L’anno di Covid lascia ferite probabilmente insanabili, come registrato dal ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal nel Rapporto sul mercato del lavoro 2020
Shock senza precedenti su lavoro, con -470mila occupati in 9 mesi. Per le donne poi una caduta doppia del tasso di occupazione. Ed è allarme giovani. L’anno di Covid lascia ferite probabilmente insanabili, come registrato dal ministero del Lavoro, Istat, Inps, Inail e Anpal nel Rapporto sul mercato del lavoro 2020. A questi numeri vanno poi aggiunte le diminuzioni del tasso di occupazione e di quello di disoccupazione (rispettivamente -1,0 e -0,9 punti percentuali in un anno) e un aumento del tasso di inattività (+1,8 punti).
A subire maggiormente la crisi sono state le categorie più vulnerabili nel mercato del lavoro: donne, under 35 e stranieri, per i quali il valore dell’indicatore scende al di sotto di quello degli italiani. A trainare il calo dell’occupazione è stato il lavoro a termine (-394 mila, -12,9% nella media dei primi tre trimestri) e il lavoro autonomo (-162 mila, -3%), mentre quello a tempo indeterminato risulta in lieve aumento (+86 mila, +0,6%).
Gli andamenti peggiori si riscontrano nel settore degli alberghi e ristorazione e nei servizi domestici (a prevalenza femminile), tra gli addetti al commercio e ai servizi e tra le professioni non qualificate. La tenuta nei settori delle costruzioni, dell’informazione e comunicazione e dell’industria in senso stretto dà conto del minore impatto della crisi sulla componente maschile.
L’emergenza sanitaria ha ovviamente prodotto anche un mutamento repentino e radicale della modalità di erogazione della prestazione lavorativa, con un aumento del lavoro da remoto. Nel secondo trimestre 2020 il lavoro da casa ha interessato oltre 4 milioni di lavoratori, il 19,4% del totale (era il 4,6% nel secondo trimestre 2019).