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Petrolio di Stato e smartphone. Le ultime strette di Trump contro le aziende cinesi

Ultime strette dell’amministrazione Trump contro la Cina. Finiscono nella lista nera il colosso petrolifero statale Cnocc e Xiaomi (che a novembre ha sorpassato Apple salendo sul podio dei produttori mondiali di telefonini). Palla a Biden

Si allunga la lista nera di Donald Trump. L’amministrazione uscente ha imposto nuove restrizioni contro alcune aziende cinesi e ha dato poteri al governo federale per mettere un freno all’importazione di tecnologia dal Paese. Il gigante petrolifero China National Offshore Oil Corporation e il colosso dei telefonini Xiaomi (che a novembre ha sorpassato Apple diventando il terzo produttore al mondo per unità venduto) sono stati aggiunti alle blacklist di Washington, che ha affidato al dipartimento del Commercio maggiori poteri alla luce di preoccupazioni di sicurezza nazionale.

LE STRETTE

Giovedì mattina il dipartimento del Commercio ha inserito la Cnooc nella sua entity list, il che significa che i gruppi statunitensi non saranno in grado di esportare prodotti o tecnologia all’azienda in assenza di una licenza da parte del governo (difficile da ottenere). Cnooc ha agito come “da bullo” per l’Esercito cinese intimidendo i vicini della Cina nel Mar Cinese Meridionale, ha detto Wilbur Ross, segretario al Commercio degli Stati Uniti. Poche ore dopo, il Pentagono ha inserito Xiaomi e altre otto aziende in un elenco di società con presunti collegamenti con l’Esercito cinese. Lista in cui compaiono anche il colosso delle telecomunicazioni Huawei, il produttore di chip Smic e il più grande produttore al mondo di droni “commerciali” Dji. A seguito di un ordine esecutivo firmato dal presidente Trump a novembre, agli americani è vietato investire nelle società in quella lista. Di conseguenza, gli investitori statunitensi non potranno acquistare titoli Xiaomi e dovranno cedere quelli che già possiedono.

SCACCO A BIDEN?

La stretta sulla Cina arriva “nei giorni prima dell’inaugurazione di Joe Biden il 20 gennaio”, sottolinea il Financial Times evidenziando come l’amministrazione Trump abbia fatto “del contrasto all’ascesa di Pechino un fulcro della sua politica economica ed estera”. Lo stesso quotidiano sottolinea come la stretta con la Cnocc, società statale, abbia anche un aspetto simbolico da non sottovalutare: Washington è pronta a colpire anche le aziende di Stato. Ma tra pochi giorni la palla passerà alla nuova amministrazione. Le restrizioni imposte da Trump sono pensate per evitare passi indietro. Ma il crescente consenso bipartisan a Washington per considerare la Cina un competitor strategico potrebbe essere sufficiente a sventare cambi di rotta.

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