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Così Salvini si è dato un tono (governista). Scrive Giubilei

Nella recente lettera al Corriere della Sera i segnali di un cambio di passo del leader leghista, dall’empatia per un anno di crisi e dolore al contributo costruttivo alla legge di Bilancio. Ecco perché, forse, Salvini è pronto per governare. Il commento di Francesco Giubilei, presidente della Fondazione Tatarella

La lettera di Matteo Salvini al “Corriere della Sera” traccia un bilancio di fine anno sull’operato della Lega (e della coalizione di centrodestra) e fissa i paletti per gli obiettivi da raggiungere nel 2021 confermando la linea espressa dal leader del Carroccio da varie settimane: “Siamo pronti a governare”.

Salvini si mostra consapevole del momento drammatico che sta attraversando il nostro paese sottolineando come “le scelte di questo periodo saranno determinanti per plasmare il futuro nostro, dei nostri figli e dei nostri nipoti” e il contributo della Lega è emerso migliorando la legge di Bilancio (per esempio con la cancellazione dell’obbligo della partita Iva per il volontariato).

Dalle sue parole emerge una visione diversa da quella proposta da Conte di un’opposizione irresponsabile affermando che “non è facile interloquire con un governo perennemente paralizzato dalle lotte di potere”. C’è poi il nodo del Recovery fund a cui la Lega sta lavorando per proporre un piano alternativo ma è al tempo stesso necessario che il governo dia indicazioni precise sull’utilizzo dei fondi aumentando l’investimento previsto per la sanità ad almeno 30 miliardi.

Altro tema centrale è il lavoro con il contratto di espansione, la difesa del diritto alla pensione e i 3,8 miliardi dedicati all’esonero contributivo per gli autonomi. I principali errori del governo (dalla scuola ai trasporti) nascono secondo Salvini dalla mancanza di una visione, da qui si origina il quesito su quale sia il piano di Conte “per affrontare la situazione economico-sociale una volta cessata la proroga dei licenziamenti?” e l’accusa sull’inefficienza della “politica del rinvio e dei bonus-mancetta” che “non può durare per sempre”.

Infine Salvini risponde alle parole di Panebianco sul ruolo dei sovranisti in Europa sottolineando i rapporti con i governi europei e le opposizioni nel Vecchio Continente ma spiegando che “sollevare alcune criticità dell’Ue e proporre soluzioni non è una eresia” per poi concludere con una riflessione sul ruolo del centrodestra: “a differenza dell’attuale maggioranza parlamentare abbiamo progetti, visione e consenso. Siamo pronti per governare”.

Il 2021 può davvero rappresentare un anno di svolta per il centrodestra poiché, auspicando di lasciarci definitivamente alle spalle la pandemia, una crisi di governo sarebbe un’evenienza non così remota e il programma a cui sta lavorando Salvini potrebbe davvero diventare un programma di governo.

Invertire la rotta, soprattutto sui temi economici, diventa prioritario nei prossimi mesi e questo esecutivo ha dimostrato di non avere una progettualità a medio-lungo termine fondamentale per risollevare l’Italia dalla crisi in cui è precipitata.

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