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LongShot, ecco il drone del Pentagono per rivoluzionare il combattimento aereo

Con i contratti a General Atomics, Lockheed Martin e Northrop Grumman, parte il progetto “LongShot” del Pentagono. L’obiettivo è sviluppare un drone avio-lanciato capace di sparare armamenti multipli contro più minacce aeree. Ecco perché è un’idea “rivoluzionaria”

Letteralmente “colpo lungo”, in inglese LongShot. È l’ultimo progetto della Darpa, l’agenzia del Pentagono che lavora sull’innovazione spinta in campo militare. Riguarda lo sviluppo di un drone avio-lanciato, capace a sua volta di sparare piccoli missili volti a intercettare minacce aeree multiple. Il progetto è stato affidato ieri a General Atomics, Lockheed Martin e Northrop Grumman, tre tra i maggiori contractor della Difesa a stelle e strisce, chiamati a realizzare il progetto preliminare. Si mixeranno due tra i segmenti a maggiore innovazione in campo militare: il volo unmanned e la propulsione multi-modale.

I contratti assegnati dalla Darpa coprono la prima fase del programma, quella relativa al design dei velivolo. Non è noto il valore complessivo delle commesse, ma il budget 2021 prevede nel complesso per LongShot 22 milioni di dollari, nell’ambito di un bilancio annuale che per la Darpa ammonta a 3,5 miliardi (+1,5% rispetto all’anno scorso). I 22 milioni in questione dovrebbe essere tutti per il progetto preliminare, in attesa di passare alla fase due per avere dimostratori in grado di testare le capacità attese. Capacità decisamente avveniristiche, considerando che si immagina un drone in partenza da un altro velivolo (caccia o bombardiere), dotato di propulsione propria, manovrabilità e pilotaggio remoto. Allontanandosi dal velivolo di partenza, il drone in questione si avvicinerebbe alla minaccia, rilasciando al momento opportuno diversi assetti d’attacco.

“Il programma LongShot cambia i paradigmi delle operazioni di combattimento aereo, dimostrando un veicolo unmanned, avio-lanciato, capace di dispiegare armamenti aria-aria attuali e avanzati”, ha spiegato il colonnello Paul Calhoun, program manger della Darpa. Si attende dunque una vera e propria rivoluzione. “Il LongShot stravolgerà i tradizionali progressi incrementali sugli armamenti, fornenti un mezzo alternativo per generare capacità di combattimento”. Tra le tecnologie richieste c’è la propulsione multi-modale. Permetterebbe al drone di viaggiare a velocità lente in fase di avvicinamento, consumando meno carburante, e poi di accelerare, rilasciando assetti aria-aria dotati di propulsioni più potenti.

Un sistema aereo che utilizza la propulsione multimodale potrebbe sfruttare una velocità più lenta, un veicolo aereo più efficiente in termini di consumo di carburante per l’ingresso, pur mantenendo missili aria-aria altamente energetici per l’aggancio del bersaglio finale. Come nota il sito specializzato DefenseNews, ciò permetterebbe al velivolo di mantenere un ampio raggio d’azione in autonomia, e al contempo di preservare l’efficacia nella neutralizzazione degli obiettivi. Secondo la Darpa, in caso di successo negli sviluppi del progetto, tutto questo si tradurrebbe in un aumento “significativo” del raggio da cui l’aereo pilotato (di partenza del drone) potrà ingaggiare l’avversario, riducendo così i rischi per l’equipaggio.

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