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Governo, è l’ora di Mario Draghi. Priorità a giovani e innovazione

La svolta della giornata e della crisi politica arriva in serata, quando il Quirinale annuncia che il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha convocato Mario Draghi per oggi alle ore 12. È a lui che il Capo dello Stato conferirà l’incarico per «formare un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili» annunciato poco prima al termine del suo discorso nel quale ha spiegato perché in questa fase di emergenza non si può ricorrere a elezioni anticipate. Poco prima, il presidente della Camera Roberto Fico, al quale Mattarella aveva affidato un incarico esplorativo per resuscitare la maggioranza giallorossa, gli aveva comunicato il fallimento del Conte ter.

Draghi sarà alla guida di un governo che cercherà di mettere insieme le migliori capacità di questo Paese, nel momento più difficile, per rispondere proprio alle priorità indicate da Mattarella: servono decisioni importanti per disinnescare la combinazione esplosiva dell’emergenza sanitaria, tutt’altro che risolta, e di quelle sociale ed economica, che devono ancora mostrare il loro lato peggiore. A Palazzo Chigi ci sarà l’uomo che, di fatto, ha salvato l’Euro e l’Europa da un’altra tempesta perfetta, quella innescata dalla crisi del 2008-2012.

Draghi ha dimostrato alla guida della Bce, salvaguardando con rigore i principi dell’Europa, di riuscire a fare da scudo alle difficoltà e contraddizioni dell’Unione anche nei confronti dei mercati. Laurea alla Sapienza e master al Mit di Boston, Draghi è stato direttore generale del Tesoro – con il ministro Carlo Azeglio Ciampi, il primo tra i Ciampi boys – dove ha gestito la stagione delle privatizzazioni. Una breve parentesi a Goldman Sachs e poi ha ricoperto il ruolo di governatore della Banca d’Italia, una carica che l’ha catapultato negli snodi internazionali del Financial Stability Board e nella Bce come membro del consiglio.

Sul tema del recovery plan, l’ultimo messaggio di Draghi, a dicembre, sulla sfida che l’Italia deve ora affrontare: “La sostenibilità del debito pubblico in un certo Paese sarà giudicata sulla base della crescita e quindi anche di come verranno spese le risorse di Next Generation Eu”, una frase accompagnata da un monito ai Paesi sull’utilizzo delle risorse: “Se saranno sprecate il debito alla fine diventerà insostenibile perché i progetti finanziati non produrranno crescita”.

Un recovery plan che tenga in grande considerazione i giovani e l’innovazione, di cui l’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori, come punto di riferimento dell’innovazione italiano e maggiore organo di rappresentanza, si vuole fare portavoce per mettere al centro dell’agenda investimenti mirati alla trasformazione tecnologica digitale e al sostegno delle giovani generazioni come motore trainante per il futuro.

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