La crisi vista dai quotidiani. Il Fatto ultracontiano, Repubblica europeista (Gentiloni?), La Stampa per Cartabia e Conte, La Verità chiede le urne
Per chi tifano i giornali in questa crisi di governo? Partiamo dall’ultracontiano Fatto Quotidiano di Marco Travaglio, che oggi ha confermato la linea dedicando la sua apertura di giornale e le prime cinque pagine a Confindustria e Repubblica che vorrebbero “fuori” il presidente del Consiglio dimissionario Giuseppe Conte. Non manca, nel primo sfoglio del Fatto Quotidiano, un articolo per infilare la penna nella piaga del duello tra il segretario dem Nicola Zingaretti e la firma di Largo Fochetti Concita De Gregorio.
L’altro quotidiano di casa Gedi, La Stampa, pubblicava ieri (assieme a Corriere della Sera Torino, Tpi.it e ilSussidiario.net) il messaggio che Marta Cartabia, presidente emerita della Corte costituzionale, ha invitato alla fondazione Compagnia di San Paolo in occasione della presentazione del suo Piano strategico 2021-2024. “Il piano B porta a Cartabia”, scriveva l’editorialista Marcello Sorgi.
Lo stesso giornale diretto da Massimo Giannini oggi scriveva di telefonate tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e Mario Draghi. Contatti smentiti però dal Quirinale. Come Palazzo Chigi ha respinto i virgolettati attribuiti al presidente Conte sull’ex governatore della Banca centrale europea sui giornali.
Tra questi, Repubblica, il cui direttore Maurizio Molinari oggi invoca “un premier europeo per l’Italia” dopo che nei giorni scorsi il quotidiano aveva fatto il nome del commissario europeo Paolo Gentiloni suggerendo una staffetta tra Bruxelles e Roma, tra lui e il presidente Conte.
Il Giornale, invece, rilancia le parole del leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, disponibile, come ha spiegato al Corriere della Sera, a un governo di alto profilo con le migliori forze del Paese.
Invoca le urne La Verità. Il direttore Maurizio Belpietro tira per la giacchetta il presidente Mattarella: neppure le dimissioni di Conte, scrive, “hanno indotto il capo dello Stato a mettere fine all’indecoroso spettacolo e a sciogliere le Camere”. Ha preferito invece, continua Belpietro, passare la palla a Roberto Fico per “verificare se non esista un Bostik per rimettere insieme una coalizione andati in pezzi”.