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Leonardo Drs verso la quotazione. Ecco gli obiettivi dell’operazione

Dopo il via libera dal consiglio d’amministrazione di Leonardo, è arrivata l’ufficialità del percorso di quotazione della controllata americana Drs. Monte Grappa manterrà una quota di maggioranza “in linea con gli obiettivi strategici di una significativa esposizione negli Stati Uniti”. E prosegue il piano strategico Be Tomorrow 2030

Creare valore per gli azionisti e consolidare i conti. È questo l’obiettivo della quotazione parziale di Leonardo Drs, la controllata americana della One Company italiana guidata da Alessandro Profumo, che ieri ha portato il tema sul tavolo del consiglio di amministrazione presieduto da Luciano Carta. Oggi si è arrivata l’ufficialità, con una prima tabella di marcia verso il ritorno sul NYSE, da perfezionare entro la fine di marzo.

La scorsa settimana, su richiesta della Consob a seguito dell’andamento del titolo mosso dalle indiscrezioni di stampa, piazza Monte Grappa aveva reso nota la valutazione della “possibilità di procedere alla quotazione di Leonardo Drs in un’ottica di creazione di valore per i propri azionisti”. Ribadiva poi quanto già comunicato a novembre: “Nessuna decisione formale in merito è stata ancora presa”. Ora la decisione formale è presa.

Tecnicamente, Drs ha depositato “il documento di registrazione su Form S-1 presso la U.S. Securities and Exchange Commission (“SEC”) relativo a una proposta di offerta pubblica iniziale di una quota di minoranza delle sue azioni ordinarie”. Documento depositato, ma non ancora efficace. Intanto, è stato specificato che tutte le azioni ordinarie oggetto dell’offerta saranno collocate da Leonardo US Holding, società statunitense interamente controllata da Leonardo. “Il numero di azioni ordinarie da collocare e la fascia di prezzo del collocamento non sono ancora stati determinati”, spiega ancora piazza Monte Grappa.

È “un passo importante nello sviluppo strategico di Leonardo, con la proposta di quotare una percentuale minoritaria di Leonardo Drs al New York Stock Exchange”, ha commentato Profumo. “Mantenendo una quota di maggioranza continueremo ad avere una significativa esposizione in questo mercato strategicamente importante, continuando a far leva sulle relazioni consolidate a beneficio di tutti i business di Leonardo”, ha aggiunto il ceo.

Per la controllata si tratterebbe di un ritorno a Wall Street, dove già stazionava prima dell’acquisto, nel 2008, da parte dell’allora Finmeccanica. Basata a Arlington, in Virginia, l’azienda è guidata oggi dal ceo William J. Lynn III. Vanta un’esperienza più che cinquantennale nel mercato della Difesa americana, con specializzazione su elettronica, sensoristica, sistemi di comunicazione e integrazione. L’obiettivo dell’acquisizione di piazza Monte Grappa si legava ormai tredici anni fa all’intenzione di migliorare il posizionamento oltreoceano.

L’obiettivo pare raggiunto, sia a guardare i dati di Drs (1,7 miliardi di fatturato nei primi mesi del 2020, +6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente), sia a giudicare dai risultati ottenuti da Leonardo in America negli ultimi anni, anche oltre la controllata: a inizio 2020 è arrivata la commessa della US Navy per i suoi nuovi elicotteri da addestramento; nel 2018 l’altra vittoria (con Boeing) per la gara elicotteristica della US Air Force. Ora, con i programmi “trasformazionali” in partenza negli Stati Uniti e un’amministrazione che promette maggior dialogo con l’Europa, il posizionamento può migliorare ulteriormente. Difatti, dopo il collocamento, un nuovo “proxy agreement” entrerà in vigore con il Pentagono per consentire a Leonardo Drs di continuare a competere e a lavorare su programmi classificati.

Il tutto si inserisce in un quadro di consolidamento di Leonardo su alcuni settori strategici. Già prima della pandemia, l’azienda lanciava il piano strategico “Be Tomorrow 2030”, fortemente voluto dall’ad Profumo, ed elaborato dal capo delle strategie Enrico Savio. Poggia su tre pilastri: il rafforzamento del core business, la trasformazione dell’organizzazione interna e la spinta all’innovazione. In questo terzo campo (denominato “Master the new”) si inseriscono molteplici iniziative degli ultimi mesi, dal supercomputer di Genova all’accordo con Solvay per realizzare a Grottaglie, in Puglia, un laboratorio di ricerca sui materiali compositi.

È l’innovazione “trasversale” che Leonardo punta a intercettare, anche in virtù di un allargamento ormai evidente del perimetro dei temi di sicurezza nazionale, tra telecomunicazioni, reti e trasporti. E così nelle ultime settimana Leonardo ha comunicato una serie di accordi sulle nuove tecnologie: dal 5G con l’inglese O2 alla banda larga con Open Fiber, fino ai cloud sicuri con Aruba. Si è aggiunto da ultimo quello con Danieli e Saipem sull’acciaio green, che guarda agli obiettivi europei di decarbonizzazione entro il 2050. Guarda anche alla sostenibilità prevista nel Next Generation Eu, per cui Leonardo ha già presentato le proprie proposte, a partire dal contributo alla digitalizzazione complessiva del Paese. L’operazione su Drs si inserisce in questo quadro, come mossa finanziaria volta a consolidare i conti e ridurre l’indebitamento.

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