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Da Draghi a Marte. Perché perseveranza è meglio di resilienza

Di Antonio Palmieri

Nell’era della “resilienza” Mario Draghi metta al centro del suo mandato un’altra virtù (cristiana), la perseveranza. Che, a differenza della prima, offre una speranza di uscita dal trauma (del Covid). L’analisi di Antonio Palmieri, deputato di Forza Italia

Perché propongo di usare perseveranza al posto di resilienza? Perché le parole veicolano idee, le idee dirigono l’azione e la parola resilienza (nonostante sia di moda) è un termine che veicola una idea (e quindi una azione) sbagliata.

Vediamo perché. Da più di un anno conviviamo con il trauma del Covid, convivenza che durerà ancora a lungo. E in psicologia resilienza indica proprio la capacità di un individuo di affrontare e superare un evento traumatico o un periodo di difficoltà.

Quindi la resilienza ti fa resistere lì dove sei, ma non ti offre una prospettiva, una via d’uscita. Per questo abbiamo bisogno di perseveranza. Perché perseverare significa “costanza e fermezza nel perseguire i proprî scopi o nel tener fede ai proprî propositi, nel proseguire sulla via intrapresa o nella condotta scelta” (Treccani). Dunque persevera chi ha una meta, chi è intento a mantenere gli impegni presi, chi si sente responsabile del raggiungimento di un obiettivo.

Perseveranza è un termine più solido e completo. Contiene la resilienza ma va oltre, mostra una meta a cui tendere e sostiene il cammino per raggiungerla.

Noi adesso abbiamo una meta, pur nella difficoltà della situazione: vaccinare tutti prima possibile, predisporre le riforme per il Recovery plan, ricostruire il Paese. Questo è il compito per cui è nato il governo Draghi, che dovrà realizzarlo senza soccombere agli ostacoli, alla stanchezza, allo sconforto, vale a dire perseverando.

Di perseveranza quindi hanno bisogno premier, governo e parlamento. Nel suo discorso della fiducia, il premier ha usato nove volte la parola resilienza. Tuttavia ha aggiunto a braccio “come si dice oggi”, come se questa espressione non gli piacesse.

Draghi penso conosca bene la differenza tra resilienza e l’antica virtù cattolica della perseveranza. La prossima volta non abbia timore di contraddire i predecessori: perseveranza è molto più indicato di resilienza. Del resto, se la Nasa ha chiamato Perseverance (e non Resilience) il rover atterrato con successo su Marte un motivo ci sarà…

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