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Guerre sempre più stellari. Il contratto del Pentagono per satelliti anti-missile

Gli Stati Uniti proseguono lo sviluppo di un sistema di difesa in grado di fermare le armi ipersoniche di Cina e Russia. La Missile Defence Agency ha assegnato a L3 Harris Technologies un contratto per il primo prototipo di satellite destinato a tracciare i missili nemici. È il primo pezzo di un progetto ambizioso: un’intera costellazione di sensori

Satelliti in grado di identificare e tracciare missili ipersonici. È per averli in fretta che il Pentagono ha assegnato a L3Harris Technologies un contratto da 121 milioni di dollari, destinati allo sviluppo di un primo prototipo da mettere in orbita. Arriva dalla Missile Defense Agency (Mda), l’agenzia che guida lo sforzo della Difesa americana sull’ipersonica, uno dei campi su cui si sta concentrando la competizione globale e la nuova corsa agli armamenti.

IL CONTRATTO

Il contratto rientra nell’ambizioso progetto Hypersonic and ballistic tracking space sensor (Hbtss), un’intera costellazioni di sensori stellari che, magari in futuro, potrà essere associata a una simile costallezione di intercettori, capaci cioè di neutralizzare le minacce missilistiche nella loro fase di volo extra-atmosferiche. È lo È lo “scudo spaziale” di reganiana memoria, che conferma (se mai ce ne fosse stato bisogno) l’ormai definitiva militarizzazione dello spazio extra-atmosferico, destinata a superare la presidenza di Donald Trump con una Space Force già inserita a pieno regime tra le Forze armate americane.

IL PROGETTO

Il progetto è chiaramente definito nella Missile defense review, il documento strategico con cui il Pentagono ha ridefinito a gennaio 2019 la postura missilistica del Paese. Vi appariva dopo essere stato messo nero su bianco dal Congresso che, all’interno del National defense authorization act (Ndaa) per quell’anno, lasciava al dipartimento della Difesa l’incarico di studiare come mettere in piedi una costellazione satellitare di sensori e intercettori, al fine di presidiare la difesa nazionale dallo Spazio e intercettare tutte le minacce che lo attraversano. Nell’ultimo Ndaa, quello che dovrà gestire il Pentagono targato Joe Biden, il Congresso ha previsto per il progetto Hbtss 130 milioni di dollari.

LA COSTELLAZIONE

La costellazione dovrà assicurare agli Stati Uniti la capacità di individuare e tracciare i missili ipersonici, a partire dai veicoli a planata ipersonica che Russia e Cina hanno dimostrato di possedere e che tanto spaventano gli esperti americani. Ipersonici sono però anche i missili balistici tradizionali, su cui Mosca e Pechino (identificati come competitor principali) appaiono determinati a proseguire avanzamenti e novità. Da qui l’idea di una costellazione di satelliti nella bassa orbita terrestre, cioè vicini alla Terra per poter avere sguardo più attento. Eppure, rispetto a orbite più alte, quella bassa richiede un elevato numero di satelliti a operare congiuntamente per poter avere copertura totale. L’agenzia americana parla per questo di “dozzine di satelliti”.

L3 HARRIS TECHNOLOGIES

L3 Harris Technologies ha battuto sul contratto la concorrenza di altri tre protagonisti del comparto americano: Northrop Grumman, Leidos e Raytheon Technologies. Nel 2019, tutte e quattro le aziende erano state incaricate (per 20 milioni di dollari) di progettare un payload prototipale per il programma Hbtss, con completamento dei lavori entro lo scorso ottobre. Come nota CyIsrNet, il contratto sullo sviluppo del prototipo sancisce la vittoria di L3 Harris, già destinataria a ottobre di una commessa da 193 milioni (divisa con SpaceX) per realizzare otto satelliti d’osservazione per la Mda. L’azienda è entrata quest’anno nella classifica dell’istituto svedese Sipri sui maggiori produttori d’armamenti, collocandosi al decimo posto globale con vendite nel 2019 per 14 miliardi. È il frutto della fusione tra Harris Corporation e L3 Technologies lanciata a ottobre 2018.

STRUMENTI DI OFFESA?

Ma l’attenzione Usa non è solo sugli strumenti di difesa. A partire dal 2016, lo stupore per le capacità maturate da Cina e Russia è stato tale da generare una forte accelerazione su nuovi programmi missilistici, con focus particolare proprio sull’ipersonica. Lo scorso marzo, presso il sito missilistico di Kauai, nelle Hawaii, la US Navy e lo US Army hanno testato congiuntamente il veicolo denominato Common hypersonic glide body (C-Hgb). Nel corso del test, l’assetto ha volato a velocità ipersonica e colpito con successo il target designato. L’obiettivo è “metterli in campo” nella prima metà del decennio. È per questo che venti C-Hgb sono stati commissionati nel 2019 a Dynetics per 350 milioni di dollari. Commissionati con la formula snella e flessibile dell’Other transaction agreement (Ota), il cui obiettivo tipico è accelerare lo sviluppo di tecnologie considerate particolarmente strategiche.

VERSO IL NEW START

Prosegue in parallelo lo sforzo negoziale, con i riflettori puntati sul trattato New Start, in scadenza a febbraio. Siglato da Barack Obama e Dmitrij Medvedev nel 2010, ha sostituito i precedenti Start I, Start II e Sort, fissando a 1.550 il limite di testate nucleari per le due superpotenze e a 700 il massimo di vettori nucleari dispiegati contemporaneamente. Entrato in vigore il 5 febbraio del 2011, ha una durata decennale e può essere prorogato per non più di cinque anni. I negoziati tra le due potenze hanno vissuto fasi alterne, convergendo solo a ottobre sulla proposta americana per un rinnovo del trattato ridotto nei tempi (per uno o due anni), ma allargato a ogni tipo di testata nucleare. Trump avrebbe voluto chiudere quanto meno un’intesa di massima con Putin, ma non c’è riuscito. L’impressione è che la Russia volesse aspettare di capire l’esito del voto americano. Quando il New Start fu siglato nel 2010, il presidente eletto Joe Biden era vice presidente di Obama. Nella “2020 Democratic Party Platform” approvata dalla convention democratica ad agosto, si pone esplicitamente il rinnovo del New Start tra gli obiettivi, elemento ribadito a più riprese dallo stesso Biden, per cui si potrebbe procedere con il rinnovo quinquennale senza modifiche. I tempi sono davvero molto stretti, e le defezioni importanti al vertice del Pentagono degli ultimi mesi potrebbero non aver aiutato il team del nuovo presidente a preparare il dossier.

GUERRE PIÙ STELLARI

A prescindere dal trattato, l’allargamento della competizione militare oltre l’atmosfera è ormai assodato. La nascita della US Space Force è sempre stata descritta dagli Stati Uniti come una risposta all’attivismo sul campo di Cina e Russia. Lo ha ribadito prima di Natale il generale John W. Raymond, capo delle operazioni spaziali, ricordando tra tutte le attività di test anti-satellite condotte dai russi nel corso del 2021, compreso il “proiettile spaziale” definito “un atto di intimidazione proprio come da manuale sovietico degli anni 50”. La Cina si è prepotentemente inserita nella corsa a due nel 2007, con un test di arma anti-satellite che ha preoccupato il mondo in virtù della space debris prodotta.

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