Sono partite le consultazioni e in un clima di permanente incertezza tra la crisi pandemica ed economica, la figura di Mario Draghi diventa sempre più centrale per trovare una soluzione ed uno sblocco dell’attuale situazione di stallo sia sotto il profilo politico che su quello della stesura del recovery plan per i fondi europei, fondamentali per rilancio del Paese.
In attesa di capire se Draghi scioglierà la riserva, diventa interessante analizzare le opportunità e l’evoluzione del quadro politico italiano, qualora dovesse essere lui a prendere le redini dell’esecutivo. Un governo che avrà il difficile compito, con una ritrovata stabilità politica, di mettere solide fondamentali per la ripartenza all’insegna, ci si auspica, dei giovani e dell’innovazione, come più volte ripreso dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, come punto di riferimento italiano sull’innovazione, ha in più occasioni lanciato il suo appello alle istituzioni per mettere al centro del rilancio il tema delle nuove generazioni e della trasformazione tecnologica e digitale.
Nel discorso di Rimini Draghi aveva indicato anche due obiettivi che sono pienamente coerenti con la filosofia del Next Generation Eu. «La protezione dell’ambiente, con la riconversione delle nostre industrie e dei nostri stili di vita, è considerata dal 75% delle persone nei 16 maggiori Paesi al primo posto nella risposta dei governi a quello che è il più grande disastro sanitario dei nostri tempi». E aveva aggiunto: «La digitalizzazione, imposta dal cambiamento delle nostre abitudini di lavoro, accelerata dalla pandemia, è destinata a rimanere una caratteristica permanente delle nostre società. È divenuta necessità: si pensi che negli Stati Uniti la stima di uno spostamento permanente del lavoro dagli uffici alle abitazioni è oggi del 20% del totale dei giorni lavorati».
E sempre a Rimini, Draghi aveva chiuso il suo discorso parlando di un settore «essenziale per la crescita e quindi per tutte le trasformazioni che ho appena elencato», dove la visione di lungo periodo deve sposarsi con l’azione immediata: l’istruzione e, più in generale, l’investimento nei giovani. «La situazione presente – aveva aggiunto – rende imperativo e urgente un massiccio investimento di intelligenza e di risorse finanziarie in questo settore».