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La vittoria di Laschet è un capolavoro di Merkel. Santangelo spiega perché

Di Salvatore Santangelo

Laschet è il nuovo leader della Cdu. Una vittoria per la Merkel e un evento destinato a segnare questa fase politica, anche in Europa. Il commento di Salvatore Santangelo

Sono sempre più convinto della validità di quello che ho ribattezzato “il teorema Giorgetti”: dove va la Cdu va il Ppe, dove va il Ppe vanno le istituzioni comunitarie.

Ritengo quindi che il congresso dei cristiano-democratici tedeschi sia uno degli eventi destinati a segnare questa fase politica. Nei giorni scorsi, a Berlino, era trapelato un certo nervosismo, visto che i sondaggi diffusi fotografavano non solo un vantaggio di Friedrich Merz (il candidato con il maggior radicamento nella base), ma anche il fatto che il duo Armin LaschetJens Spahn (discretamente sostenuto dalla cancelliera Angela Merkel) sarebbe stato sotto a Norbert Röttgen (veterano della politica estera tedesca).

Merz veniva accreditato di un nocciolo duro di 380 voti (su 1001) e al primo turno ne ha ricevuti effettivamente 385, Laschet ha raggiunto 380 consensi, Röttgen ha finito la sua corsa con 224 preferenze personali che, al secondo turno, sono in gran parte confluite proprio sulla posizione in continuità con quella di Merkel.

Una vittoria del falco Merz (una sorta di Donald Trump fuori tempo massimo che si è anche lasciato andare a commenti imbarazzanti sui fatti di Capitol Hill) avrebbe spostato il partito a destra, compromettendo l’attuale alleanza di governo con i social-democratici e ridato vigore agli sponsor dell’austerity; sul versante geopolitico sarebbe stato plausibile un raffreddamento dei rapporti con la Russia (esemplificati dal raddoppio dell’infrastruttura energetica NordStream, recentemente messo comunque in sicurezza da eventuali sanzioni statunitense grazie allo schermo di una fondazione) e con la Cina, con cui Merkel ha appena negoziato un accordo quadro sugli investimenti.

Laschet, che al secondo turno ha preso 521 voti, più di Annegret Kramp-Karrenbauer nel precedente Congresso, per la corsa alla cancelleria — che sembra destinata a rimanere saldamente nelle mani del centrodestra — dovrà misurarsi con il bavarese Markus Söder, potente leader del partito gemello, la Csu. Il voto dei delegati dimostra quanto sia ancora forte la presa di Angela Merkel sul suo partito e più in generale sul Paese: il fatto che, nel XXXIII congresso, i rapporti di forza fra l’area centrista e quella conservatrice siano stati ribaltati a favore della prima (come si evince in particolare dopo il primo turno) è un altro capolavoro della cancelliera.


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