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Che cosa abbiamo imparato in un anno di Covid

Era l’11 Febbraio 2020, l’International Committee on Taxonomy of Viruses decide ufficialmente di chiamare la malattia COVID-19


 

Il Covid ci ha lasciato tre insegnamenti fondamentali, di cui dobbiamo far tesoro se vogliamo che questa disgrazia si trasformi in un’opportunità. La C di Covid (ad un anno esatto) può diventare infatti:

 

  1. C di Competenza

Abbiamo compreso l’importanza della competenza e della dedizione, dell’affidarsi a persone credibili e culturalmente solide. È ormai lontana l’era degli slogan che scaldano le piazze: la classe politica dovrà elevarsi nuovamente, poiché tutti quanti abbiamo ricominciato a credere in quella educazione che favorisce lo sviluppo di un pensiero critico libero da ogni ideologia e da ogni strumentalizzazione.

La scuola è, da questo punto di vista, un’opportunità per le classi sociali più svantaggiate economicamente e più fragili, un ascensore sociale che favorisce l’equità e la partecipazione di tutti alla vita collettiva. Favorendo la cultura, essa favorisce l’integrazione, la non discriminazione fra i popoli, la tolleranza. È la premessa fondamentale per emancipare gli uomini, per renderli liberi e responsabili.

 

  1. C di Conoscenza

Abbiamo riscoperto la scuola anche come officina da cui si forgia la vera Conoscenza (“Sapere aude”: “Abbi il coraggio di conoscere”). Certo, se riduciamo la cultura ad “una spolverata di zucchero al velo sul pandoro”, allora internet può bastare: in un click, ecco la risposta. Se, invece, vogliamo approfondire, argomentare, crescere e far crescere in consapevolezza, emerge chiara la necessità della scuola come luogo di trasmissione e di costruzione del sapere e della personalità.

In tutta Europa la scuola è ripartita, in Italia non del tutto e non per tutti. Per uscire dall’emergenza, occorrono una prospettiva di ampio respiro e un approccio sistemico.

Le risorse ci sono, solo bisogna investirle meglio, attraverso una quota capitaria da assegnare alle famiglie (il “costo standard di sostenibilità per allievo”, da declinare secondo le numerose leve fiscali a disposizione), perché la spendano scegliendo liberamente tra una scuola statale dotata di autentica autonomia organizzativa e una scuola paritaria libera di ricevere tutti coloro che aderiscono al suo progetto educativo, entrambe sotto lo sguardo garante dello Stato.

 

  1. C di Corresponsabilità

L’individualismo che ha caratterizzato la società negli ultimi decenni ha reso tutti più poveri, sdoganando l’idea dell’assistenzialismo.

Il sussidio ha una logica opposta al lavoro: mentre il primo chiude chi lo riceve in se stesso, il secondo, permettendo alla persona di realizzarsi e di trovare il proprio posto nel mondo, apre ad una responsabilità collettiva che sana dall’indifferenza:
i miliardi del Recovery Plan ci spingono a rimettere in moto la sana capacità produttiva ed imprenditoriale del singolo e aprono alla riscoperta della sua dimensione comunitaria.

 

Da quest’ultima deriva anche una riscoperta del ruolo dello Stato. Qual è il welfare da ritrovare e custodire?

Per uscire dalla pandemia economica, oggi serve certamente un welfare sociale capace di coniugare sopravvivenza e libertà; che non si esprima solo con l’erogazione diretta del servizio, ma che permetta ai cittadini di accedere ai servizi che desiderano, erogati da soggetti differenti; che garantisca i servizi essenziali, ristabilendo un corretto rapporto tra Stato e Privato, dove quest’ultimo è incoraggiato dal primo a produrre, a creare quella ricchezza che, a sua volta, lo Stato saprà far diventare equamente nuovo motore e nuovo stimolo di vita per il singolo e per la società.

Solo così sarà possibile far ripartire l’economia in una perfetta logica della sussidiarietà orizzontale che diventa circolare.

Competenza, Conoscenza, Corresponsabilità: se la C di Covid apre le nostre menti e il nostro agire a cogliere tali preziose opportunità, sui libri di storia si leggerà che siamo stati capaci di non sciupare nemmeno una tragedia come questa.


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