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Climate change, così ci prepariamo a Cop26. Parla Davies (Uk)

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“Il nostro approccio alla Cop26 coinvolge la società tutta, incoraggiando azioni concrete da parte di imprese, città, stati e società civile”. Conversazione con Huw Davies, deputy lead negotatior della Cop26

Tra le primissime mosse appena entrato alla Casa Bianca, il presidente Joe Biden ha avviato la procedura per il rientro degli Stati Uniti nell’Accordo di Parigi sul clima. Una mossa che ha incassato il plauso degli altri Paesi. A partire dal Regno Unito, che quest’anno ospita la conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (Cop26), in partnership con l’Italia. Il rinnovato impegno di Washington dopo il passo indietro dell’era Trump è un’ottima notizia per Londra, come spiega a Formiche.net Huw Davies, deputy lead negotatior della Cop26, che è stato ospite nei giorni scorsi di un evento organizzato da Enel Foundation.

È possibile che la Cop26 produca risultati più significativi ora che il presidente statunitense Joe Biden si è insediato alla Casa Bianca?

L’Accordo di Parigi è lo strumento più potente che abbiamo per influenzare l’azione internazionale sul clima. Siamo felici che il presidente Biden abbia posto il cambiamento climatico al vertice della nuova agenda politica e che abbia riaffermato l’impegno degli Stati Uniti a raggiungere emissioni nette zero. È fantastico che i nostri due Paesi siano ancora una volta fortemente allineati nel dare priorità a questa sfida. Lavorerò insieme per incoraggiare i Paesi di tutto il mondo ad aumentare il proprio livello di ambizione per contrastare i cambiamenti climatici in vista della Cop26 di novembre. Ciò detto, la responsabilità di salvaguardare il nostro pianeta per le generazioni future ricade su noi tutti e il successo della Cop26 richiede che tutti uniscano le forze. In veste di Paese ospitante della Cop26, la presidenza britannica, in collaborazione con l’Italia, lavorerà a stretto contatto con la nuova amministrazione statunitense e con tutte le parti su questa sfida condivisa e pressante.

Sostituire i combustibili fossili con le energie rinnovabili è più allettante dato il calo dei prezzi. Come dare slancio e rinnovamento alle ambizioni climatiche del governo?

Il costo delle energie rinnovabili e di altre tecnologie a basse emissioni di carbonio è sceso molto più del previsto dal 2015: questo significa che i Paesi possono essere più ambiziosi nel raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero, senza costi aggiuntivi. Il Regno Unito ha dimostrato la sua leadership affermandosi come prima grande economia a trasformare in legge un impegno per le emissioni di carbonio nette zero e fissando il target di riduzione delle emissioni almeno al 68% entro il 2030. Chiederemo a ciascun Paese di annunciare obiettivi credibili nella stessa direzione. Più di 120 Paesi hanno già seguito il nostro esempio e si sono impegnati a sviluppare un piano di emissioni nette zero. Alcuni ci arriveranno più velocemente di altri, ma è un percorso che dobbiamo fare tutti se vogliamo mantenere l’aumento della temperatura a 1,5 gradi. Nel tempo che ci divide dalla Cop26, continueremo a generare occasioni, a partire dal Climate Ambition Summit che ha segnato il quinto anniversario dell’Accordo di Parigi lo scorso anno, per incoraggiare i Paesi a presentare impegni nazionali ambiziosi in materia di mitigazione, adattamento e finanziamento. Il nostro approccio alla Cop26 è trasversale e coinvolge la società tutta, incoraggiando azioni concrete da parte di imprese, città, stati e società civile.

Come si sta articolando la campagna per la transizione energetica?

Attraverso la nostra campagna per la transizione energetica stiamo sfruttando la nostra presidenza per riunire i governi, le imprese e la società civile e creare un maggiore slancio per accelerare la transizione verso un futuro di energia pulita, incoraggiando i Paesi, le imprese e le comunità ad abbracciare i benefici economici e sociali di un’energia rinnovabile più conveniente. Nigel Topping, il nostro High-Level Champion per il clima, guiderà l’impegno globale con le imprese, le città e gli stati, e stimolerà tutti questi interlocutori a farsi avanti con impegni nuovi e innovativi per azzerare le emissioni nette.

