Skip to main content

DISPONIBILI GLI ULTIMI NUMERI DELLE NOSTRE RIVISTE.

 

ultima rivista formiche
ultima rivista airpress

Ma l’Italia green è proprio così vicina?

Di Nunzio Ingiusto

Sul tavolo del ministro Cingolani si stanno accumulando proposte e documenti soprattutto da parte delle organizzazioni verdi. Le aziende oil ed energy partecipate dello Stato, in realtà, sono già incamminate lungo un processo di riconversione industriale. Bisogna però intervenire su enti locali, banche, funzionari governativi, manager. Migliaia di soggetti da coinvolgere su sfide epocali

Prima o poi arriverà. Il ministro della tTansizione ecologica deciderà tempi e modi per definire il percorso per cambiare registro su energia, clima, ambiente, sviluppo. Pensiamo lo farà presto. Una volta governo ed aziende energetiche elaboravano i PEN – piani energetici nazionali – per avere sicurezza di approvvigionamenti , consumi e distribuzione. Si trattava per lo più di gestire fonti fossili. Ora siamo alla competizione tra fonti tradizionali e rinnovabili, sicché sarebbe inconcepibile, a mio avviso, un PEN o qualcosa di simile per far fronte a complesse esigenze di soddisfazione della domanda e di forniture. Ma stiamo al punto.

Sul tavolo del Ministro Roberto Cingolani si stanno accumulando proposte e documenti soprattutto da parte delle organizzazioni verdi. Le aziende oil ed energy partecipate dello Stato, in realtà, sono già incamminate lungo un processo di riconversione industriale. In questi giorni si sono fatte avanti le imprese del biogas, poi quelle del solare, quindi Assoambiente che riunisce le imprese del riciclo. Tutti a spronare il Ministro, e per esso l’intero governo, verso un sistema di economia circolare di cui c’è grande bisogno. Finalmente – vien da dire – l’Italia approccia il futuro in maniera organica. Mostra di saper mettere insieme punti di forza e punti di debolezza nella prospettiva di creare, rigenerare, utilizzare risorse e materie prime senza spazi per il non recupero di qualcosa di cui si è fatto uso.

Un cambio di passo già rispetto ai due esecutivi Conte. “Affinché il Programma nazionale sui rifiuti possa realmente mettere le gambe”- ha detto Chicco Testa , Presidente di Assoambiente – oltre agli investimenti per adeguare la dotazione impiantistica nazionale deficitaria, occorrono anche, e soprattutto, nuovi strumenti economici e incentivi che guidino i mercati e gli operatori verso gli obiettivi ambientali e la gerarchia nella gestione dei rifiuti indicati dall’UE”.

Segue l’indicazione di 5 mosse (Tari, imprese, certificati, biometano, tassazione) allo scopo di rendere efficace tutta la filiera. Una massa di idee a Cingolani, che già da sole sviluppano una nuova catena del valore. Per una strategia vincente da elaborare nelle prossime settimane. L’energia ha il suo costo e pesa ancora tanto sia sul bilancio dello Stato che su quelli delle imprese e delle famiglie. Le linee guida dell’Ue per l’utilizzo dei fondi del Recovery plan indicano nella transizione green il settore di maggiore interesse per gli investimenti pubblici.

Ma basteranno davvero quelle sole risorse a cambiare un paradigma cosi’ complesso e profondamente radicato nel tessuto economico e sociale italiano ? Non parliamo poi dell’arco temporale (2026) entro cui i 70-80 miliardi dedicati dovranno essere spesi. O ancora del coinvolgimento degli Enti territoriali, potenti macchine decisionali sui temi ambientali. Gli industriali del biogas, per esempio, dicono di avere pronti 5 miliardi di investimenti diretti. Saranno contemplati dal governo? Le banche hanno interesse e quanto a sostenere una vera green economy? Le aziende ed i manager hanno la preparazione necessaria ad affrontare simili cambiamenti?

Si tratta, a ben vedere, di aspetti non secondari, decisivi, su cui la politica è chiamata a sviluppare anch’essa una visione più organica. Ha il dovere, prima di tutto, di cambiare la narrazione su un futuro prossimo (?) sostenibile e gioioso. Non solo per ricevere consenso, ma soprattutto per far crescere un modo nuovo di essere comunità, spendere, consumare. I peggiori risultati degli ultimi governi si sono avuti quando la realtà è stata dissimulata e sciolta in una profittevole promotion.

Partire dalle materie prime, dai rifiuti, dai sistemi di produzione e distribuzione dei beni, dai soldi, dal superamento di opposizioni e spinte localistiche, vuol dire, invece, prendersi cura di un processo di lunghissimo periodo. Coltivare ambizioni elevate che nella storia hanno segnato passaggi epocali. Cose incompatibili con declamazioni e parole d’ordine prive di senso. Una sfida nella sfida che i super tecnici del governo Draghi dovranno saper vincere.

×

Iscriviti alla newsletter