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Renzi è l’unico erede di Silvio. Dopo il Conte-Cadorna serve il nostro Diaz. Buttafuoco e la crisi

Intervistato da Formiche.net, Buttafuoco racconta la crisi: paralizzati dalla paura, gli italiani sono diventati mansueti e pronti a ingoiare anche un Conte-ter. Ma servirebbe un governo di unità nazionale con il centrodestra, che governa il Nord da decenni e ha il consenso di chi la mattina alza le saracinesche e manda avanti la nostra economia

“Gli italiani sono risultati positivi. Alla mansuetudine’’. Abbiamo chiesto a Pietrangelo Buttafuoco, scrittore e autore di strepitose cards sul Quotidiano del Sud, cosa pensa della mossa di Renzi.

Buttafuoco, è giusto aprire la crisi in piena pandemia?

Renzi ha costruito questo governo e ora lo distrugge. Capisco l’assurdità, ma lui lo avrebbe fatto anche prima, solo che la pandemia ha scombinato i piani. Almeno ha tolto il velo dell’ipocrisia da questo insieme raccogliticcio di ministri. Siamo alla Caporetto dei nostri tempi. Urge sostituire il Conte-Cadorna e trovare il nostro Diaz.

Conte potrebbe tornare per un terzo incarico?

Per me è inaudito avere come Presidente del Consiglio, per tre diversi mandati, uno preso dalla strada. Uno che aveva come unico requisito l’essere a modino, presentabile. È stato l’errore più grande di Salvini e Di Maio. Lo hanno chiamato a fare il vice dei vice, per sanare il trauma degli antisistema che si erano impossessati del sistema.

Ma poi Conte è diventato una figura rispettata, no?

Certo, ma solo dopo essere finito al governo col Pd, il fonte battesimale che rende puro e meraviglioso chi vi si immerge. Fino a quel momento era stato sbertucciato quotidianamente: Casalino che lo prende per le ascelle e lo sposta durante i meeting internazionali, il curriculum gonfiato… poi, magicamente, è diventato uno statista, Moro risorto. Come quando Farinata degli Uberti chiede a Dante “chi fuor li maggior tui?”, hanno costruito un’epica contiana dal nulla. Ma non serve citare la Divina Commedia, basta l’apologo del pappagallo.

Ora ce lo deve raccontare

Un uomo entra in un negozio di animali per comprare un pappagallo. Ne vede uno bello e colorato, e ne chiede il prezzo al commesso: “100 euro. Sa anche parlare”. Accanto ce n’è un altro con le piume ancora più brillanti: “Questo costa 200 euro, perché parla tre lingue”. Poi ce n’è un terzo, silenzioso e spelacchiato: “Questo costa 500 euro”. “E cosa fa?”. “Non lo so, ma gli altri due lo chiamano professore”.

Su Conte, abbiamo capito, non scommette. Ma quale sarà il futuro di Renzi?

Ha creato una tempesta perfetta e si è ripreso il posto di protagonista della scena politica. E ieri in conferenza stampa ha chirurgicamente separato i destini del centrodestra, da una parte gli improponibili (per lui) Salvini e Meloni, dall’altra Berlusconi, con cui non esclude l’accordo. Sarà lui a farsi carico del ruolo di erede del Cavaliere, quel sogno liberal-democratico che provò a realizzare, senza riuscirci, con Mario Segni? Di sicuro vuole liberarsi di Conte anche perché lo considera un rivale nel campo del centro. Ora lo ha costretto a tampinare di telefonate oscuri senatori, implorandoli di dargli fiducia. Sai che risate se i puri del Movimento 5 Stelle andranno avanti solo grazie alla signora Mastella?

E la destra dov’è? Salvini lascerà che Renzi smonti la sua coalizione, in più senza toccare palla in questa crisi?

La destra in Italia c’è, è responsabile, matura e soprattutto amministra il Nord da decenni. È il motore del paese che si sveglia la mattina e alza le saracinesche dei negozi, e che potrebbe essere il bacino di questa chimera politica in cui si muove anche Calenda, che infatti è molto nervoso. Per questo nella Lega ora si vede molto l’azione di Giorgetti, temuto dalla sinistra perché non le permette di agitare i soliti stereotipi sulla destra.

C’è la possibilità di un governo di unità nazionale?

Renzi ha costretto tutti a darsi una mossa, pure nella coalizione opposta. Che potrebbe entrare in un governo – vero, non questa pantomima – portando nomi di peso, con la destra che si occupa di difesa, la sinistra di politiche sociali, il centro di esteri. Anche Giorgia Meloni potrebbe giocare il ruolo della patriota che si mette in gioco senza avere in cambio poltrone da ministro.

Almeno la pandemia è stata gestita bene?

È stata gestita con la paura, ed è questo che ha reso gli italiani mansueti, in grado di accettare qualunque cosa, persino l’idea di un Conte-ter. Ci hanno detto: rinunciate a vivere per la paura di morire. E questa fissa per la campagna vaccinale spiega perfettamente la nostra classe dirigente. Non trova i vaccini e così si butta sulla comunicazione: loghi di fiori, video di babbioni con il braccio nudo che si fanno iniettare… ma non serve a niente, oggi la gente si farebbe iniettare pure la Nutella, non vede l’ora di uscire da questo stato di paralisi.


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