Nel suo Libro bianco sull’energia, pubblicato il 14 dicembre, il governo britannico ha identificato l’energia nucleare come un modo per permettere al Paese di quadruplicare la produzione di elettricità pulita, necessaria per raggiungere l’obiettivo di zero emissioni nette entro il 2050. La Cop26 verterà anche sul nucleare?

L’energia nucleare sarà una parte importante del mix di energia pulita per molti Paesi, compreso il Regno Unito. Tuttavia, la nostra attenzione è rivolta ad aumentare l’uso di energia rinnovabile, anche perché queste opzioni sono più economiche e più accessibili per la maggior parte dei Paesi rispetto all’energia nucleare.

Tagli alle emissioni contro crescita economica: si può trovare una soluzione vantaggiosa per tutti?

Net zero, ossia l’azzeramento delle emissioni nette, è un obiettivo indispensabile, fattibile e può essere conveniente in termini di costi. Il percorso che stiamo tracciando è impegnativo, ma i benefici sono incalcolabili: aria più pulita, elettricità più economica e un Paese più verde. In parole povere, il percorso della crescita pulita è l’unico percorso di crescita per il XXI secolo. Il Regno Unito è in prima linea nella lotta ai cambiamenti climatici. Ci stiamo spingendo sempre più avanti e per accelerare il passo, diventando la prima grande economia ad approvare nuove leggi per azzerare le emissioni nette entro il 2050. Negli ultimi 30 anni abbiamo dimostrato che la crescita economica è compatibile con la protezione del clima: il nostro Pil è cresciuto del 75% mentre le emissioni sono diminuite del 43%. Secondo una stima, l’economia a basse emissioni di carbonio nel Regno Unito potrebbe continuare a crescere dell’11% all’anno tra il 2015 e il 2030, fornendo fino a due milioni di posti di lavoro. Il Piano in 10 punti lanciato dal primo ministro nel novembre 2020 assicura che la ripresa britannica dal Covid-19 sarà verde, genererà posti di lavoro e sosterrà l’economia, continuando a ridurre le emissioni sia ora che in futuro. Oltre a piani ambiziosi per tutti i settori chiave dell’economia, tra cui un Libro bianco sull’energia, un piano di decarbonizzazione dei trasporti e una strategia per il calore e gli edifici, pubblicheremo una Strategia Net Zero esaustiva in vista della Cop26. La strategia definirà la visione del governo britannico per la transizione verso un’economia a zero emissioni, sfruttando al massimo le nuove opportunità di crescita e di occupazione in tutto il Regno Unito.

In che modo il G7 di giugno nel Regno Unito potrà preparare le sette democrazie (più i tre osservatori, Australia, India e Corea del Sud) alla COP26?

Il G7 è un’importante opportunità per generare impulso e maggiore ambizione per la Cop26. Lavoreremo con i partner del G7 a sostegno di una ripresa verde e resiliente che promuova una crescita e un’occupazione sostenibili e che sia in grado di fornire servizi a coloro che sono più vulnerabili agli impatti dei cambiamenti climatici. Ciò comporta uno strenuo impegno in aree chiave, tra cui l’adattamento e la resilienza, la finanza, l’energia pulita, i veicoli a zero emissioni e la natura: fermare e invertire la perdita di biodiversità e aumentare l’uso di soluzioni naturali sia per la biodiversità che per contrastare il cambiamento climatico. Stiamo incoraggiando tutti i partner del G7 a presentare contributi nazionali ancora più ambiziosi, strategie a lungo termine per azzerare le emissioni nette e audaci piani di comunicazione e adattamento ben prima della Cop26, nonché a fare chiarezza sui loro prossimi impegni finanziari per il clima.

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