 6 gennaio, mobilitando i suoi fans per una manifestazione parallela alla plenaria del Congresso. Ma ormai anche la stampa un tempo amica invita Trump a desistere: il New York Post di Rupert Murdoch dedica la copertina al magnate presidente, “basta con questa follia, hai perso le elezioni… stai spingendo per un golpe anti-democratico”.

Il Nyp suggerisce a Trump di concentrarsi sui ballottaggi in Georgia, che il 5 gennaio decideranno la maggioranza in Senato, ricordandogli quanto sia importante per i repubblicani mantenerla. “Se insisti a usare gli ultimi giorni in carica per minacciare di buttare tutto giù è così che sarai ricordato. Non come un rivoluzionario, ma come un anarchico con in mano un fiammifero”.

Proprio in Georgia una giudice federale, Leslie Abrams Gardner, sorella di Stacey Abrams, un’attivista democratica, ha appena sventato brogli repubblicani per escludere dal voto 4.000 elettori (al 95% democratici).

Biden non vuole perdere tempo per riguadagnare “la fiducia del mondo” agli Stati Uniti, segnalando che, su molti fronti, gli altri Paesi hanno cominciato a lavorare senza o addirittura contro gli Usa. L’ex vice di Obama vede un “grave rischio per la sicurezza nazionale” negli attacchi hacker subiti dalle istituzioni statunitensi nelle scorse settimane. E avverte ritardi nella distribuzione dei vaccini anti-Covid, mentre la pandemia è più virulenta che mai nell’Unione, con un americano su mille deceduto e quasi uno su 15 contagiato.

Secondo i dati della John’s Hopkins University, alla mezzanotte di ieri sulla East Coast, i contagi nell’Unione erano in totale oltre 19.740.000 – tra oggi e domani, potrebbero superare i venti milioni – e i decessi oltre 342.300. Nelle ultime 24 ore, il nuovo record di decessi giornalieri: oltre 3.900.

Biden nota: “Avevano detto che entro fine anno sarebbero state vaccinate venti milioni di persone. Oggi solo alcuni milioni sono stati vaccinati”. E si pone come obiettivo 100 milioni di vaccini nei suoi primi 100 giorni alla Casa Bianca. Trump gli ribatte via Twitter: “Spetta agli Stati distribuire i vaccini una volta che sono stati consegnati dal governo federale. Non abbiamo solo sviluppato i vaccini, ma li abbiamo anche consegnati agli Stati. Biden fallì con la febbre suina!”.

Per Biden, ci sarà “un ritorno alla normalità nel 2021. Ma le prossime settimane e i prossimi mesi saranno difficili”: la pandemia “andrà peggio prima di migliorare”. La distribuzione dei vaccini – dice Biden – sarà la maggiore sfida che “affronteremo come Paese”. Il presidente eletto chiede, quindi, “un sacrificio” agli americani: indossare la mascherina, lavarsi le mani spesso ed evitare assembramenti al chiuso.

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