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La crisi per l’opportunismo di Renzi

Non ho mai supportato né sopportato Matteo Renzi. Mai. Ho sempre pensato, fin da quando sfidò Bersani per la leadership del PD, che fosse una persona mossa solo da interessi personali, opportunismo spicciolo e da nessun tipo di vero ideale.

Avevo ragione, da vendere.

Lo ho ascoltato molte volte, anche dal vivo. Ci ho avuto a che fare, quando era Segretario PD, ed io un delegato per l’Europa. Ricordo anche di alcuni scambi di messaggio che abbiamo avuto e che mi lasciarono completamente perplesso. Mi chiedevo, e lo dicevo ad alta voce, per altro, come potesse uno così essere Segretario del PD visto che era palese sia il suo disinteresse, sia la sua voglia di distruggere quella tradizione. Ad ogni costo.

Nonostante la crescente insofferenza e la solida consapevolezza di quale fosse il personaggio ho sempre avuto rispetto per il suo ruolo di Segretario, poiché in democrazia funziona così: si rispetta la scelta della maggioranza. Ma questo non ha mai significato – per me – l’obbedienza cieca. E con rispetto, infatti, ho sempre portato avanti le mie battaglie internamente.

Non ho seguito Civati nella sua scissione, che fu un errore, come non ho seguito Bersani.

Non sono stati anni facili: sono stato letteralmente offeso, anche da chi poi si è rifatto una verginità ed è rimasto nel PD anche dopo la creazione di Italia Viva. In alcune occasioni ho avuto anche vere e proprie minacce, reo di non idolatrare Matteo Renzi. Quei soggetti li ho denunciati alla commissione di Garanzia del PD. Uno è stato dimissionato a forza da ogni incarico nella federazione in cui si trovava.

Oggi tutti si chiedono come sia possibile questa crisi istituzionale causata da Italia Viva, come se Renzi fosse stato diverso prima. E alcuni si stracciano le vesti nel chiedersi “come ho potuto appoggiarlo”. Mi dispiace amiche e amici, compagne e compagni, ma Renzi è oggi quello che è sempre stato: un personaggio mosso solo da interessi di parte, che distrugge per mangiare sulle macerie, che non ha visione né ideali da seguire, che vive di tattica nella speranza di ottenere di più, alzando la posta. Poi, se le cose non vanno esattamente come ha voluto lui (come le ha sognate), rompe ogni promessa ed ogni accordo.

Via, un colpo di spugna: e nulla è mai stato come abbiamo visto. Nella sua realtà parallela lui ha sempre ragione, gli altri sempre torto. E quindi, questa crisi non mi stupisce per nulla. Sono palesemente inconsistenti le ragioni politiche, chiare quelle di parte: aspira a riconquistare un po’ di visibilità, ora avrà i media tutti puntati su di lui. Vuole creare quell’area di centro-destra che ha sempre avuto a cuore, con Forza Italia. Vuole destabilizzare. Delle conseguenze lui non si cura. Non lo ha mai fatto.

Ciò che non capisce è però – limite enorme della sua personalità egocentrica e distruttiva –  che la gente non lo sopporta più. Che tutta questa visibilità lo farà diventare ancora più indigesto di quanto non lo fosse fino ad ora – ed è una gran sfida! – e che non guadagnerà nulla nei sondaggi. Italia Viva è un corpo morto che si trascina composto di ex elette/i PD passati dall’altra parte (e ne conosco diversi, quindi lo posso dire con sicurezza) nella sciocca convinzione che seguendolo avrebbero ammazzato il PD e creato l’alternativa storica. Gente priva di ogni visione politica e di senso del reale. Di lealtà e serietà nemmeno a parlarne.

In conclusione, non stupiamoci! Questo è Renzi. Niente è cambiato. E il suo manipolo di fedeli seguaci – come in una setta – lo segue fino all’autodistruzione. Quella classe dirigente al prossimo giro di elezioni – per fortuna di tutte e di tutti – sparirà. A meno che non trovi rifugio in qualche listino bloccato di partiti più grandi: che il PD rifiuti ogni tentativo delle sirene! Chiuda definitivamente questa storiccia e li rimbalzi. Che sia Forza Italia a gestirsi la patata bollente.

Ora, in piena pandemia, in conferenza stampa è riuscito ad usare proprio questi argomenti a sostegno della sua scelta. Paradossale e spregiudicato. Davanti a questa crisi al buio, però, non hanno fatto i conti con l’oste, il Presidente della Repubblica. Che speriamo ci metta una pezza.

Un governo di tutti dentro sarà inconcepibile. Questo è l’ennesimo regalo che Matteo Renzi fa alla destra radicale in Italia: non ne azzecca mai una. Referendum, elezioni 2018 ed ora questo. Se il PD si presta ai suoi giochi, al prossimo giro Lega e FdI vanno al 52%. E cambierà il volto del paese, in modo indelebile.

Davanti a questa situazione, meglio un governo di transizione che gestisca per i prossimi mesi la crisi sanitaria e presenti i progetti richiesti dalla UE. Poi, in tutta onestà, al voto, preparando il tutto per tempo e selezionando, almeno nel PD, meglio le candidature. Qualità e non obbedienza cieca al leader di turno. Realtà e non orpelli e privilegiati.

E, riprendendo una frasetta che avevo letto su un CD di Renato Zero, a tutti un augurio: un solido paracadute!


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