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Bus e camion Iveco verso la Cina? La divisione Difesa è al sicuro

Cnh conferma i colloqui (ancora a livello preliminare) con il colosso cinese Faw per la vendita di autobus e camion Iveco. Iveco Defence Vehicles, azienda strategica per le nostre forze armate, rimane invece fuori dalle trattative

Cnh Industrial, controllata da Exor, holding della famiglia Agnelli, ha confermato l’esistenza di una trattativa con il colosso automobilistico cinese First Automobile Works per la vendita di autobus e camion Iveco e per una quota di Fpt Industrial (motori). Si era già parlato di una trattativa con Faw per i camion e gli autobus Iveco l’estate scorsa, ma ora il gruppo cinese, che punta ad espandersi sui mercati internazionali con il suo marchio Jiefang, avrebbe presentato un’offerta migliore. La base sarebbe di 3,5 miliardi di euro ma i negoziati sono ancora a livello preliminare.

Secondo due delle fonti citate dall’agenzia Reuters, Cnh, controllata da Exor, la holding della famiglia Agnelli, ha avviato trattative anche con il conglomerato industriale cinese, Shandong Heavy Industry Group, alla fine dell’anno scorso. Questo avrebbe offerto almeno 3,5 miliardi di euro, ma è stato superato dal rilancio di Faw. Separatamente, Iveco è in trattative per sviluppare congiuntamente tecnologie per autocarri autonomi con la startup cinese Plus, che ha un legame con Jiefang, ha precisato una delle fonti. L’eventuale vendita di Iveco rappresenterebbe uno scenario alternativo rispetto allo spin-off presentato lo scorso anno da Cnh industrial, che prevede la divisione del gruppo in due società (attività on-highway — sostanzialmente Iveco e Fpt — separate da quelle off-highway), entrambe quotate.

La conferma ufficiale alle indiscrezioni ha fatto sì che sulla possibile vendita, che arriva nei giorni della nascita di Stellantis, anche la politica accendesse i riflettori. “L’ipotesi che anche Iveco sia ceduta a una azienda statale cinese preoccupa anche per i suoi risvolti nella produzione di veicoli militari”, ha dichiarato il senatore di Fratelli d’Italia, Adolfo Urso, vicepresidente del Copasir. “Stupisce l’assenza della politica su azioni che riguardano i principali asset produttivi del Paese che rischiano di avere conseguenze non solo sul piano economico e occupazionale ma anche su quello della sicurezza nazionale. In tal caso, peraltro, è necessario valutare anche l’ipotesi di utilizzare la Golden power”, ha concluso il senatore Urso.

Sembra esserci preoccupazione, dunque, per i destini di Iveco Defence Vehicles. Ma nell’eventuale affare non sarà in alcun modo coinvolta questa divisione, strategica per la Difesa italiana visto che che produce veicoli per la difesa e di protezione civile (nei giorni scorsi la direzione degli Armamenti terrestri del ministero ha firmato con Cio, consorzio di Iveco Defence Vehicles e Leonardo, un contratto per l’acquisizione di 86 unità della nuova blindo Centauro II, con opzione per ulteriori 10).



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