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Navalny, tutto l’Occidente unito contro Putin (e Xi gode)

Navalny rimarrà in carcere per almeno 30 giorni. E mentre l’Occidente si coalizza contro la Russia, la Cina ne può approfittare. Ecco perché

Rimarrà in custodia cautelare per altri 30 giorni l’oppositore russo Alexey Navalny, arrestato ieri dalle autorità russe non appena tornato in patria dalla Germania dopo essere ristabilito dopo il fallito tentativo di avvelenamento.

Il suo arresto in diretta televisiva ha scatenato un coro di condanne da parte dei leader occidentali. Jake Sullivan, il consigliere per la sicurezza nazionale del presidente eletto degli Stati Uniti Joe Biden, ha denunciato quelli che ha definito “gli attacchi del Cremlino contro Navalny” come “una violazione dei diritti umani” e “un affronto al popolo russo che vuole che la propria voce venga ascoltata”. L’ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha chiesto l’immediato rilascio di Navalny ribadendo la richiesta “di un’indagine approfondita e imparziale del suo avvelenamento”. Anche Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, e David Sassoli, presidente del Parlamento europeo, hanno chiesto il rilascio. Richiesta a cui si è unito Jens Stoltenberg, segretario generale della Nato, che ha anche invitato la Russia di Vladimir Putin a “rispettare i suoi impegni internazionali in materia di diritti umani e stato di diritto”. Condanne sono giunte anche dal ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas e dall’omologo francese Jean-Yves Le Drian.

Dall’Italia si sono levati le voci, tra gli altri, di Luigi Di Maio, ministro degli Esteri; Lorenzo Guerini, ministro della Difesa che ha rilanciato un tweet del capo della diplomazia europea Josep Borrell; Enzo Amendola, ministro degli Affari europei; Nicola Zingaretti, segretario del Partito democratico. Di “fatto molto grave e da condannare perché si tratta di una chiara violazione dei diritti umani” hanno parlato in una nota i deputati del Movimento 5 Stelle, mentre ancora non è intervenuto sulla vicenda il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che pur a settembre, in un’intervista al Foglio, si era allineato con la Germania di Angela Merkel.

Un coro che non può che far piacere a Xi Jinping che sta a guardare mentre l’Occidente si coalizza contro la Russia su Navalny, e non contro la Cina su Hong Kong per esempio. Un cambiamento di priorità che anche il presiedete russo Vladimir Putin sta agevolando.


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