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Il lockdown non ferma le elezioni nel Portogallo del miracolo economico e tecnologico

Riconfermato il presidente Marcelo Rebelo de Sousa e la sua linea politica. Il Paese è diventato un modello economico da seguire per i vicini in Europa, una calamita non solo per i pensionati, ma per le startup e i grandi investitori. Anche se la pandemia ha messo a dura prova il “miracolo portoghese”

Marcelo Rebelo de Sousa è stato riconfermato presidente del Portogallo. Il candidato conservatore ha vinto nel primo turno con circa il 61% dei voti. Al secondo posto è arrivata la candidata socialista Ana Gomes, con il 12,9%, mentre il candidato di destra André Ventura ha ottenuto l’11,9%. Tutti gli altri candidati non hanno superato la soglia del 5%. Molto alta invece l’astensione: circa il 60%, 10 punti in più rispetto all’indice registrato nel 2016.

“Sono onorato e grato per la fiducia dei portoghesi in condizioni molto più difficili di quelle del 2016 […] Chiunque riceva il mandato deve rimanere il presidente di ogni singolo portoghese. Un presidente che sia vicino, che garantisca stabilità, che unisca, e che non sia di alcuni, i buoni, contro altri, i cattivi, e che non sia un presidente schierato”. Con queste parole il presidente portoghese ha celebrato la vittoria, confessando di essere consapevole che la fiducia data dagli elettori non rappresenta un “assegno in bianco”.

Negli ultimi quattro anni la stabilità politica del Portogallo è stata l’invidia della famiglia socialdemocratica europea, ed è andata di pari passo a un sorprendente recupero economico. I dati macroeconomici hanno permesso di controbilanciare le dure misure imposte dalla troika europea dal 2011 al 2014. Ma ora le cose sembrano cambiate.

Il cosiddetto “miracolo portoghese” non è nuovo. Il deficit aveva iniziato a calare già dal 2013, e mentre l’economia europea ricominciava a crescere, quella di Lisbona si è messa a correre dal 2015.

Dal “salvataggio” da 78 miliardi di dollari nel 2011, il paese è ripartito più forte di prima. Nel 2019, prima dell’arrivo della pandemia, il deficit era del 0,2% e la disoccupazione era tornata ai livelli del 2004 (6,3%). Il governo aveva deciso di continuare a ridurre il debito pubblico e la crescita economica era sopra la media degli altri Paesi dell’Unione europea.

Il miglioramento del quadro economico portoghese aveva permesso al governo di aumentare lo stipendio minimo (da 500 a 600 euro), così come le pensioni e le condizioni contrattuali dei funzionari pubblici. Erano state ridotte le tasse a chi percepiva un reddito basso ed erano state create condizioni favorevoli per attrarre stranieri, con sgravi fiscali per professionisti, pensionati e investitori.

Mentre in Italia si parlava soprattutto dei pensionati attratti dalle favorevoli condizioni lusitane, anche dall’altra parte dello spettro demografico c’è stato un boom, con una grande spinta delle start-up tecnologiche, anche perché con la Brexit molte giovani imprese con clienti in Europa sono state costrette a cercare una nuova destinazione fuori dal Regno Unito.

Un articolo del blog americano specializzato in tecnologia e informatica, TechCrunch, elenca i vantaggi del Portogallo: il Paese ha una qualità elevata di professionisti, con un costo del lavoro molto competitivo, un livello di conoscenza dell’inglese superiore ai vicini spagnoli, francesi e italiani: “Il Portogallo in generale sta diventando una calamita per i nomadi digitali di talento”.

Il successo di iniziative digitali come Farfetch (che ha fondatori portoghesi ma è conosciuta come una startup londinese), Talkdesk, Outsystems, Feedzai e DefinedCrowd ha generato interesse tra gli investitori internazionali per il Portogallo. Sono arrivati infatti OutSystems, Talkdesk, Feedzai, Codacy, BIZAY, Aptoide, Unbabel, Uniplaces, Rows, Didimo, Tonic App, SWORD Health, Barkyn, Utrust, Sensei, Vawlt, Lovys, StudentFinance, Nutrium, Reatia, LegalVision, Kitch, Rnters, kencko e YData.

Inoltre, TechCrunch sottolinea l’importanza del programma europeo “Portugal Tech” gestito dal Fondo Europeo per gli investimenti e il Piano di Investimenti per l’Europa. “Lisbona, e il Portogallo più in generale, sta emergendo sulla scena europea e globale come un ecosistema in continua evoluzione, che trarrà vantaggio dalla sua continua adesione all’Ue, dalla prospettiva internazionale, dalla cultura dell’accoglienza e dall’etica del lavoro”.

Google nel 2018 ha aperto un un nuovo centro di supporto tecnologico per Europa, Medio Oriente e Africa, assumendo oltre 500 persone. Volkswagen e Mercede-Benz hanno scelto il paese per i loro hub di innovazione.

Per il Fondo Monetario Internazionale, il Portogallo è “una lezione per l’Europa e il resto del mondo”. Dichiarazioni lusinghiere arrivate dopo la decisione di ”saldare” 26 miliardi di euro di debito pubblico nel 2018 per risparmiare 100 milioni di interessi.

Mário Centeno, ministro per le Finanze, è stato ribattezzato “il Ronaldo dell’economia” dal quotidiano El Periodico Extremadura. Difensore della fiscalità più tradizionale, è l’artefice della riduzione degli investimenti pubblici al 2,2% del Pil (l’indice più basso dell’Europa), cosa che ha scatenato proteste nei settori della sanità e dell’istruzione.

Ora la pandemia sta mettendo a rischio il “miracolo portoghese”. Come si legge sul quotidiano britannico Financial Times, l’impatto economico del Covid-19 in Portogallo sta risvegliando i dolorosi ricordi della crisi e mette a dura prova i conti del Paese.

“Lo shock immediato per l’economia è stato di gran lunga maggiore rispetto agli anni della crisi, tra il 2009 e il 2014 – si legge sul FT -. La Banca del Portogallo ha previsto una recessione all’8,1% per l’anno appena trascorso,  mentre la disoccupazione dovrebbe raggiungere quasi il 9% nel 2021”.

Secondo le previsioni, l’economia non tornerà ai livelli pre-crisi prima del 2023. Tra le cause c’è la dipendenza del Portogallo dal turismo, un settore che aveva contribuito alla ripresa del Paese (il 15% della crescita e il 9% dell’occupazione), ma ora è inevitabilmente rallentato con la pandemia.

La Commissione europea prevede che il debito pubblico del Portogallo nel 2021 raggiungerà il 135% del Pil, in aumento rispetto al 117% di due anni fa. Il deficit è aumentato nel 2020 del 4,3%. Il miracolo è in pericolo, ma il paese ha costruito solide basi per ripartire di slancio quando finirà l’emergenza sanitaria.

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