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Cercasi astronauti per la Luna. Ecco il bando europeo

Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano hanno lanciato con Josef Aschbacher (prossimo direttore generale dell’Esa) il bando per la selezione della nuova classe di astronauti europei. Dalla Stazione spaziale alla Luna, ecco le missioni che attendono i prossimi cadetti. Tra le novità, una “riserva” e un progetto per le disabilità

Una laurea specialistica in discipline scientifiche, oppure brevetto da pilota collaudatore sperimentale; disponibilità a muoversi per lavoro e, soprattutto, una fortissima motivazione. Sono questi i requisiti principali per i prossimi astronauti del Vecchio continente, condizioni necessarie per entrare a far parte del Corpo astronautico europeo insieme a Luca Parmitano e Samantha Cristoforetti. L’Esa ha presentato oggi il nuovo bando di selezione, il primo dalla “classe del 2009”, e quello da cui usciranno molti dei protagonisti della nuova era dell’esplorazione spaziale, dalla Luna a Marte.

“UN SOGNO”

“Diventare un’astronauta è stato un sogno che si è avverato”, ha detto Samantha Cristoforetti commentando l’avvio del bando. “Riunisce molte delle mie passioni: scienza e tecnologia, macchinari complessi, impegnativi ambienti di lavoro, team internazionali, preparazione fisica, risonanza pubblica; e, naturalmente, ogni tanto ti capita di fare un giro su un razzo per lavoro”. Da parte sua, Luca Parmitano invita a “godersi il processo selettivo in se stesso”. Perché? “Perché è un modo per mettersi alla prova, un viaggio comune in cui incontrare gente davvero interessante, persone straordinarie e qualificatissime, con background anche molto differenti”.

IL BANDO SECONDO ASCHBACHER

“Abbiamo già degli astronauti stupendi, dei veri e propri supereroi”, ha detto Josef Aschbacher, attuale direttore dell’osservazione della Terra dell’Esa, ormai prossimo a succedere a Jan Woerner nel ruolo di direttore generale, con insediamento previsto il prossimo 11 marzo. “Ma gli astronauti attuali arrivano da una selezione iniziata undici anni fa – ha aggiunto – e ci vuole un rinnovamento del gruppo, anche perché la grande capacità ed esperienza dev’essere trasferita ai nuovi astronauti”. Anche perché le opportunità di volo sono in aumento. “Ci sono le nuove missioni scientifiche a lungo termine sull’Iss – ha rimarcato Aschbacher – ma anche le missioni del programma americano Artemis verso la Luna, nonché altre opportunità di volo che potranno nascere dalle collaborazioni con altri Paesi”.

I REQUISITI

La campagna si apre ufficialmente il 31 marzo. Da sarà allora possibile presentare la candidature. Dopo la scadenza (fissata al 28 maggio), inizierà l’attento processo di selezione, diviso in sei fasi, con completamento previsto a ottobre del prossimo anno. Per chi fosse interessato, è già aperto il nuovo sito web (consultabile qui). Si richiede una laurea specialistica o un titolo di studio superiore in alcune materie specifiche, tra cui medicina, biologia, ingegneria e informatica. Serviranno poi almeno tre anni di esperienza lavorativa. In alternativa, “basterà” un brevetto da pilota collaudatore sperimentale. In ogni caso, tra i primi requisiti c’è la disponibilità alla flessibilità di sede lavorativa. La prima fase di addestramento è prevista a Colonia, ma già dalla seconda ci saranno attività fuori dall’Europa, tra Stati Uniti e Russia, senza contare che le missioni vere e proprie saranno oltre l’atmosfera. Servirà inoltre garantire la disponibilità a partecipare a esperimenti di bio-scienza, ma soprattutto “forte motivazione”.

NASCE LA RISERVA

Al momento si cercano dai quattro ai sei astronauti, i quali avranno un rapporto di lavoro direttamente con l’Esa. Ci sarà però spazio anche per altri. Tra le novità del bando c’è infatti la nascita di una “riserva”. Sarà composta da coloro che, pur avendo superato con successo tutte le fasi del processo di selezione, non saranno nominati membri del Corpo astronautico. Non avranno un contratto diretto in Esa, ha spiegato Antonella Costa, Human resources business partner, ma potranno fare affidamento sull’Agenzia per le varie certificazioni. Inoltre, potranno essere reclutati (con un contratto di lavoro a tempo determinato) in caso di opportunità di volo di breve durata.

IL PARASTRONAUTA

L’altra grande novità riguarda il progetto di fattibilità “Parastronauta”, messo in campo dall’Esa per selezionare un o una astronauta con determinate condizioni di disabilità fisica. Inoltre, spiega l’agenzia, “sta lavorando con i partner internazionali e commerciali per i voli nello spazio al fine di valutare la possibilità di mandare il candidato o i candidati che passeranno la selezione sulla Stazione spaziale internazionale, in una missione Esa sicura e utile”. Nel frattempo, il candidato selezionato “continuerà a far parte del team di riserva del corpo astronautico costituito da candidati e candidate Esa”. È “un progetto di fattibilità – ha spiegato Parmitano – che nasce dal desiderio di utilizzare al massimo le risorse disponibili”.

LA CLASSE DEL 2009

Si tratta del secondo bando dell’Esa dopo la classe del 2009, la prima reclutata dal via (nel 1992) del Corpo astronautico europeo. Con Samantha Cristoforetti e Luca Parmitano, l’Italia fu l’unico Paese ad avere due membri all’interno della classe, malgrado poi abbia ottenuto meno voli targati Esa rispetto a Francia e Germania (ne ha avuti altri grazie all’intesa bilaterale Asi-Nasa). Insieme ai due astronauti italiani, dodici anni fa, su circa 8.420 candidature, entrarono il tedesco Alexander Gerst, il danese Andreas Mogensen, il britannico Timothy Peake e il francese Thomas Pesquet. Più recente l’ingresso di un altro tedesco, Mattias Maurer, che sarà il secondo europeo a partire verso la Stazione spaziale con la nuova navicella Crew Dragon di SpaceX, portando a tre i voli assegnati dall’Esa alla Germania. Prima di lui salirà sul veicolo commerciale il francese Pesquet, in partenza ad aprile. Previsto un lancio anche per Samantha Cristoforetti, assicurato all’Italia nell’ultima ministeriale dell’Esa, a Siviglia nel 2019, a fronte dell’incremento del contributo nazionale.

DIREZIONE LUNA?

Per ora i voli restano relativi alla Stazione spaziale, a 400 chilometri dalla superficie terrestre. Già si guarda però oltre. A ottobre l’Esa ha siglato un memorandum con la Nasa che inquadra il contributo europeo per il Lunar Gateway, la piattaforma che orbiterà intorno alla Luna, per cui ieri Thales Alenia Space ha svelato a Torino l’Halo, il primo elemento, parte del più ampio I-Hab che vede l’Italia in prima fila. Come spiegato al momento della firma dall’ormai ex numero uno della Nasa Jim Bridenstine, il memorandum, “include opportunità per gli astronauti europei di volare con i colleghi della Nasa nelle future missioni verso il Gateway”. Tale prospettiva interessa gli attuali membri italiani del corpo astronautico dell’Esa (Luca Parmitano, Samantha Cristoforetti e Roberto Vittori), ma anche quelli che usciranno dal nuovo bando. Bisogna poi aggiungere il “fattore bilaterale”. Come per la Iss, anche per la missione lunare l’Italia percorre il doppio binario, affiancando alla partecipazione in Esa lo stretto rapporto con gli Stati Uniti. Le possibilità, dunque, sono destinate ad aumentare.

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