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Perché non concordo con la strategia di Arcuri

Le gesta di Arcuri detto Mimmo diminutivo di Domenico sono ormai ricorrentemente definite in perdita per l’Italia ma non per Invitalia di cui il super Comissario è ad. L’ultima della serie è legata al costo delle siringhe ordinate e pagate 6 volte di più di una siringa sul mercato per cui sembra esserci una indagine in corso.

Prima avevamo avuto i 485 milioni di soldi pubblici spesi per i banchi a rotelle alcuni dei quali abbiamo visto accatastati in foto su un tetto di un magazzino e platealmente inutilizzati a danno sempre di una quantità enorme di banchi – sempre visti in foto mandati al macero – nonostante ancora perfettamente in forma e usabili con relative sedie. Poi è la volta del bando di gara sempre attraverso Invitalia per realizzare i padiglioni Primula per la somministrazione del vaccino, pubblicato il 20 gennaio e con offerta entro oggi 27 gennaio. 21 sono i padiglioni di oltre 300 mq da realizzare completamente costruiti e ammobiliati e si sono dati 30 giorni senza specificare presunte penali e nel bando sempre Arcuri si riserva la facoltà di realizzarne poi altri 1200 in tempi successivi non ben definiti.

La creatività pare sia l’elemento distintivo dell’Arcuri peraltro in linea con quanto OMS ha dichiarato essere il Report del Piano antipandemico italiano sparito e sotto inchiesta che in quanto organizzazione antipandemica nostrana si contraddistingue per “creatività” e ci domandiamo perché non chiedere alle Regioni o ai comuni di poter individuare strutture pubbliche idonee che con efficienza e gran risparmio di risorse potrebbero risolvere la questione. Tecnicamente ogni padiglione potrà avere un costo massimo di euro 400.000 (+/- 20%) e a questa modica cifra è in grado di effettuare 6 vaccinazioni alla volta per la durata, compresa anamnesi, di 10/15 minuti a seconda dei soggetti. Ma diciamo pure 12 minuti per 6 postazioni = 30 vaccinazioni/ora per 10 ore = 300 x 90 gg (tre mesi), senza mancare un turno e con efficienza, si vaccinano 27.000 persone, un piccolo centro da 30.000 abitanti, spendendo “solo” 10 volte tanto rispetto a un punto vaccini di analoga portata nella sala civica, in quella parrocchiale, nella palestra, in un poliambulatorio, ecc . Se ne acquistano tre, posizionati in tre diverse piazze di città un po’ grandine usando la riserva di Arcuri di ordinarne 1.200 forse si accelerano le vaccinazioni. Ammesso che troviamo e assumiamo medici e infermieri e soprattutto arrivino i vaccini.

E qui arriva l’ultima impresa di Arcuri che sempre come amministratore delegato di Invitalia dotato di una immensa capacità di spreco, con Reithera azienda biotecnologica romana ha sottoscritto nelle ultime ore un contratto di sviluppo per un vaccino in fase di sperimentazione. Reithera riceverà 81 milioni – subito – per lo sviluppo del vaccino italiano che produrrà entro il 2022 in 100 milioni di dosi all’anno: intanto siamo diventati con i nostri soldi il 30% della società Reithera ma non abbiamo i vaccini e campa cavallo che l’erba cresce e la scarsità di dosi per inadempienze delle varie aziende straniere a cui abbiamo affidato la nostra vaccinazione forse arriverà in tribunale. Ma intanto siamo morti. Ma la Corte dei Conti non ha nulla da dire per questa immensa discrezionalità di spesa dei nostre soldi di questo Arcuri?

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