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Così la Cina cerca di aggirare le sanzioni Usa

Nuova stretta di Pechino. Le autorità cinesi potranno emettere un’ordinanza di proibizione per respingere l’applicazione di limitazioni contro cittadini o imprese cinesi, riservandosi il diritto di reagire con le “necessarie contromisure”

Il governo di Pechino è alla ricerca di un sotterfugio per eludere le sanzioni internazionali. E sembra averlo trovato. Il ministero del Commercio cinese ha annunciato nuove misure per contrastare le limitazioni imposte da altri Paesi contro imprese e cittadini cinesi.

Secondo il dicastero l’obiettivo principale di queste misure è “proteggerei diritti e gli interessi legittimi del popolo e delle aziende cinesi e salvaguardare gli interessi del Paese”. E per questo sarà creato un meccanismo capace di bloccare “ingiustificate applicazioni extraterritoriali di leggi e misure straniere” promulgate contro Pechino.

Per l’organo statale Global Times i nuovi provvedimenti di Pechino sono “l’ultima mossa per portare avanti l’autodifesa legale del Paese, in particolare contro il bullismo Usa”.

In pratica, lo stratagemma cinese prevede che quando si trovano cittadini e società inviino – entro un mese – un rapporto alle autorità quando si trovano di fronte a restrizioni legate alle sanzioni, che impediscano le loro attività economiche e commerciali.

Se gli incaricati ad analizzare i casi verificano che le misure sono “ingiustificate”, potranno emettere un’ordinanza di proibizione per respingere l’applicazione di tali sanzioni.

Inoltre, il governo cinese si impegna a sostenere le aziende che subiscono “perdite significative” a causa di queste limitazioni, riservandosi il diritto di reagire con le “necessarie contromisure”.

Invece, chi sceglie di non segnalare le sanzioni con l’invio del rapporto, o non rispetta l’ordinanza di proibizione emessa dopo l’analisi del caso, sarà soggetto di avvertimenti o multe.

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