Skip to main content

Iveco Defence. L’attenzione di Guerini sulla trattativa cinese

Il ministro Lorenzo Guerini ha incontrato ieri Claudio Catalano, amministratore delegato di Iveco Defence Vehicles, azienda strategica per la Difesa che resta fuori dalle trattative tra CNH Industrial e la cinese Faw Jiefang per bus e camion civili. In ogni caso, Guerini ha promesso “attenzione alta”

Attenzione alta da parte del governo italiano sui colloqui in corso tra CHN Industrial e il colosso cinese Faw Jiefang per l’eventuale cessioni di alcune divisioni di Iveco. Il ministro della Difesa Lorenzo Guerini ha incontrato ieri Claudio Catalano, amministratore delegato di Iveco Defence Vehicles che, come raccontato da Formiche.net, resta fuori dalle trattative.

L’azienda di Bolzano, ha spiegato il manager, costituisce nell’ambito del gruppo Iveco, una business unit autonoma e indipendente, paritetica rispetto agli altri marchi controllati dal gruppo torinese. Catalano ha “escluso che la sua realtà societaria e produttiva, di interesse strategico per la Difesa, sia oggetto dell’interesse cinese ne tantomeno coinvolta nell’eventuale cessione”, spiega una nota di palazzo Baracchini.

Da parte sua, Guerini ha confermato “l’importanza della collaborazione” con Iveco Defence Vehicles “per gli sviluppi delle capacità necessarie alle Forze armate”. Il ministro ha dunque sottolineato che “anche se non di diretto interesse per la Difesa, intende mantenere alta l’attenzione nei confronti di una operazione che riguarda un settore, quello dell’automotive, strategico per il tessuto industriale nazionale”.

La parole del titolare della Difesa fanno il paio con quelle di mercoledì del ministero dello Sviluppo economico. A margine di un incontro con rappresentanti di CNH Industrial, il dicastero guidato da Stefano Patuanelli ha assicurato che vigilerà “al fine di garantire come sistema-Paese la strategicità, i livelli occupazionali e la continuità aziendale”.

“A mio avviso resta inteso che l’assetto di Iveco Defence Vehicles non può rientrare nel pacchetto di trattative e che dunque dovrà restarne estranea”, notava ieri all’Agenzia Nova Gianluca Rizzo, presidente della commissione Difesa alla Camera. “Non si discute – ha aggiunto – l’importanza strategica nel merito del piano della sicurezza che assume Iveco Defence, oltre l’importante volàno per le esportazioni che sono in grado di assicurare le piattaforme prodotte”.

Un segnale è arrivato dalla Germania la scorsa settimana, dove il ministero della Difesa ha scelto Iveco Defence Vehicles per i nuovi camion militari delle sue Forze armate. Il contratto-quadro riguarda 1.048 veicoli Trakker fino al 2028, assicurando così continuità produttiva all’azienda italiana. Non è noto il valore della commessa, ma visto il numero dei camion e la protezione da assicurare alla loro cabina, si prospetta cospicuo.

Cospicuo il ruolo che l’azienda ha per la Difesa italiana, anch’esso oggetto del colloquio tra Guerini e Catalano. Si è parlato dei programmi oggetto dell’ultimo Documento programmatico pluriennale (qui il focus), nonché delle “prospettive di sviluppo futuro, con particolare riferimento alla ricerca di potenziali collaborazioni internazionali”. L’attenzione è tutta per il carro armato del futuro, un’esigenza comune a tanti Paesi (Italia compresa, per sostituire i carri Arieti) ma per ora tradottasi nell’iniziativa, piuttosto esclusiva, franco-tedesca. Da Parigi e Berlino non sono arrivati inviti a partecipare alle fasi iniziali, lì dove si decidono contributi industriali e requisiti operativi. L’Italia cerca ancora un’alternativa.



×

Iscriviti alla newsletter