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Vaccini Covid approvati troppo in fretta grazie alle lobby del farmaco? Non scherziamo

I tempi da record con i quali siamo riusciti a ottenere un vaccino per il Covid 19 hanno lasciato perplessi anche coloro che non rientrano nella categoria dei no vax. Il vaccino sarà sicuro? Sono state seguite tutte le procedure o sono stati saltati alcuni passaggi? Le lobby del farmaco, insieme ai Governi nel panico per la pandemia, hanno fatto pressione per far approvare un vaccino in tutta fretta, a scapito della nostra sicurezza? Sono le domande che tutti ci siamo posti e che hanno alimentato lo scetticismo scientifico che sta caratterizzando il XXI secolo.

Per la rubrica Lobby Non Olet di Telos A&S, abbiamo parlato di questo argomento con il lobbista Marco Sonsini. Questa volta abbiamo giocato in casa, intervistando uno dei soci del nostro studio professionale. Le parole di Sonsini ci rassicurano in modo categorico: “Non c’è nessuna attività di lobbying che possa essere messa in atto per accelerare o per favorire l’approvazione di un prodotto farmaceutico. Neanche nel caso di un vaccino”. Guarda la video intervista.

Quindi niente fretta, furia e approssimazione nel processo delle approvazioni, ma solo un procedimento diverso rispetto a quello seguito per altri vaccini. Lo chiarisce il sito salute.gov nelle sue Faq e aggiunge che, per saperne di più, è possibile seguire il link che porta al sito dell’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco). Peccato che, cliccando sul link, appare l’errore 404 (https://www.aifa.gov.it/domande-e-risposte-su-vaccino-covid-19-comirnaty, consultazione 25 gennaio 2021 ore 12,17). Questo non porta acqua al mulino dei sì vax, ma si tratta certamente solo di un errore informatico. Peccato però!

Per fortuna ci viene in soccorso il sito della Fondazione Veronesi, che chiarisce che la rapidità è dovuta a vari fattori come l’impiego di un numero di ricercatori superiore di dieci volte rispetto allo standard; gli studi pregressi sui vaccini a Rna; le risorse economiche messe a disposizione in tempi ultra rapidi; la valutazione progressiva dei vari passaggi da parte delle agenzie regolatorie, non a lavoro ultimato, come solitamente avviene. Tutte buone argomentazioni che ci rasserenano. Ma ancora di più ci rassicura l’affermazione del mio amico e collega Marco: “Quando si parla di prodotti approvati grazie alla pressione delle lobby farmaceutiche si dice semplicemente una sciocchezza, queste cose non accadono”. Semmai è il regolatore che decide di accelerare il procedimento, per rispondere ad un bisogno sanitario che ritiene prioritario. E anche in questo caso posso dire, da lobbista, che lobby non olet. Non scherziamo.



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