Spesso si definisce un’organizzazione o un’azienda innovativa solo perché opera in settori nuovi, o considerati tali dai media. Ma è un errore perché anche in tanti settori ‘tradizionali’ ci sono aziende e organizzazioni che fanno innovazioni di processo, di prodotto o dell’offerta. E dietro a tutte queste innovazioni, ci sono donne e uomini che amano il proprio lavoro.
Persone che hanno fatto loro il proverbio africano “Chi vuole sul serio qualcosa trova una strada, gli altri una scusa” e che sanno che la vera innovazione è quella condivisa in grado di generare benessere per la collettività.
Quest’intervista fa parte della rubrica Innovatori pubblicata su www.robertorace.com.
Uno spazio in cui proviamo a raccontare le storie degli Innovatori, a scoprirne modi di pensare, predilezioni e visioni del mondo. Cercando di capire meglio cosa ci riservano presente e futuro.
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Roberto Necci: innovatore è chi osserva la realtà per migliorare la vita delle persone
“Un mare calmo non ha mai prodotto un marinaio esperto.”
Durante la pandemia Roberto Necci si è più volte soffermato su questa frase trovandola attinente al suo modo di concepire l’attività di impresa e più in generale la vita.
Necci è Presidente Centro Studi Federalberghi Roma , Vice Presidente Federalberghi Roma, Presidente Associazione Nazionale Alumni Facoltà di Economia e Gestione delle Aziende Turistiche – Univ. di Perugia , Membro della commissione valutazioni alberghiere marchio Ospitalità Italiana – Isnart – Unioncamere, Past President Ada Lazio Associazione direttori d’albergo Past President di SKAL International Roma.
Imprenditore alberghiero e manager esperto in ristrutturazioni aziendali, ha una spiccata attitudine all’analisi e alla gestione di criticità gestionali, finanziarie, legali, commerciali e di contrattualistica del lavoro. Oltre alla conduzione dell’ hotel di sua proprietà l’Hotel XX Settembre, è Direttore e gestore dell’Hotel Domidea di Roma e proprietario delle residenze Welldone Apartments di Roma oltre che Chairman di Investhotel Capital Partners, attiva negli investimenti. Attraverso la sua società di consulenza segue numerosi hotels a Roma ed in Italia nei processi di riorganizzazione aziendale; è membro di diversi CdA di aziende alberghiere. È’ docente in vari Master in Hospitality Management alberghiero e speaker nei principali eventi del settore turistico italiano.
Il turismo alberghiero, settore che rappresenta, è stato il più colpito durante la crisi del Covid-19; l’impossibilità di viaggiare dai mercati di riferimento italiani, Stati Uniti, Germania, Inghilterra, Francia, Giappone, Spagna ha fatto crollare il fatturato delle aziende alberghiere, che da tali mercati dipendeva in alcuni casi anche per l’80 per cento.
“Nulla probabilmente sarà come prima- spiega Necci- tranne la voglia di confrontarci presto con il mercato per cercare di far ripartire imprese e creatività; al calo del Pil (che sarà enorme e duraturo nel tempo ) occorre per Necci controbilanciare la forza e il coraggio di tanti imprenditori che anche durante la crisi non hanno smesso di “pensare idee”.”
Le idee, il coraggio, la determinazione, quelle caratteristiche che saranno, per Necci, il motore propulsivo della nostra ripresa.
D. Chi è un innovatore per te? Perché?
R. L’innovatore è innanzitutto chi per abitudine osserva la natura, la realtà, immaginando continuamente semplificazioni e sintesi per rendere migliore la vita delle persone.
D. Qual è l’innovazione che cambierà il mondo nei prossimi anni?
R. Non sarà un prodotto, un oggetto. Avrà piuttosto a che fare con il nostro io, ovvero la consapevolezza che tutto ciò che diamo per scontato in effetti non lo è. L’innovazione sarà quindi una diversa consapevolezza. Da un punto di vista materiale, invece, sono convinto che l’uso della tecnologia , la videoconferenza per l’esattezza, sarà stabile nelle nostre vite e nel nostro lavoro; accorceremo alcuni tempi e aumenteremo la produttività. Dovremo tuttavia essere bravi a bilanciarla con l’aspetto umano.
D. Qual è il ruolo di un leader in un’organizzazione?
R. E’ indicare la via, avere cioè la visione di dove condurre l’organizzazione, oltre che essere un punto di riferimento costante per tutti gli stakeholder.
D. Una persona che ha lasciato il segno nella tua vita?
R. La mia famiglia, dai miei nonni ai miei genitori; i loro insegnamenti, il loro modo di affrontare la vita sono da sempre fonte da cui attingere e di ispirazione.
D. La tua più grande paura/la tua più grande speranza?
R. Non amo avere paura, penso di saperla gestire. Parlerei piuttosto di preoccupazioni per un declino culturale del nostro Paese, che può essere l’anticamera di situazioni molto più gravi. La speranza è che l’Italia e l’Europa possano ritrovare lo spirito della ricostruzione post bellica, dove si deposero le armi, si pensò ad una Europa di pace e di benessere.
D. Il tuo progetto di lavoro attuale e quello futuro.
R. Attualmente sono piuttosto impegnato con l’attività imprenditoriale alberghiera, con le mie aziende che dovranno affrontare una ripartenza con uno scenario piuttosto incerto, e con Investhotel Capital Partners che si occupa di ristrutturazioni aziendali dell’impresa alberghiera oltre che di investimenti, con diversi dossier caldi; inoltre la Presidenza del Centro Studi della Federalberghi Roma e la Vice Presidenza della medesima associazione sono ulteriori impegni che mi permettono di essere sempre centrato sulle esigenze e le necessità del settore. Tanto per non farmi mancare nulla svolgo attività di docenza in varie scuole ed enti di formazione oltre che al Master in Turismo presso l’Università di Roma tre, dove curo il modulo di Economia Turistica.
Ho alcune altre cose “in pentola”, ma come sempre ho fatto preferisco annunciarle quando sono già fatte.
D. La cosa che più ti fa emozionare e quella che ti fa più arrabbiare
R. Emozionare vedere crescere i miei figli con i loro dubbi, speranze, modi un po’ bizzarri di osservare la vita. Arrabbiare quando sento che il nostro Paese nello scacchiere europeo non ha quella considerazione che le nostre capacità nonché la nostra storia meritano.