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Così Israele inaugura la diplomazia dei vaccini

Il Paese ha accumulato una quantità limitata di fiale inutilizzate durante lo scorso mese e ha deciso di fornire questa nuova forma di assistenza internazionale nella lotta al Covid. I lotti in eccesso sono stati destinati al personale medico palestinese in Cisgiordania secondo un accordo precedentemente annunciato, ma anche ad “alcuni dei Paesi che si sono avvicinati a Israele”

Israele, dopo aver vaccinato più della metà della popolazione, gioca la carta di una nuova diplomazia dei vaccini, annunciando che invierà vaccini anti-Covid in eccesso a diversi Paesi.

È stato lo stesso ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ad evidenziare di aver ricevuto tante richieste, senza fornire i nomi dei Paesi coinvolti, e di aver già proceduto all’invio di prime spedizioni di dosi. Parliamo di azioni di carattere simbolico, per ora, come tiene a precisare lo stesso governo di Israele sottolineando di non avere ancora una significativa capacità di assistenza fino al completamento della campagna di vaccinazione nazionale in corso. Tuttavia, ha aggiunto di aver accumulato una quantità limitata di fiale inutilizzate durante lo scorso mese e di aver deciso di fornire questa nuova forma di assistenza internazionale nella lotta al Covid.
I lotti in eccesso sono stati destinati al personale medico palestinese in Cisgiordania secondo un accordo precedentemente annunciato, ma anche ad “alcuni dei Paesi che si sono avvicinati a Israele”.

Per i media israeliani tra i beneficiari ci sarebbero Honduras e Guatemala, che hanno spostato le loro ambasciate a Gerusalemme. Insieme ci sarebbe anche la Repubblica Ceca, dopo l’annuncio della volontà di aprire un ufficio diplomatico sempre a Gerusalemme. Alcune fonti parlano poi della fornitura segreta di vaccini anti-Covid al regime siriano nell’ambito di uno scambio di prigionieri.


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