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Viaggi e chip, gli ultimi divieti americani su Hong Kong e Cina

hong kong

Washington alza a livello tre il rischio per i viaggiatori statunitensi nell’ex colonia britannica a causa della legge sulla sicurezza nazionale cinese. E inserisce nuove aziende nella black list del Dipartimento del Commercio, tra cui Semiconductor Manufacturing International Corp (SMIC)

Stop ai viaggi a Hong Kong. È questa l’ultima stretta del Dipartimento di Stato americano contro la Cina. L’emanazione di un’allerta sugli spostamenti mette in guardia i cittadini statunitensi dal rischio di essere arrestati arbitrariamente sull’isola, perché in questo caso Hong Kong viene equiparata alla Cina continentale, in vista della nuova legge sulla sicurezza nazionale.

L’annuncio è entrato in vigore ieri e alza l’avvertimento a livello tre, il secondo più elevato nella scala del governo federale degli Stati Uniti. Le autorità americane sostengono che l’allarme era entrato in vigore a settembre, quando è stata approvata la polemica normativa che comporta il rischio di un “esercizio unilaterale e arbitrario del potere di polizia e sicurezza”, da parte della Cina.

E intanto si prepara l’inserimento di una dozzina di compagnie cinesi nella “lista nera” del Dipartimento del Commercio. Il segretario per il Commercio americano, Wilbur Ross, ha anticipato in un’intervista a Fox Business, che tra le aziende c’è il principale fabbricante di chip della Cina, Semiconductor Manufacturing International Corp (Smic).

In caso di inclusione nella lista nera, Smic dovrà chiedere una licenza speciale al Dipartimento del Commercio prima dell’invio di qualsiasi componente ad un fornitore americano; una condizione che potrebbe frenare gli acquisti. Come effetto immediato dell’intervista di Ross, i titoli di Smic sono crollati del 5,2% a Hong Kong e 1,8% a Shanghai.

Questa sarebbe l’ultima stretta del governo del presidente Donald Trump sulla Cina, per evitare l’accesso alla tecnologia avanzata americana. Ad oggi, la black list del Dipartimento del Commercio include 275 imprese, con tutte le sue sedi, e ha come obiettivo principale fare pressione sull’industria cinese. Tra le imprese segnalate ci sono Huawei, Zte Corp e il fabbricante di videocamere di sorveglianze Hikvision per i reati contro la minoranza uiguri in Cina.

Per la Cina, le limitazioni contro Smic sono un’altra evidenza della pressione americana contro le imprese cinesi, e Pechino non può che prendere misure necessarie per proteggere i propri diritti. Secondo l’agenzia Reuters, il ministero dei Rapporti Esteri cinese ha chiesto agli Usa di porre fine all’oppressione ingiustificata contro le aziende straniere.

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