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Democrazie contro fake news al G7. Parla l’ambasciatore britannico Morris

L’ambasciatore britannico Jill Morris spiega a Formiche.net l’agenda G7 di Londra contro “i tentativi di utilizzo del Covid-19 per indebolire i nostri valori comuni e le istituzioni democratiche”

Il governo britannico prende molto sul serio la questione della disinformazione e sta lavorando con i propri partner per contrastare narrative false e fuorvianti legate al coronavirus, garantendo all’opinione pubblica il diritto all’informazione per potersi proteggere”. A spiegarlo a Formiche.net è Jill Morris, ambasciatore britannico in Italia a pochi giorni dalla presentazione dell’edizione italiana del gioco Go Viral!, ideato dall’Università di Cambridge con l’intento di “immunizzare” chi lo usa dalle più comuni campagne di fake news (qui la presentazione su Formiche.net).

“Ci stiamo anche tutelando contro i tentativi di utilizzo del Covid-19 per indebolire i nostri valori comuni e le istituzioni democratiche”, continua l’ambasciatore Morris parlando con la nostra testata. “Stiamo già lavorando con i partner europei e non su una serie di iniziative. Tra queste spicca il lavoro che stiamo sostenendo con il Canada per rafforzare il Meccanismo di risposta rapida del G7 sulle minacce alla democrazia, condividendo le informazioni e le prassi migliori su argomenti quali la disinformazione e le interferenze elettorali”. Il tema è anche al centro della presidenza britannica del G7, assicura il rappresentante di Sua Maestà a Roma: “daremo priorità a rafforzare i rapporti tra il Meccanismo di risposta rapida e altre organizzazioni, compresa la Nato, e a sviluppare degli strumenti di analisi condivisi”.

“Oggigiorno, è essenziale per la sicurezza nazionale di ciascun paese, Italia e Regno Unito incluse, difendere la società contro la minaccia della disinformazione”, continua. E ricorda come insieme all’ambasciata canadese e all’AgCom nell’anno scorso l’ambasciata britannica ha organizzato un webinar con il coinvolgimento della Open Source Unit del ministero degli Esteri britannico, del ministero per la Cultura, i media e lo sport britannico, il Centro canadese per le politiche digitali internazionali e una serie di esperti italiani al fine di condividere le best-practice sull’esperienza di monitoraggio della disinformazione, l’analisi dell’evoluzione delle minacce e gli strumenti migliori per proteggerci.

Nei mesi scorsi il ministero degli Esteri britannico guidato da Dominic Raab ha accusato diversi Stati di propagandare fake news sul coronavirus ma non solo. A giugno nel mirino finirono Russia, Cina e Iran. A ottobre, invece, il capo della diplomazia britannica parlò di “riprovevole” campagna di disinformazione di Mosca sul vaccino.

L’ambasciatore Morris spiega a Formiche.net che “sono molteplici gli attori, statali e non, che diffondono disinformazione, ma non credo sia corretto fare nomi in questa sede. Basti dire che alcuni Stati usano abitualmente la disinformazione come strumento politico”. È proprio per “arginare tali fenomeni” che il governo britannico, continua “ha intensificato gli sforzi mirati a condividere con i partner internazionali le valutazioni fatte sulla disinformazione che circonda la pandemia di coronavirus”.

“Questo tipo di approccio collaborativo ha contribuito a rendere il Regno Unito un Paese più sicuro e ha fornito a noi, e ai nostri alleati, una migliore comprensione di come vengono utilizzate diverse tecniche della disinformazione, come parte integrante di operazioni informative dannose, e di come possiamo proteggerci in modo più efficace”, conclude.

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