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Laschet visto da vicino. Cattolico, merkeliano e amico dei Verdi. Parla Galetti (Kas)

Armin Laschet

Nino Galetti, direttore della Rappresentanza in Italia e Malta della Fondazione Konrad Adenauer, racconta Armin Laschet, nuovo leader della Cdu. “La visita in autunno a Roma è stata molto importante per lui. Era un’occasione speciale”

Chi è Armin Laschet, il nuovo presidente dell’Unione Cristiano-Democratica di Germania? A raccontarlo a Formiche.net è Nino Galetti, direttore della Rappresentanza in Italia e Malta della Fondazione Konrad Adenauer.

Galetti parte da un dato biografico per tracciare un ritratto del ministro presidente della Renania Settentrionale-Vestfalia dal 2017. “È nato ad Aquisgrana, una città di tradizione romana, non è un aspetto da sottovalutare”, dice ricordando formazione e militanza cattolica del successore di Annegret Kramp-Karrenbauer alla guida del grande partito di centrodestra tedesco al governo da 16 anni ormai con la cancelliera Angela Merkel.

Che figura è Laschet?

È un tedesco un po’ atipico. Il suo discorso di oggi al congresso, in cui ha raccontato del padre minatore e dei suoi insegnamenti al rispetto per l’altro, chiunque sia, è stato molto toccante. Un’eccezione per l’austera tradizione politica tedesca.

Possiamo considerarlo il successore di Merkel?

Direi proprio di sì. Con lui ha vinto l’ala più centrista della Cdu, quella di ispirazione liberale e cristiano-sociale. Friedrich Merz, invece, incarnava l’anima più conservatrice e di destra del partito. Non aspettatevi grossi cambiamenti nella politica estera tedesca e in quella europea: lui è perfettamente in linea con la cancelliera Merkel e da sempre, sin da quando era membro del Parlamento europeo negli anni Novanta, comprende l’importanza dell’asse franco-tedesco.

E l’Italia? In autunno è stato a Roma e ha incontrato papa Francesco e il presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

È stato molto importante per lui, viste anche le sue forti radici cristiane, essere in Italia e incontrare il pontefice. L’occasione era una festa nazionale, il Giorno dell’unità tedesca, e lui era all’ambasciata di Roma ospite dell’ambasciatore Viktor Elbling.

Con lui la Cdu non apre la porta all’AfD. Lo farà con i Verdi?

Ha ottimi rapporti con i Verdi. Li coltiva da quando era giovane deputato nonostante le posizioni del leader di allora, Helmut Kohl. Ma è importante sottolineare che ancora non sappiamo se sarà anche candidato alla cancelliera a settembre. Lo sapremo tra febbraio e marzo, dopo il confronto tra Cdu e Csu, il partito fratello in Baviera.

A tal proposito molti sondaggi non sembrano premiarlo a livello nazionale, tanto che non si escludono le ipotesi di ticket con il ministro della Salute Jens Spahn o il ministro presidente bavarese Markus Söder.

I governatori hanno sempre un ruolo centrale nella politica nazionale e Laschet è a capo del land più popoloso di Germania. A questi sondaggi non credo molto: la pandemia sembra favorire figure, come Söder per esempio, più rigide nell’affrontare la pandemia. Invece, Laschet è… un po’ più generoso da questo punto di vista.

Sarà la gestione del coronavirus a decidere se sarà lui il candidato cancelliere dell’Unione?

Sì, senza dubbio il modo in cui la pandemia sarà affrontata è importante.

Che cosa sarà di Merz e dell’altro sfidante, Norbert Röttgen, oggi presidente della commissione Esteri del Bundestag?

Sono valori molto importanti per il partito. Röttgen rimarrà in politica e punta a offrire la sua esperienza in politica estera, forte anche di un buon rapporto con Laschet. Merz, invece, potrebbe lasciare la politica all’età di 66 anni: conosce bene l’economia e gli Stati Uniti, sarebbe un ottimo consigliere.

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