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Cybersecurity e salute. Kamala Harris si prepara a candidarsi nel 2024?

Tecnologia e salute globale sono i due dossier su cui sta lavorando la vicepresidente Harris, grazie anche all’esperienza maturata in Senato. Con un occhio al 2024

Cybersecurity e tecnologia da una parte. Salute globale dall’altra. Sono le due priorità su cui si sta concentrando la vicepresidente degli Stati Uniti Kamala Harris. A rivelarlo è CBS News che sottolinea, citando fonti vicine alla numero due di Joe Biden, che entrambi gli interessi sono figli dell’esperienza da senatrice junior della California e da membro della commissione Intelligence della Camera alta del Congresso di Washington.

IL “BENVENUTO” DI MOSCA

Il presidente Biden e la vicepresidente Harris (che ogni giorno assieme ricevuto il brief sulla sicurezza) sono entrati alla Casa Bianca non soltanto nel mezzo di una pandemia ma anche “durante una grave violazione della sicurezza informatica”, scrive la CBS citando l’attacco russo contro SolarWinds. Lo stesso evidenziava a fine dicembre la rivista Foreign Policy richiamando l’attenzione su un rapporto del think tank Third Way che illustrava le sfide di Biden e Harris per riportare al centro la cybediplomazia, dopo il passaggio nel dimenticatoio durante i quattro anni di Donald Trump.

PRIMO: RICOSTRUIRE I LEGAMI

“Salute globale, sicurezza informatica, Cina, clima, questioni regionali: non puoi affrontare queste questioni se non hai partner forti”, ha dichiarato una fonte della Casa Bianca alla CBS. “E penso che sia il modo in cui pensa la vicepresidente e il motivo per cui sta dando la priorità al fare la sua parte per riparare quei legami”, aggiunge. E la testata sottolinea le telefonate con il presidente francese Emmanuel Macron, il primo ministro canadese Justin Trudeau e il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità Tedros Adhanom Ghebreyesus.

SECONDO: LE PRIORITÀ

Ricostruiti i rapporti con gli alleati, presidente e vicepresidente si divideranno i dossier internazionali. Ma l’interesse della vicepresidente per le tecnologie (tra cui il 5G) e salute globale sono già chiari a tutti alla Casa Bianca.

L’ENDORSEMENT DI WARNER

“La commissione Intelligence del Senato ha conquistato la reputazione di una delle più serie e bipartisan di Capitol Hill. Facciamo la maggior parte del nostro lavoro in silenzio e a porte chiuse, l’ex senatrice Harris non ha fatto eccezione”, ha dichiarato alla CBS il presidente della commissione, Mark Warner, un caro amico di Harris. “Ha impressionato sia i democratici che i repubblicani allo stesso modo con le sue acute domande, l’attenzione alla sicurezza nazionale e l’attenzione ai dettagli, ed è stata in grado di lavorare in modo produttivo con i repubblicani su questioni critiche e politicamente complesse come la sicurezza elettorale”, ha detto ancora Warner. “I suoi quattro anni alla commissione le forniscono sicuramente una comprensione precisa e ponderata delle questioni più urgenti di politica estera e di sicurezza nazionale che questo Paese deve affrontare in questo momento, e mi aspetto che il Paese lo vedrà chiaramente nei prossimi quattro anni”.

TECNOLOGIA E SICUREZZA

Lindsay Gorman, Fellow for Emerging Technologies presso l’Alliance for Securing Democracy, ha spiegato che l’esperienza di Harris, senatrice della California, alla commissione Intelligence offre “una prospettiva all’intersezione tra tecnologia e sicurezza nazionale in un momento in cui queste due aree sono strettamente intrecciate”. “La tecnologia è al centro della competizione geopolitica con la Cina e l’autoritarismo globale”, ha detto Gorman. “Chi riuscirà a costruire le tecnologie del futuro scriverà le regole per il loro utilizzo. E questo ha implicazioni molto significative sulla sicurezza nazionale e sulla politica estera in un modo che non era chiaro 10 anni fa”.

OBIETTIVO 2024?

La professoressa Lara Brown della George Washington University ha detto alla CBS che “mi è molto chiaro che il presidente Biden non vede la vicepresidente Harris come una rivale”. “Anzi, sta valutando come può delegare a lei e guidarla”, grazie alla sua esperienza, “sia in un ruolo di politica estera sia in quello esecutivo”.

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