L’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera considera non democratico il voto del 6 dicembre e conferma il sostegno al leader dell’opposizione venezuelana Guaidò. Intanto l’Ue prepara un nuovo round di sanzioni contro Maduro
Le elezioni dell’8 dicembre in Venezuela? Non sono state democratiche, e l’Ue non riconoscerà il Parlamento nominato dal regime di Nicolás Maduro.
Con questa premessa l’Alto rappresentante dell’Unione europea per la politica estera, Josep Borrell ha spiegato questo mercoledì che Bruxelles continuerà a sostenere il leader dell’opposizione venezuelana Juan Guaidó come “rappresentante dell’ultima espressione democratica dei venezuelani”.
Sebbene l’Unione europea abbia deciso di non chiamarlo più “presidente ad interim”, resta però l’impegno a garantire a lui e altri rappresentanti dell’Assemblea nazionale uscente tutto l’aiuto necessario per ripristinare la democrazia e lo stato di diritto nel Paese sudamericano.
L’Ue, ha spiegato Borrell, si rammarica “profondamente” che la nuova Assemblea nazionale del Venezuela, a maggioranza chavista, “abbia assunto il suo mandato il 5 gennaio sulla base di elezioni non democratiche”. Tuttavia, “l’Ue manterrà il suo impegno con tutti gli attori politici e della società civile che si sforzano di ripristinare la democrazia in Venezuela, compresi in particolare Juan Guaidó e altri rappresentanti dell’Assemblea nazionale uscente eletta nel 2015, l’ultima espressione libera dei venezuelani in un processo elettorale”.
Per Bruxelles le elezioni legislative non sono state credibili né trasparenti. Ed è per questo che invita le “autorità e i leader venezuelani a dare la priorità agli interessi del popolo venezuelano – prosegue la nota – e a unire le forze per avviare un processo di transizione a guida venezuelana, al fine di trovare una soluzione pacifica, inclusiva e sostenibile alla crisi politica”.
Allo stesso tempo il Gruppo di Lima, che raggruppa nazioni americane critiche nei confronti del regime maduriano, ha annunciato che non riconoscerà la legittimità della nuova Assemblea nazionale (An) venezuelana a maggioranza chavista, e ribadito il suo sostegno al leader dell’opposizione Guaidó.
“Non riconosciamo la legittimità né la legalità dell’Assemblea nazionale insediatasi il 5 gennaio 2021 poiché sono l’illegittimo prodotto delle elezioni fraudolente del 6 dicembre 2020, organizzate dal regime illegittimo di Nicolas Maduro”, si legge in un comunicato del Gruppo. Firmano la dichiarazione i governi del Brasile, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Ecuador, El Salvador, Guatemala, Haiti, Honduras, Paraguay e Perù.
Intanto, secondo Abc, il lavoro dei portavoce del Servizio Europeo per l’Azione esterna prosegue per dare una svolta ai negoziati tra i governi dei Paesi membri e avviare nuove sanzioni contro Caracas. Il comunicato menziona la possibilità di “misure specifiche aggiuntive” nei confronti del regime di Maduro.