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Luigi Di Maio e quel dovere di ascoltare Draghi

Governare comporta responsabilità, ha detto Di Maio. E lo è ancor più quando si è la prima forza politica in Parlamento. L’esito di questo percorso non sarà facile, ma cambiare è segno di intelligenza, soprattutto quando lo si fa senza rinnegare nulla del passato

Dopo settimane di silenzio e riserbo, Luigi Di Maio ha scelto la responsabilità. Abbiamo il dovere di ascoltare Mario Draghi, di dimostrarci una forza matura agli occhi del Paese. Poche parole diffuse attraverso una nota del ministero degli Esteri indicano la linea con cui il Movimento 5 Stelle si presenterà alle consultazioni con il presidente incaricato Draghi, “secondo la strada tracciata dal capo dello Stato Sergio Mattarella”.

Le parole dell’ex capo politico del Movimento arrivano così in un momento delicato per l’Italia, per le forze politiche, e ancor più per il Movimento 5 Stelle. La decisione estrema del Presidente della Repubblica di incaricare l’ex presidente della Bce ha colto di sorpresa tutti. Un cambio di rotta non indifferente per il Movimento che dopo il fallimento delle trattative di Roberto Fico per la creazione di un Conte ter, e con il conseguente arrivo di Mario Draghi, ha espresso massima solidarietà a Giuseppe Conte, dividendosi però sul possibile sostegno all’esecutivo guidato da Draghi.

Ma il ragionamento di Di Maio è sempre meno isolato e sembra allontanare il “no” all’esecutivo guidato dall’ex numero uno della Bce. Quel “nulla da dire” su Draghi del vice ministro uscente Stefano Buffagni gli fa eco, così come il commento sopraggiunto oggi del sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo che ha indicato nelle parole di Mattarella “la strada maestra da perseguire” e quel “rompere gli schemi”, con cui Virginia Raggi ha aperto oggi al dialogo con Draghi.

Governare comporta responsabilità, ha detto Di Maio. E lo è ancor più quando si è la prima forza politica in Parlamento. “Il rispetto istituzionale viene prima Di tutto. Non avremmo mai voluto che si arrivasse a questo, con una pandemia in corso e le enormi difficoltà del nostro comparto produttivo”, eppure, spiega, è proprio questo il tempo di essere responsabili. “È proprio in queste precise circostanze che una forza politica si mostra matura agli occhi del Paese”.

L’esito di questo percorso non sarà facile, ma cambiare è segno di intelligenza, soprattutto quando lo si fa senza rinnegare nulla del passato di quel Movimento che l’ha visto pian piano dismettere i panni dell’inquisitore grillino per indossare quelli più raffinati del tessitore politico. Si tratta di un passaggio difficile, ma in ballo c’è l’opportunità di essere protagonisti e non meteore della politica.

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