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Chi controlla l’intelligenza artificiale controlla il mondo. L’Ue a che punto è?

Di Davide Maniscalco

Pochi anni fa Putin dichiarava che chi guiderà l’intelligenza artificiale avrà il mondo nelle sue mani. L’Europa a che punto è? L’analisi di Davide Maniscalco, capo delle relazioni istituzionali di Swascan – Tinexta Group

Qualche anno fa, il presidente russo Vladimir Putin dichiarava testualmente: “Chi diventerà leader nello sviluppo dell’intelligenza artificiale sarà il sovrano del mondo”.

È passato ormai parecchio tempo da quella dichiarazione, per certi versi visionaria. Nel frattempo l’Europa, nell’ambito di una sempre più strutturata azione preordinata alla costruzione di un mercato unico digitale, sicuro e affidabile, ha presentato, tra l’altro, una strategia sui dati e anche un libro bianco sull’intelligenza artificiale. Tuttavia, i sistemi di intelligenza artificiale sono sempre più voraci di dati e questo implica la necessità di mettere in campo una maggiore potenza di calcolo che assicuri capacità di elaborazione tali da abbattere esponenzialmente la complessità temporale. Ed è proprio sui super-calcolatori che si gioca la nuova sfida per la supremazia tecnologica.

Infatti, nella quantum age il calcolo quantistico assicura performance operazionali davvero impareggiabili tanto in termini di aggregazione qualitativa di dati per la creazione anche predittiva di scenari sia per le esponenziali capacità di decriptazione degli attuali sistemi di crittografia.

Lo ha capito bene l’Europa che già nel marzo 2020 adottava la strategia industriale annunciando “un piano d’azione sulle sinergie tra industrie civili, della difesa e spaziale, anche a livello di programmi, tecnologie, innovazione e start-up”.

L’attività strategica e normativa è stata per la verità molto fervida. Infatti, lo scorso dicembre veniva anche rilasciata la nuova strategia europea sulla cybersecurity nella quale le istituzioni europee convenivano che la sicurezza informatica deve essere integrata in tutti gli investimenti digitali, con particolare riguardo a quelli relativi a tecnologie chiave come l’intelligenza artificiale, la crittografia e il calcolo quantistico.

La visione strategica dell’Unione europea è chiara: stimolare la crescita dell’industria europea della sicurezza informatica, da un lato, e fornire la certezza necessaria per facilitare l’eliminazione graduale dei sistemi obsoleti, dall’altro. Ciò evidentemente favorisce anche lo sviluppo di una imprescindibile attività di prevenzione e monitoraggio dell’uso improprio delle tecnologie al fine di meglio proteggere le infrastrutture critiche e garantire l’integrità delle supply chain.

La strategia europea viene ribadita a gran voce anche attraverso il successivo rilascio dell’Action Plan del 22 febbraio scorso che, presenta ben undici azioni preordinate a: rafforzare l’approccio basato sulle capacità nel settore della sicurezza; rafforzare le sinergie tra i programmi e gli strumenti dell’Unione europea; sostenere le start-up, le Pmi e le research technology organisation; monitorare le tecnologie critiche per ridurre le dipendenze; promuovere la standardizzazione per gli standard ibridi civile e di difesa;  promuovere l’innovazione e la cross fertilisation tra le industrie civile, della difesa e spaziale; lanciare tre progetti pilota per favorire l’innovazione.

Questo piano d’azione (meglio noto come Three-Point Belt Plan) pone le basi per fornire azioni politiche concrete nell’ambito di tre obiettivi principali. Primo: rafforzare la complementarità tra i programmi e gli strumenti dell’Unione europea per aumentare l’efficienza degli investimenti e l’efficacia dei risultati; assicurare che i finanziamenti dell’Unione europea in ricerca e sviluppo, abbiano positive ricadute per i cittadini; agevolare l’uso dei risultati della ricerca dell’industria civile e dell’innovazione condotta dal settore civile nei progetti di cooperazione europea nel campo della difesa.

In tale scenario, appare certamente rilevante l’impegno assunto dagli Stati membri in relazione a una intensa collaborazione tecnologica con la Commissione europea al fine di favorire la diffusione di una infrastruttura di comunicazione quantistica (Qci) sicura nell’Eurozona.

La Qci avrà lo scopo precipuo di mettere a disposizione delle pubbliche autorità e di quelle di law enforcement una nuova modalità per trasmettere informazioni riservate utilizzando una forma di crittografia ultrasicura, costruita con tecnologia europea, per proteggersi dagli attacchi informatici, ormai sempre più pervasivi. Si tratta dunque di una lungimirante strategia protesa a sviluppare e implementare nuove e più sicure forme di crittografia e ideare nuovi modi per proteggere comunicazioni e risorse di dati critici favorendo, al contempo, la sicurezza delle informazioni sensibili come funzionale presidio a protezione delle infrastrutture critiche.La nuova infrastruttura sarà composta da reti di comunicazione in fibra terrestre già esistenti, che collegano siti strategici a livello nazionale e transfrontaliero, e satelliti spaziali collegati che coprono l’intera Unione, in essa compresi i territori a cui è estesa la sovranità europea.

In questa prospettiva la Commissione Europea ha preannunciato che andrà a esaminare la possibile implementazione di un sistema di connettività sicuro multiorbitale, che potrà anche costituire un’infrastruttura geostrategica al centro di partnership specifiche (per esempio in Africa). Infatti, basandosi su Govsatcom (sistema di comunicazioni sicure globali basato sullo spazio dell’UE) e Qci, si potranno integrare tecnologie all’avanguardia (quantum, 5G, intelligenza artificiale, edge computing) aderendo ad framework di cybersecurity più restrittivo al fine di supportare servizi secure-by-design come connettività affidabile, sicura ed economica e comunicazione crittografata per attività governative critiche.

A tal riguardo, un primo progetto pilota mira a fornire l’accesso alla connettività ad alta velocità attraverso un’infrastruttura spaziale multiorbita, compresi i satelliti a bassa orbita terrestre, e a integrare Galileo/Egos e Copernicus come terzo sistema satellitare dell’Unione europea.

L’integrazione delle tecnologie di crittografia quantistica garantirà connettività e comunicazioni altamente protette per servizi governativi e commerciali e fornirà, altresì, un sistema di connettività capace di resistere agli attacchi informatici anche su larga scala a Internet.

La Commissione europea seguirà l’avanzamento dei lavori con report periodici sui progressi nell’attuazione delle singole azioni che, già a partire dal giugno 2021, vedrà l’istituzione del Centro di competenza sulla sicurezza informatica e, nella prima metà del 2022, il lancio di un incubatore dell’innovazione per sostenere le nuove tecnologie e dare forma all’innovazione dual use.

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