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#QuantiVaccini? Vi spiego l’iniziativa della Fond. Einaudi sulla trasparenza dei dati vaccinali

Di Andrea Pruiti Ciarello
covid vaccino

La Fondazione Luigi Einaudi ha inviato una lettera al governo il 28 dicembre e aspetterà ancora fino al 4 gennaio 2021 per chiedere l’accesso ai dati di vaccinazione relativi ai primi vaccini somministrati e ad altre notizie sulla distribuzione, sui costi, sulle categorie che hanno la precedenza. L’intervento dell’avvocato Andrea Pruiti Ciarello, Cda Fondazione Luigi Einaudi

Da mesi non si parla d’altro, il vaccino anti-Covid sembra essere la panacea di tutti i mali, se badiamo a come viene presentato in Tv.

Servizi giornalistici che mostrano un furgone con il vaccino della Pfizer-Biontech attraversare il Brennero, scortato da auto della Polizia e dei Carabinieri; il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ringrazia il ministro Roberto Speranza e gli operatori sanitari per la campagna di vaccinazione più grande di tutti i tempi, utilizzando toni trionfalistici, come se non fossimo la prima nazione al mondo per numero di morti in rapporto al numero di abitanti.

La Fondazione Luigi Einaudi, che nel mese di aprile, prima di tutti gli altri, aveva posto l’attenzione sulla necessità che tutti gli atti amministrativi relativi alla gestione dell’emergenza sanitaria da Covid-19 fossero resi pubblici e accessibili a chiunque avesse interesse a consultarli, in concomitanza all’inizio “simbolico” della campagna di vaccinazione anti-Covid, ha avviato l’iniziativa #QuantiVaccini finalizzata, ancora una volta, a promuovere la massima trasparenza nella gestione dei dati di vaccinazione.

La Fondazione Einaudi chiede che il governo istituisca sui siti web del ministero della Salute e della Protezione Civile una sezione interamente dedicata alla diffusione quotidiana di tutti i dati di vaccinazione disponibili, così come già hanno fatto Germania e Francia e, dopo la lettera inviata al governo il 28 dicembre, aspetterà ancora fino al 4 gennaio 2021 per chiedere l’accesso ai dati di vaccinazione relativi ai primi vaccini somministrati.

L’auspicio è quello che il governo fornisca questi dati spontaneamente, senza costringere i legali della Fondazione Einaudi all’ennesimo ricorso al Tribunale amministrativo.

I problemi della gestione della campagna vaccinale anti-Covid, comunque non finiscono con la pubblicazione dei dati.

C’è il problema della formazione del personale sanitario che dovrà procedere alla somministrazione del vaccino, che allo Stato, è limitata ai pochi centri che hanno avviato solo simbolicamente la campagna vaccinale. Qual è il cronoprogramma di formazione di medici e infermieri, di individuazione territoriale dei centri di somministrazione vaccinale?

C’è il problema della sorveglianza immunologica sulla somministrazione del vaccino.

Il piano strategico per la vaccinazione presentato dal ministero della Salute evidenzia la necessità di predisporre una sorveglianza aggiuntiva sulla sicurezza dei vaccini stessi, con l’obiettivo “di monitorare gli eventuali eventi avversi ai nuovi vaccini Covid nel contesto del loro utilizzo reale”. Un monitoraggio di tale portata avrà bisogno di risorse economiche importanti e di un supporto tecnico e scientifico basato, per l’appunto, sulla accessibilità dei dati di vaccinazione.

Sarebbe utile conoscere a che punto sia il governo nella risoluzione di questi problemi. E ancora, quali saranno le categorie che si potranno vaccinare prima delle altre? Quali sono i costi e dove saranno reperite le risorse per l’organizzazione di una struttura tanto estesa quanto complessa?

E non si dica che le priorità sono quelle di vaccinare e tutelare il diritto alla salute dei cittadini e per queste informazioni si può attendere, perché una cosa non esclude l’altra e lo stato di emergenza fa a pugni con lo stato di diritto.

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