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Chi è Bill Burns, il prossimo capo della Cia (insignito da Mattarella)

Biden annuncerà in giornata la scelta del diplomatico William Burns, oggi presidente del think tank Carnegie, come prossimo capo della Cia. Tante le onorificenze straniere: nel 2017 Mattarella l’ha nominato commendatore

Il prossimo capo della Cia sarà il diplomatico Williams Burns. Ad anticipare la scelta del presidente eletto Joe Biden è la CNN, sottolineando come, se confermato, sarebbe il primo capo della Cia proveniente dal dipartimento di Stato.

LA CARRIERA

“Bill” Burns oggi presiede il Carnegie Endowment for International Peace, un importante think tank di affari internazionali di Washington. È stato vicesegretario di Stato nell’amministrazione Obama dopo aver lavorato per più di tre decenni di carriera. È stato ambasciatore in Giordania (1998-2001), assistete segretario per il Vicino oriente (2001-2005), ambasciatore in Russia (2005-2008) per poi entrare nella prima amministrazione di Barack Obama.

LE ONOREFICENZE

Molti governi stranieri gli hanno riservato riconoscimenti: la Francia con la Legione d’onore, la Germania con l’Ordine al merito, il Regno Unito con la Marshall Medal e anche l’Italia. Con decreto firmato il 13 gennaio 2017, infatti, è stato nominato Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal presidente Sergio Mattarella.

LE CRITICHE A TRUMP

È stato un acceso critico di Donald Trump. Alcuni mesi fa sull’Atlantic avvertiva circa le pericolose conseguenze di una mancata accettazione della sconfitta elettorale. “Se perde, dubito che improvvisamente abbraccerà il tradizionale impegno bipartisan per transizioni efficaci. Nella migliore delle ipotesi, sarà consumato dagli sforzi per razionalizzare la sua sconfitta e dipingere le elezioni come truccate; nel peggiore dei casi, cercherà di contestare o minare il risultato”, scriveva nel saggio che la CNN definisce “profetico”.

L’ESPERIENZA CON LA CINA

La stessa emittente sottolinea il suo rapporto con Avril Haines, che Biden ha nominato direttore dell’Intelligence nazionale, ma nota anche che alla sua grande esperienza sul Medio Oriente corrisponda una “esperienza limitata” sulla Cina. In vista dell’audizione al Senato per la sua conferma, potrebbe rispuntare il suo ruolo nell’indagine su quanto accaduto a Bengasi. Ma, apprezzato sia dal democratici sia dai repubblicani, non sembra a rischio bocciatura. Axios.com sottolinea la sua esperienza nel dialogare con il presidente russo Vladimir Putin, mentre David Ignatius sul Washington Post  lo definisce “il migliore diplomatico della sua generazione”.

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