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Arabia Saudita ed Egitto… Ma i diritti umani in Russia e Cina? Scrive Formentini (Lega)

Di Paolo Formentini

Taiwan, Hong Kong, Cina, Russia: i diritti umani sono violati quotidianamente ma spesso la questione viene ignorata. Allora perché l’atteggiamento verso Arabia Saudita ed Egitto dovrebbe essere di chiusura totale? L’intervento di Paolo Formentini, deputato della Lega e vicepresidente della commissione Esteri della Camera dei deputati

L’ex maggioranza di non governo mostra un singolare strabismo in materia di difesa dei diritti umani.

Lotta dura all’Arabia Saudita da parte del governo italiano dimissionario anche a costo di avvantaggiare la concorrenza estera e la credibilità del sistema Paese, arrivando persino a immaginare lo smantellamento dell’intera industria della difesa, vera eccellenza del Made in Italy, nel nome di una drammatica e infelicissima decrescita, proprio in uno dei momenti più duri per il nostro Paese.

All’Egitto poi secondo una consistente parte del Movimento 5 stelle non si dovrebbe più nulla in attesa della (doverosa) verità sulla morte del povero Giulio Regeni.

Ma in Cina? In Cina va tutto bene: sventola radioso il rosso vessillo!

In Aula, alla Camera, chiedendo la fiducia ai deputati il premier dimissionario Giuseppe Conte ha, di fatto, messo sullo stesso piano i rapporti tra l’Italia e la Cina e quelli tra l’Italia e gli Stati Uniti.

Milioni di uiguri rieducati nei laogai, sterilizzazioni di massa per sinizzare lo Xinjiang, la tremenda repressione in atto a Hong Kong e la cancellazione di ogni residuo di democrazia a colpi di leggi sulla sicurezza nazionale non hanno impedito al ministro degli Esteri Luigi Di Maio di affermare che a fianco degli Stati Uniti abbiamo un nuovo partner: la Cina (in compagnia di Iran e Venezuela).

Nemmeno la quotidiana minaccia alla sovranità di Taiwan smuove i membri della coalizione giallorossa. Un’isola di libertà, di democrazia che non viene riconosciuta come tale quando, com’è accaduto, si bloccano i voli sia verso Pechino sia verso Taipei come se davvero obbedissimo ai desiderata del regime comunista cinese che vede lo Stato insulare come una provincia ribelle.

La Lega, invece, vede in quella Taiwan, esclusa ingiustamente dall’Organizzazione mondiale della sanità per non turbare la Cina, un modello di gestione del Covid-19.

Grande è il rischio nel continuare a non vedere, a nascondere la testa sotto la sabbia, per promuovere presunti “affari” commerciali proprio con quello Stato che più di qualunque altro minaccia l’esistenza stessa delle democrazie occidentali e che nega l’esistenza dei diritti umani. Infine: bene ha fatto Marco Zanni (europarlamentare leghista, presidente del Gruppo Identità e Democrazia, ndr) a condannare con forza quanto successo in Russia ad Alexei Navalny e a difendere il diritto a manifestare. Dobbiamo schierarci, anche per quanto riguarda la Russia, a difesa della democrazia, della libertà di espressione.

Commercio, sì! È sacrosanto commerciare con tutti, tanto più per un’Italia duramente colpita dalla pandemia. Ma senza mai rinnegare l’orgogliosa appartenenza all’Occidente e la ferra alleanza con gli Stati Uniti.

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