Il 2021 potrebbe essere un anno drammatico, ma possiamo ancora evitarlo e farne un anno di opportunità se sapremo ricostruire fiducia e arginare la pericolosa incertezza che si sta accumulando. Formiche.net ha chiesto a Corrado Passera, ceo e fondatore di Illimity, come immagina il futuro (e le ricette per rilanciare il Paese)
L’incertezza è la malattia dei nostri tempi, non certo solo in Italia: è a rischio il pianeta per il clima, è a rischio la pace per le tensioni internazionali, è a rischio lo stato sociale per l’invecchiamento, è a rischio il lavoro per le nuove tecnologie, è a rischio l’identità per la globalizzazione, e così via. In Italia ci aggiungiamo una endemica mancanza di crescita economica che esaspera il disagio sociale e mette a rischio la sostenibilità del nostro debito pubblico.
Tutto ciò ha portato, non certo solo in Italia, a populismi di ogni tipo, polarizzazioni estreme e, in generale, a sempre maggiore instabilità sociale.
Covid-19 ha scatenato ulteriori incertezze sia sanitarie che economiche e ha accelerato i cambiamenti già in corso: basti pensare alla digitalizzazione pervasiva in tutti i campi che sta stravolgendo quasi tutti i settori: quello bancario è solo un esempio.
La combinazione di tutte queste incertezze provoca paura del futuro in una quota crescente della nostra comunità.
Tra pochi mesi alcuni fattori finora rimandati potrebbero esasperare la situazione economica e sociale: la fine delle moratorie del credito, lo sblocco dei licenziamenti, l’esaurimento progressivo delle riserve in moltissime aziende e dei risparmi in moltissime famiglie (e speriamo che non si aggiunga una crisi del nostro debito sovrano o una recrudescenza incontrollata del contagio o qualche crisi internazionale).
Se non ricostruiremo fiducia velocemente correremo rischi gravissimi: la storia ci dice cosa succede quando la paura sociale “scappa di mano”. Le reazioni estreme non sono affatto da escludere.
Per ricostruire fiducia e scatenare le molte energie italiane dobbiamo agire con grande decisione sia con ottica di breve che di medio periodo, sia a livello nazionale che comunitario. Con azioni concrete velocemente tangibili e con progetti per i quali valga la pena di impegnarsi nel medio periodo. Il coinvolgimento responsabile di cittadini e imprese sarà un fattore determinante nel realizzare obbiettivi molto ambiziosi, ma che possiamo, a mio parere, considerare alla nostra portata:
1. Acceleriamo le vaccinazioni, mobilitando tutte le strutture pubbliche, private e militari del Paese. Realizziamo per primi e in tempi record la copertura totale di tutta la popolazione e attrezziamoci strutturalmente a gestire anche le future epidemie, Covid non sarà certamente l’ultima. Usiamo le risorse del Mes per dotarci di strutture immobiliari e tecnologiche adeguate in tutta Italia, di una capacità molto superiore all’attuale di raccolta e gestione dei dati epidemiologici e di una capacità di test & tracing delle epidemie presenti e future efficiente e sempre funzionante. Riduciamo, cioè, drasticamente il rischio di futuri lockdown tanto devastanti quanto insufficienti.
2. Rilanciamo una crescita economica sostenuta e sostenibile utilizzando, dovunque possibile, leggi efficaci e immediatamente attivabili (che non hanno cioè bisogno di innumerevoli decreti attuativi), con strumenti decisionali straordinari e responsabilizzando al contempo la nostra Pubblica Amministrazione. Per riattivare una crescita sostenuta e sostenibile in tempi brevi non ci si può disperdere in mille rivoli, ma è necessario concentrarsi su alcune priorità:
• Scatenare le energie delle imprese che possono trainare la ripresa premiando fiscalmente e in modo strutturale le imprese che investono in innovazione e in capitale umano, che si rafforzano patrimonialmente e dimensionalmente. Leggi come Industria 4.0, Apprendistato, Ace hanno già dimostrato la loro efficacia.
• Realizzare in tempi accelerati – anche grazie a procedure autorizzative ed esecutive straordinarie – nuove infrastrutture strategiche fisiche, digitali, energetiche e di difesa del territorio e assicurare la manutenzione di quelle esistenti.
• Assicurare che i settori più colpiti dalla crisi – turismo, cultura, sport e trasporti in cima alla lista – siano messi in condizione di sopravvivere e possano approfittare di questa occasione storica per realizzare le necessarie ristrutturazioni (es. ammodernamento e aggregazione dell’offerta turistica).
3. Trasformiamo quattro nostre attuali debolezze strutturali in acceleratori di sviluppo sostenibile avviando le quattro riforme chiave: Istruzione, Giustizia, Burocrazia e Welfare. In ciascuno di questi campi ci si dovrebbe dedicare immediatamente agli interventi necessari e urgenti (qualcuno potrebbe negare che servono più risorse professionali e tecnologiche al sistema di giustizia?) mentre, in parallelo, ci si potrebbe dedicare a costruire consenso sui temi più “ideologici” e divisivi.
Le risorse da destinare a queste 4+4 priorità strategiche (vaccinazioni e rafforzamento della sanità, incentivi alle imprese forti, infrastrutture, supporto ai settori strategici più colpiti e riforma istruzione, riforma giustizia, riforma burocrazia, riforma Welfare) per riavviare la crescita e ridisegnare il nostro Paese sono disponibili in quantità irripetibili: nei prossimi 5 anni potrebbero essere destinati a questi fini tra i 400 e i 500 miliardi sommando sia i fondi nazionali che quelli comunitari. E guai a non usarli tutti: il debito “buono” non deve fare mai paura!
In questo quadro il ruolo dell’Europa sarà sempre più fondamentale. Dobbiamo mettere un booster europeo ai Piani Nazionali di Ripresa e Resilienza. Servono “investimenti federali” imponenti (4-5 trilioni di Euro) in infrastrutture fisiche e digitali comuni, in grandi progetti di ricerca, innovazione e transizione energetica, nel completamento dei single markets più importanti se vogliamo che la Ue non sia vaso di coccio tra le grandi potenze tecnologiche globali. Quando parlo di “investimenti federali” non mi riferisco a nuovi programmi nazionali finanziati da fondi europei, ma a investimenti selezionati, gestiti e finanziati a livello europeo. Lo sdoganamento degli Eurobonds potrebbe dare già nel 2021 un grande impulso al progetto europeo e l’Italia, se dimostrerà serietà a casa propria, potrà svolgere un ruolo da protagonista.
Il prossimo G20, dove pure l’Italia potrebbe essere propulsore positivo, ci offre, infine, un’occasione da non perdere per avviare il superamento della situazione di sostanziale GZero nella quale siamo finiti gli ultimi anni.
Il 2021, in grande sintesi, può essere un anno di svolta positiva, ma non dobbiamo sottovalutare i rischi che si stanno accumulando.